Ho spesso scritto del caso Avastin-Lucentis che fa spendere #unmilionedieuroalgiorno di soldi pubblici. Eravamo in attesa della sentenza della Corte di giustizia Europea che si è espressa dicendo che: “Da intesa Roche-Novartis ci sono state possibili restrizioni della concorrenza”. Ma la notizia più eclatante è arrivata il 1 febbraio a quasi tutti gli oculisti italiani direttamente tramite mail. La Novartis ha deciso di rimborsare il 70% della spesa per le iniezioni intravitreali di Lucentis. Saranno le strutture che dovranno chiederne il rimborso.

Qui si aprono diversi scenari:
– La Novartis ha ormai guadagnato tanto con Lucentis? (ne parlo in questo spazio dal primo post del 2011)
– Novartis e Roche si sentono “accerchiate” e vogliono dimostrare di non avere interessi?
– Sono uscite nel frattempo nuove molecole che hanno guadagnato quote di mercato?
– La Novartis ha paura di subire una condanna che la obblighi a restituire milioni di euro di soldi pubblici?

In tutta questa storia la Lorenzin tace, glissa, anzi si ricandida, e pensare che bastava che chiedesse a Napoleone Ferrara da lei stessa inserito nel Consiglio Superiore della Sanità. Lui, inventore delle due molecole, ben saprà dell’uguaglianza che ha espresso l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Cominciamo a spendere meno soldi pubblici nonostante i politici non ci aiutino a farlo. Mi sento parte attiva, insieme a Giorgio Muccio, Michela Montevecchi, Giorgio Mottola e Sabrina Giannini di questa parziale vittoria. La storia continua.

L'articolo Caso Avastin-Lucentis, Novartis annuncia rimborsi del 70%. Perché? proviene da Il Fatto Quotidiano.



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