Diciamo le cose come stanno: più che influenzati siamo tutti influenzabili. Basta un messaggio ripetuto con enfasi e che magari solletichi le nostre paure o ossessioni per essere influenzati e di conseguenza manipolati. Non parlo del coronavirus ma dei messaggi in generale che vengono veicolati tramite social media e organi di stampa/tv: basta vedere come un argomento o notizia diventa appunto “virale”. Non a caso si usa lo stesso termine per indicare il sistema di contagio veloce tra le persone, un contagio diciamo fisico e un contagio “mentale”.
Quello che sta accadendo in questi giorni ci fa capire quanto siamo deboli e manovrabili: sono bastate poche persone contagiate e l’enorme clamore mediatico a far scatenare il panico anche istituzionale con provvedimenti forse esagerati. Di qui la corsa alle farmacie e ai supermarket.
Certo, bisogna essere prudenti ma basterebbe vedere come la questione è stata trattata dalle altre nazioni per capire che forse si è esagerato. Si è addirittura arrivati ad una “maratona” Mentana per segnalare il crescere dei numeri dei contagiati. Neanche fossimo in guerra. Insomma, giuste le dovute precauzioni ma esagerati i toni e le reazioni; il tutto con conseguenze preoccupanti su economia e rapporti con altri Stati. Non a caso alcuni governi stanno chiudendo i porti e gli aeroporti agli italiani, con buona pace – e con un paradosso estremo – dello sciacallaggio politico Salvini.
In tutto questo marasma alcune cose dovrebbero far riflettere.
In primis la facilità con cui la maggior parte della popolazione viene influenzata psicologicamente e non tanto “fisicamente”. Basterebbe ricordare quando i grillini e i leghisti sollevarono le crociate contro i vaccini obbligatori per i bambini. Una lotta contro la scienza e contro la competenza scientifica. Sdoganarono l’incompetenza e la saccenza mista ad ignoranza, il tutto con il supporto mediatico di alcuni giornali e tv consenzienti: oggi queste teorie sarebbero perseguite da tutti. Questo il problema: la facilità di condizionare i pensieri e i comportamenti. E qui che la politica dovrebbe intervenire con competenza e incisività.
Un esempio di assoluta negligenza è attribuibile al governatore della Lombardia, Attilio Fontana. Presentarsi in video con una mascherina dentro una stanza chiusa è istituzionalmente e tecnicamente ridicolo e immotivato. Sono questi gli atteggiamenti politicamente inopportuni.
A questo quadro si deve aggiungere la poca attenzione alla corretta informazione, il tutto alla spasmodica ricerca della notizia esasperata. Titoli catastrofisti e annunci di persone morte senza nessun reale riscontro con la patologia esclusiva del contagio da coronavirus.
Da quello che sta accadendo dovremmo dunque trarre spunto e riflessione: facciamoci contagiare dalla competenza, dalla cultura, dal rispetto, dalla civiltà, dalla scienza e dalla umanità. Solo così potremmo essere veramente consapevoli e liberi. Solo così potremmo guarire dal virus più potente al mondo: l’ignoranza.
L'articolo Il virus peggiore è l’ignoranza. Siamo più influenzabili che influenzati proviene da Il Fatto Quotidiano.
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