La chiamiamo “Generazione Ansia”: perché i ragazzi stanno così male?

Definire i ragazzi contemporanei quelli della generazione ansia mi sembra davvero un epiteto molto a fuoco, purtroppo per loro. Quello che stiamo osservando da anni è che mentre gli adulti l’ansia la conoscono da sempre, invece i ragazzi non ne erano mai stati affetti. Avevano altre cose attraverso cui ci segnalavano che non stavano bene, però di ansia non si erano mai ammalati. 

 

Cosa è cambiato e quando è arrivato questo cambiamento?

So che molti riconducono il disagio contemporaneo al post pandemia e ai vari lockdown, ma se vogliamo avere uno sguardo più raffinato dobbiamo datarlo prima: scrissi un libro “Mamma ho l’ansia” e già parlava di questo fenomeno, era il 2015-2016. L’ansia è arrivata nella vita dei giovanissimi quando hanno smesso di trasgredire. Quando l’adolescenza ha rischiato di estinguersi, perché tutti questi figli e figlie sono diventati dei bravi figli e delle brave figlie, il loro modo per significare il malessere è stato quello di ammalarsi. A cosa serviva? A cosa serve? E’ un doloroso autosabotaggio che occorre loro per non realizzare le ambizioni spesso grandiose dei genitori. 

 



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