Avvisato dal questore per stalking e condannato dal gip di Reggio Calabria per diffamazione e danno di immagine nei confronti di una donna. Pendenze che non hanno minimamente intaccato la carriera politica di Massimo Ripepi, consigliere comunale di Fratelli d’Italia e candidato al Senato in Calabria. L’anno scorso, infatti, il pastore della comunità religiosa della chiesa cristiana “Pace” ha ricevuto dal gip Davide Lauro un decreto penale di condanna richiesto dalla procura e per il quale il politico calabrese ha presentato opposizione.
La notizia è apparsa stamattina sul Quotidiano del Sud. Tecnicamente la condanna non è ancora un precedente penale perché il gip, dopo l’opposizione di Ripepi, dovrà fissare l’udienza. Ci sarà quindi un processo per l’esponente di Fratelli d’Italia il cui volto campeggia in questi giorni al fianco di quello di Giorgia Meloni sia nei manifesti che sulle fiancate di un camper allestito per la campagna elettorale.
Secondo la procura e il gip che ha emesso il decreto penale di condanna, Ripepi “con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, comunicando con più persone, offendeva la reputazione” di una donna, un medico che frequentava la comunità religiosa di cui è pastore. In particolare, – è scritto nel capo di imputazione – “nella qualità di pastore della Chiesa cristiana di Catona, nel corso delle omelie pronunciate durante i riti luturgici e divulgate anche tramite pubblicazione sul sito internet www.pacetvrc.it e sul social YouTube, nonché in seno a lettere email, definiva la donna ‘capo di Satana’, “strumento nelle mani del diavolo”, ‘killer di anime’, ‘jazebel’, ‘donna falsa e pericolosissima’ e ‘donna mandata dal diavolo per assassinare le anime’”.
Tutte offese per le quali adesso Ripepi dovrà fornire una spiegazione davanti al tribunale che lo giudicherà. La vicenda risale all’agosto 2016 quando l’esponente di Fdi, candidato nel listino proporzionale al Senato (subito dietro Isabella Rauti), aveva ricevuto un ammonimento dal questore di Reggio Calabria in seguito alla denuncia presentata dalla stessa donna che sarà parte offesa nel processo. Con il suo “atteggiamento vessatorio” – è scritto nel provvedimento del questore – Ripepi avrebbe “cagionato un disagio psico-fisico, ed un forte timore per la sua incolumità”.
Stando “alle necessarie informazioni assunte”, infatti, “è stato accertato – si legge sempre nell’ammonimento – il fatto che, con il suo comportamento, ha posto in essere atti persecutori, riconducibili alla fattispecie di cui all’articolo 612 bis del codice penale (il reato di stalking, ndr) attraverso più condotte anche mediante modalità diffamatorie a mezzo internet, che si sono concretizzate in atteggiamenti denigratori, di disturbo e di molestie in pregiudizio della signora”. Addirittura il questore aveva informato il candidato di Fratelli d’Italia che nel territorio del comune di Reggio Calabria, di cui è consigliere, è disponibile il dipartimento di Salute mentale “a cui potrà rivolgersi”.
L'articolo Elezioni, candidato al Senato con Fdi a processo: “Diffamò una donna. Le diceva di essere stata mandata dal diavolo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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