Le bandiere nel palazzo della Figc e a Coverciano sono a mezz’asta, il 17 gennaio è scomparso a Varese Pietro Anastasi. Gli è stata diagnostica la Sla, a 71 anni ha chiesto la sedazione assistita per poter morire serenamente. Gli ultimi mesi sono stati devastanti. Catanese, salito al nord per cercare fortuna su un campo di calcio, la trova con la Juventus. In Nazionale esordisce all’Europeo del 1968, segnando poi il gol decisivo nella finale bis contro la Jugoslavia. Salta all’ultimo il Mondiale del 1970 e partecipa invece a quello di Germania quattro anni dopo: venticinque presenze, otto gol in azzurro. Non su tutti i campi della Serie A si è fatto il minuto di silenzio. Meritava certamente qualcosa di più. Il giorno dopo muore a 91 anni Mario Bergamaschi, difensore di Milan e Sampdoria con un pugno di presenze in Nazionale negli anni Cinquanta.

Questo terribile 2020 si è portato via molti calciatori italiani che hanno fatto la storia del pallone e della Nazionale italiana. Questa lista vuole ricordare i defunti dell’anno con presenze in maglia azzurra. A cavallo tra i Cinquanta e i Sessanta colleziona sei gettoni in Nazionale, Benito Sarti. Il difensore di Sampdoria e Juventus muore a 83 anni il 4 febbraio. Classe 1928, Emilio Caprile scompare a Genova il 5 marzo. Esordisce giovanissimo in azzurro, due gare con altrettanti rete alle Olimpiadi del 1948. Mercoledì 8 aprile muore nel Pio Albergo Trivulzio di Milano Francesco La Rosa. Aveva 93 ed era positivo al Covid 19. Nel 1952 ha giocato due partite alle Olimpiadi in Finlandia. Il 22 maggio scompare a Pisa Gigi Simoni all’età di 81 anni. Era stato colpito da un ictus l’anno prima. Qualche convocazione in Nazionale, ma esordisce solo nella testa di Nicolò Carosio. Simoni presta infatti la sua maglia da gara a Gigi Riva, lui sì quel giorno al debutto vero e proprio. Per i primi minuti di gara il pioniere delle radiocronache confonde il non ancora Rombo di Tuono proprio con Simoni. Gigi non avrà altre occasioni in azzurro.

Giugno è terribile. Se ne vanno nel giro di pochi giorni Corso (il 20), Prati (il 22) e Negri (il 26). Mariolino è stato un talento stratosferico. Con l’Inter ha vinto tutto, con la Nazionale ha giocato poco senza partecipare mai a un Mondiale, un vero paradosso per un piede sinistro come ce ne sono stati pochi in Italia. Aveva 78 anni. Pierino ha ancora meno presenze di Corso in azzurro, ma è riuscito a vincere l’Europeo (in campo nella semi e nella prima finale). Con il Milan ha conquistato tutto ma il fatto di essere contemporaneo di un bomber come Gigi Riva lo ha sicuramento limitato. Nonostante tutto, quattordici gare e sette gol. Aveva 73 anni. William, detto Carburo perché il papà gestiva un distributore di benzina, è stato il portiere della Nazionale nei primi anni Sessanta (salta il mondiale inglese per un infortunio) e del Bologna che vinse lo scudetto. Aveva 84 anni.

Luglio non si apre meglio di come si sia concluso il mese precedente. Ardico Magnini, bandiera della Fiorentina, lascia questo mondo venerdì tre. Il terzino (venti presenze, zero gol e un mondiale in Svizzera) aveva 91 anni. Questo tragico anno si conclude con la scomparsa di Paolo Rossi, il nove dicembre. All’età di 64 anni, è il più giovane di questa Spoon River 2020 della Nazionale italiana. Pablito (copyright di Giorgio Lago, 1978) è stato Pallone d’oro, capocannoniere del Mondiale vinto in Spagna. È stato molte cose, ha rappresentato il gol italiano nella sua essenza. Ma è stato soprattutto un sorriso sincero con cui si sono conclusi piangendo dodici mesi maledetti.

L'articolo Da Pietro Anastasi a Gigi Simoni, da Mariolino Corso a Pablito Rossi: il 2020 ha cancellato un pezzo di storia del calcio italiano proviene da Il Fatto Quotidiano.



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