Si rischia una nuova escalation del conflitto in Siria dopo che nella notte tra giovedì e venerdì gli eserciti di Russia, che sostiene il governo di Bashar al-Assad, e Turchia, apertamente schierato con i ribelli anti-Damasco, sono arrivati allo scontro con raid aerei e lancio di missili. Dopo settimane di alta tensione in cui si sono registrati attacchi da ambo le parti, in particolar modo tra forze del regime siriano e di Ankara, in serata 29 soldati turchi sono stati uccisi nel corso di un bombardamento condotto dai caccia di Damasco o dei suoi alleati di Mosca. L’esecutivo guidato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan ha accusato gli avversari e ha poi risposto bombardando obiettivi dell’esercito siriano nelle province di Aleppo, Hama e Latakia. L’esercito turco ha anche attaccato obiettivi militari siriani in prima linea a Idlib con il fuoco dell’artiglieria. In totale, la risposta di Ankara ha provocato 16 morti tra i militari di Damasco.
Alle 1.30 turche era atteso un discorso di Erdoğan che, però, è stato successivamente annullato. A rilasciare una breve dichiarazione è stato invece il suo capo della comunicazione, Fahrettin Altun: “Tutte le posizioni note del regime siriano vengono prese di mira dalle nostre unità terrestri e aeree”, ha dichiarato. Il portavoce ha voluto mandare un chiaro messaggio alla Russia, invitando “la comunità internazionale e, in particolare, i partecipanti al processo di Astana (Russia e Iran, ndr) ad assumersi le proprie responsabilità”. “Il capo dello Stato terroristico Assad passerà alla storia come un criminale di guerra e gli elementi del regime pagheranno un caro prezzo per questo attacco orribile”, ha invece detto il vicepresidente di Ankara, Fuat Oktay.
Mosca, intanto, corre ai ripari: due fregate lanciamissili russe, la Ammiraglio Makarov e la Ammiraglio Grigorovich, che in passato hanno preso parte alle operazioni militari russe in Siria, stanno entrando nel Mediterraneo “attraverso gli stretti turchi del Bosforo e del Dardanelli” e “si uniranno alla task force della Marina russa permanentemente di stanza nel Mediterraneo”, ha detto Aleksey Rulev, il portavoce della flotta russa sul Mar Nero. Il ministero della Difesa di Mosca ha inoltre dichiarato, riporta l’agenzia di stampa Interfax, che le forze aeree russe ieri non erano impegnate in combattimenti nella zona siriana di Behun, dove erano presenti militari turchi finiti sotto il fuoco delle truppe di Damasco, ma ha sottolineato che gli uomini di Ankara colpiti erano “nelle formazioni dei terroristi”.
Il ministro della Difesa turco, Hulusi Akar, si è recato nella provincia di Hatary, al confine tra la Turchia e la Siria, per controllare di persona lo schieramento dei militari turchi dopo un incontro straordinario sulla sicurezza con il presidente Erdoğan. Accompagnato da alcuni comandanti dell’esercito turco, Akar ha ispezionato le unità di terra e di aria di stanza a Idlib e che sono finite nel mirino dell’esercito siriano.
Convocato il Consiglio del Nord Atlantico. Usa: “Odiosa offensiva contro le forze turche”
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha annunciato per oggi la convocazione del Consiglio del Nord Atlantico, formato dagli ambasciatori di tutti e 29 gli alleati della Nato più la Macedonia del Nord in qualità di Paese invitato, che si riunirà a seguito della richiesta della Turchia di avviare consultazioni sulla situazione in Siria. Stoltenberg ha anche condannato gli “attacchi aerei indiscriminati da parte del regime siriano e del suo alleato russo”, chiedendo un’immediata “de-escalation”. Ha poi incontrato il ministro degli Esteri turco, Mevlüt Cavusoglu, esortando “tutte le parti a ridurre questa situazione pericolosa ed evitare di aggravare ulteriormente la spaventosa situazione umanitaria nella regione”.
Il Dipartimento di Stato americano si schiera dalla parte della Turchia e condanna “l’odiosa offensiva” condotta dalle forze russe e di Damasco: “Noi siamo con il nostro alleato della Nato – ha dichiarato uno dei portavoce -, la Turchia, e la sosterremo”.
Uno stop alle ostilità viene chiesto anche dalle Nazioni Unite. Il portavoce dell’Onu, Stephane Dujarric, ha detto che il segretario generale Antonio Guterres “ribadisce la sua richiesta di un immediato cessate il fuoco ed esprime particolare preoccupazione per il rischio per i civili con un’escalation delle azioni militari” e torna a sottolineare che “non esiste una soluzione militare al conflitto in Siria, l’unica soluzione è un processo politico facilitato dalle Nazioni Unite”.
L’Ue, attraverso l’Alto rappresentante per la Politica estera, Josep Borrell, chiede un’immediata de-escalation e annuncia che “prenderà in considerazione tutte le misure necessarie per proteggere i suoi interessi di sicurezza”.
Italia e Francia, nella dichiarazione finale del vertice intergovernativo di Napoli, definiscono “inaccettabile” la nuova offensiva a Idlib “guidata dal regime siriano e dai suoi sostenitori” e reputano “della massima importanza che gli autori di violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto internazionale relativo ai diritti umani debbano rendere conto dei loro atti. È la ragione per la quale la Francia e l’Italia chiedono alla Corte penale internazionale di occuparsi della situazione in Siria”.
Turchia: “Non fermeremo più i migranti diretti in Grecia”
Proprio per stimolare la reazione degli alleati Nato e dell’Unione europea, un alto funzionario del governo turco ha annunciato che l’esecutivo non fermerà più i migranti che vogliono andare in Europa: “Non chiuderemo più i nostri confini ai rifugiati che vogliono andare in Europa”, una decisione, ha rivelato, presa nella notte durante un consiglio di sicurezza straordinario presieduto dal presidente Erdoğan . Secondo i media turchi, stamattina gruppi di migranti si stanno dirigendo verso il confine con la Grecia, nell’ovest della Turchia.
L'articolo Siria, strage di soldati turchi a Idlib: Damasco ne uccide 29. La risposta: morti 16 militari di Assad. Russia invia 2 fregate nel Mediterraneo proviene da Il Fatto Quotidiano.
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