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Sembrava un fantasma, inafferrabile. Alcuni dicavano che fosse morto. Invece Matteo Messina Denaro era vivo e si nascondeva a casa sua. È stato arrestato esattamente un anno fa, dopo una latitanza durata 30 anni. A “tradirlo” la sua malattia. Un tumore al colon che lo ha poi ucciso pochi mesi dopo il suo arresto. Di fronte alla malattia gli uomini diventano tutti uguali. Non c’è blasone criminale che tenga. Curarsi era l’unica via. E lui lo ha fatto credendo che, anche questa volta, l’avrebbe fatta franca. Ha usato il nome di un suo fiancheggiatore, Andrea Bonafede. Ma non è bastato. I carabinieri del ros sapevano che il boss era malato. Lo avevano scoperto sequestrando un “pizzino” a casa della sorella durante un blitz segretissimo. Poi è stato tutto un lavoro di intelligence.
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