Nessuna fiaccolata, nessuna camminata per le vie del centro de L'Aquila a ricordare, come ogni anno da 11 anni a questa parte, le 309 vite spezzate dal terremoto quella tragica notte del 6 aprile 2009. L'emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE) cambia anche il modo in cui gli aquilani si stringono intorno alla più grande tragedia che ha colpito il capoluogo abruzzese nella sua storia recente. Ieri sera è stata organizzata una cerimonia ristretta, con tre autorità che, su mandato dei Comitati dei familiari delle vittime, hanno rappresentato la popolazione colpita: presenti lo Stato, rappresentato dal prefetto Cinzia Torraco, il Comune dell'Aquila con il sindaco Pierluigi Biondi, e il primo cittadino di un paese del cratere sismico, Francesco Di Paolo di Barisciano. Non si sono fermati i rintocchi delle campane: 309, uno per ogni vita rimasta sotto le macerie de L'Aquila, e dei tanti paesi limitrofi rasi al suolo dal sisma. A ricordare le vittime, in una piazza Duomo vuota e surreale, il primo cittadino Pierluigi Biondi: "Il silenzio, questa notte, ha il volto di chi abbiamo perduto, ha il respiro di una umanità che lotta contro una minaccia letale ma quasi irreale nella sua non fisicità, perché materia dei laboratori di ricerca, perché patologia da ospedali. Allora, come oggi, piangiamo la morte avvenuta in solitudine, senza la consolazione dei propri cari". Il ricordo dell’undicesimo anniversario è stato condiviso in tutta Italia: in molti hanno acceso una luce sul balcone o alla finestra. Oggi il sindaco ha dichiarato giornata di lutto cittadino (FOTOSTORIA DEL SISMA - LA RICOSTRUZIONE).

La cerimonia in ricordo delle vittime

Alle 23.30 in Piazza Duomo è stato acceso, da un vigile del fuoco, un braciere posizionato nei pressi della Chiesa di S.Maria del Suffragio. I momenti della breve cerimonia sono stati ripresi e resi disponibili sulla pagina internet ufficiale del Comune dell'Aquila e sui relativi canali social. Dopo l'accensione, le autorità sono entrate in chiesa, con il prefetto che ha reso omaggio alle lapidi commemorative delle vittime del terremoto nella Cappella della Memoria. Il cardinale Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo dell'Aquila, ha quindi celebrato la funzione religiosa. In piazza è stato acceso anche un fascio di luce blu. “Sono trascorsi undici anni dalla notte più lunga e dolorosa della nostra vita - ha detto ancora il sindaco Biondi - e oggi la ricordiamo nel silenzio assordante di Piazza Duomo, un silenzio che amplifica e aggiunge al dolore per i nostri cari, vittime del terremoto del 6 aprile 2009, il dolore per i caduti a causa del coronavirus. Il ricordo della nostra tragedia è rafforzato da un sentimento unico e solidale che accomuna l'intero Paese, perché qui, in questa piazza deserta si compie il riconoscimento istituzionale e collettivo del lutto dell’Italia e non solo. Le nostre ferite, non sono solo la conseguenza di un evento drammatico. Il dolore è stato ed è la spinta per un processo di rigenerazione che stiamo portando avanti con convinzione e determinazione. Il ricordo del 6 aprile 2009 viene interrogato, raccontato, portato alla luce ogni anno perché senza non potremmo dare valore e visione al futuro dei nostri figli. Il Rinascimento dell'Aquila è l'esito del ricordo che diventa nutrimento per il futuro”, ha aggiunto.

Mattarella: "Ricordo è tragedia nei cuori degli italiani"

In serata anche le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inviato un messaggio alla città. ”Il ricordo della notte del 6 aprile di undici anni or sono è impresso con caratteri indelebili nelle menti e nei cuori dei cittadini de L'Aquila e di tutti gli italiani”, ha scritto il capo dello Stato in un lettera letta dal sindaco. "Un terribile terremoto portò morte e devastazioni, gettò numerose famiglie nella sofferenza e talvolta nella disperazione, rese inaccessibili abitazioni, edifici, strade, costringendo a un percorso fortemente impegnativo, prima di sopravvivenza, poi di ricostruzione", ha ricordato Mattarella. "La ricorrenza di quest'anno si celebra in un contesto eccezionale, determinato da una pericolosa pandemia che siamo chiamati a fronteggiare con tutta la capacità, la responsabilità, la solidarietà di cui siamo capaci. Un'emergenza nazionale e globale si è sovrapposta a quell'itinerario di ricostruzione che gli aquilani stanno percorrendo, che ha già prodotto risultati importanti ma che richiede ancora dedizione, tenacia e lavoro".

"Ricostruzione resta una priorità"

Il capo dello Stato ha sottolineato che "la ricostruzione de L'Aquila resta una priorità e un impegno inderogabile per la repubblica. I cittadini hanno diritto al compimento delle opere in cantiere, al ritorno completo e libero della vita di comunità, alla piena rinascita della loro città". "Nel giorno dell'anniversario desidero rinnovare i sentimenti di vicinanza e solidarietà a tutti gli aquilani, a quanti nei paesi e nei borghi limitrofi hanno condiviso sia quei momenti tragici sia gli affanni della ripartenza, ai nostri concittadini di numerosi altri territori del centro Italia che, nel breve volgere di pochi anni, si sono trovati a vivere drammi analoghi e ora sono impegnati, come a L'Aquila, per restituire a se stessi e all'Italia la pienezza della vita sociale e i valori che provengono dalla loro storia".



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