luglio 2021

Secondo il report "Epidemia Covid-19" dell'Istituto superiore di sanità, l'aumento dei nuovi casi a luglio in Italia, soprattutto tra i maschi under 40, è da individuare anche "nelle feste e negli assembramenti per Euro 2020". Dalla fine di giugno, l'incidenza nei maschi fra i 10 e i 39 anni risulta essere sempre maggiore rispetto a quella osservata nelle donne



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A partire dal 6 agosto, per potere svolgere determinate attività sarà obbligatorio esibire il certificato verde: in assenza, cinema, teatri, locali pubblici al chiuso non saranno accessibili. Il ministero della Salute ha dato indicazioni per chi ha i requisiti ma non ha ancora ricevuto l'authcode o l'ha dimenticato: ecco come recuperarlo



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Oltre 6500 casi e 16 vittime nell'ultimo bilancio. Tre regioni a rischio zona gialla. Per l'ISS: c'è l'effetto Europei sul balzo dei contagi tra gli under 40. A Bergamo protesta in piazza dei familiari delle vittime del covid 19. Manifestazioni dei No Green Pass in molte città italiane. La solidarietà dela Lega. Tensione e scontri a Parigi



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Vaccini

Anziani senza 1ª dose: 2 mln sono irriducibili “no-vax”

Prime iniezioni per gli over 40 in caduta libera

La ministra del Nulla di

Dodici anni fa a Repubblica bastava un giornalista (D’Avanzo) per fare 10 domande a B.. Ieri a Repubblica si son messi in undici, direttore compreso, per non farne neanche una alla Cartabia. E riempire due pagine con le sue risposte sottovuoto spinto. Fior da fiore. 1. “La riforma attua il principio costituzionale di ragionevole durata […]

Il “nuovo” colosseo, l’arena della discordia

Dario Franceschini lo ha detto anche al premier Draghi, in una conversazione “rubata” all’inaugurazione del G20 della Cultura: l’arena del Colosseo sarà completamente ricostruita “forse per le elezioni del ‘23”. Le polemiche e le contestazioni a questo progetto sono state diverse, ma per dirla col premier, “se uno ascolta troppo gli esperti non fa nulla”. […]

di Leonardo Bison

Niente regime speciale per i colletti bianchi: la “manina” di FI e Lega

Raccontano che le “manine” siano due. Che si sono mosse all’unisono, coordinate insieme ai capidelegazione in Consiglio dei ministri e in collegamento diretto – via telefono – con quel Roberto Garofoli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ormai è l’uomo intitolato a raccogliere gli umori e a trasformarli in leggi durante le trattative più difficili. […]

Lavoro

Breve guida a tutte le bugie sul Reddito di cittadinanza

“Blocca l’economia” – Riparte la tarantella: ecco un po’ di numeri che spiegano qual è la platea e perché non toglie camerieri ai ristoranti

Porte girevoli

Solinas cerca già un lavoro: vuole fare il giudice del Tar

“Piano B” – Il presidente sardo si è iscritto a un concorso che si terrà a Roma in novembre, ma il suo mandato in Regione scade nel 2024

di Ilaria Proietti e Andrea Sparaciari
“Casta siempre”

Calderoli si tiene il superattico del Senato. Solo lui (e un altro leghista) non rinunciano

Alui piace più fischiettare il repertorio di Vasco Rossi, ma c’è chi giura che abbia imparato ad apprezzare pure Puccini da quando si è piazzato all’ultimo piano di Largo de’ Chiavari, foresteria del Senato con terrazzo vista Sant’Andrea della Valle, chiesa resa immortale per l’amore tra Tosca e Cavaradossi: non si sa se Roberto Calderoli […]

Amatrice, ecco l’auditorium per riportare la speranza

Dopo il sisma del 2016 – “La città torna in piedi”

In Libano è esplosa anche la fame

Si sta avvicinando il primo anniversario della più grande esplosione non bellica dell’era moderna e i libanesi si preparano a scendere nuovamente in piazza per protestare contro una classe politica che ha portato il Libano alla bancarotta non solo economica, ma anche sociale. La mega-deflagrazione del porto di Beirut lo scorso 4 agosto a causa […]

Poteri – L’allarme dei magistrati

I trucchi dei politici per “imbrigliare” i pm e frenare le indagini

Non c’è solo la norma sul Parlamento che detterà ogni anno la linea ai procuratori sulle priorità di indagine, con buona pace della Costituzione, a preoccupare i pubblici ministeri. Ci sono soprattutto un altro paio di norme, rimaste sotto traccia, che sono ritenute un’altra via della politica per imbrigliare le inchieste, per svuotarle e così, […]

Richieste – Offensiva d’autunno

La destra ora ci riprova su Severino e salva-B.

Enrico Costa, avvocato e deputato di Azione, sostiene che è solo una questione di tempi: “Adesso non si poteva anche modificare l’abuso d’ufficio perché la riforma Cartabia sarebbe stata rinviata a dopo l’estate, ma a settembre ci arriveremo”. Dopo l’approvazione della riforma della Giustizia, il sentimento nel centrodestra è quello di chi ha capito che, […]

di Gia.Sal.

Ricordati che devi soffrire: Matteo, filosofo del sudore

Controcorrente, certo, come da titolo del suo libro: che poi andare controcorrente con quel popò di yacht su cui ha fatto le vacanze non è manco difficile. Ma anche Controsenso, perché – guardando e riguardando il video in cui ammannisce retorica del sacrificio in posa da Lele Mora – ci è venuto il sospetto che […]

Tentar non nuoce

Figliuolo s’affida alla Madonna del Grappa

Pellegrinaggio – Dopo Santa Rita, la vergine in cima al monte simbolo della grande guerra

l caso – Il pm che svelò i verbali non si astenne dall’indagine

Storari valutò l’arresto della segretaria di Davigo

Davanti al Csm, due giorni fa, il pm Paolo Storari ha eccepito l’incongruenza di uno dei tre capi d’incolpazione che gli vengono contestati: non essersi astenuto, nell’ottobre 2020, dall’indagine sulla fuga di notizie che riguardava i verbali di Piero Amara sulla presunta Loggia Ungheria. Una copia non firmata dei verbali in questione, in formato Word […]

di Gianni Barbacettoe Antonio Massari
Processo Nigeria

Il video di Amara? Eni sapeva tutto

“Prova regina” – Il Pm de pasquale accusato di averlo nascosto. Invece era noto

di G. B. e A. Mass.
L’affare dei dati

Ma quali pacchi, Amazon fa il 54% degli utili col cloud

La pubblicazione dei conti trimestrali di Amazon è come una plastica rappresentazione di cosa è davvero la gig economy nella fase del dominio pieno e incontrollato delle grandi OTT (over the top) sul mercato: qualunque cosa facciano quelle aziende, qualunque servizio offrano, il loro vero business sono i dati. Amazon è la rappresentazione più cogente […]

Switch-off

E ora 9 milioni di Tv al macero: ecco tutto quel che c’è da sapere

Nuovo rinvio (breve) – La migrazione alla nuova tecnologia inizia il 15 ottobre e finisce a giugno

Questioni comiche – Effetti divertenti

Serpenti che parlano, nasi rotti sul muro e bici per dimagrire

“Dio? Il suo primo errore è stato il serpente parlante” (Ricky Gervais) LE STRUTTURE ANTROPOLOGICHE DELL’IMMAGINARIO E LA PRASSI DIVERTENTE Come dicevamo la volta scorsa, l’antropologia dell’immaginario di Gilbert Durand (1963) classifica le immagini seguendone la produzione lungo il tragitto antropologico che dai riflessi primari arriva alla socio-cultura. I simboli che animano l’immaginario umano si […]

Medio oriente

Attacco nel Golfo di Oman Per Israele c’è dietro l’Iran

Alta tensione – Tel Aviv incolpa Teheran per l’assalto alla petroliera. L’obiettivo è spingere l’Onu a un’iniziativa contro “i terroristi”. Gantz studia una reazione

Brasile

Bolsonaro è pronto per il voto Prevede brogli, come nel 2014

Presidenziali 2022 – Lula avanti nei sondaggi

L’intervista – Simona Ventura

“I pugni dati a Morgan I ‘postumi’ di Gasparri. E le bugie tra calciatori”

La conduttrice torna in tv su Real Time. “E vado a Venezia come regista”

Tokyo

Jacobs come un cannone, al resto serve un esorcista

Il velocista fissa il nuovo record italiano e va in semifinale dei 100 metri olimpici: un’impresa mai riuscita prima a nessun azzurro. Ma è una mosca bianca

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La notizia più brutta al ritorno dalle Olimpiadi. È morto il papà di Angela Carini, atleta di Afragola (Napoli) che ha gareggiato nei pesi welter femminili, dove ha perso ai quarti di finale. A dare la notizia la Federazione pugilistica italiana con un post su Facebook: “Oggi è venuto a mancare Giuseppe Carini, per tutti “Peppe”, l’amorevole papà dell’azzurra Angela Carini, appena rientrata da Tokyo 2020. Peppe e Angela hanno lottato insieme, fino alla fine, sul ring della vita che ha sempre messo a dura prova entrambi ma il loro legame profondo ed indissolubile, che abbiamo avuto la fortuna di condividere ed apprezzare, non avrà mai fine. Peppe è stato un grande uomo ed un grande poliziotto che, nonostante le difficoltà, ha saputo infondere forza, coraggio e amore ai propri figli, lasciando loro una preziosa eredità di valori e principi che ne illuminerà sempre il percorso. Con onore e con la dignità che distingue le persone speciali, Peppe non è mai sceso dal quadrato, contribuendo in modo determinante al sogno di Angela che, ora più che mai, dovrà essere alimentato dal ricordo indelebile di così tanta saggezza e passione. A nome e per conto del Consiglio Federale e dell’intero movimento pugilistico italiano esprimo le più sentite condoglianze ai figli Angela Carini e Antonio Carini, alla moglie Tina Marullo ed a tutta la famiglia“, firma il presidente FPI, Flavio D’Ambrosi e la foto è una bella immagine di Angela Carini e del padre all’Europeo Youth 2014. E anche la giovane atleta della Fiamme Oro ha postato parole d’amore per il papà nei giorni delle gare: “La mia prima Olimpiade , il nostro sogno che si realizza. Dal mio viso si può percepire la mia sofferenza, le mie paure, le mie mancanze. Sono salita su quel ring e dal primo minuto fino all’ultimo ho dato tutta me stessa. Su quel ring sono salita con un pezzo mancante del mio cuore, con una mancanza troppo forte nel mio cammino. Però sono sicura che sarai tanto orgoglioso di me perché ho lottato fino all’ultimo, non è stato mica facile vincermi, abbiamo perso con Onore. Siamo guerrieri, siamo lottatori, siamo noi. Sono scesa dal ring e volevo subito sapere di te, ed era tutto quello che sentivo dentro di me, niente stava andando per il meglio, situazione peggiorata, senza piangere incasso altri colpi e vado avanti continuo a crederci, perché tu non mi puoi lasciare Bà, non te ne puoi andare così via da me… tutto quello che ci siamo detti , le promesse… Amò ho bisogno di te“. È sempre Angela a comunicare che “oggi alle ore 16.00 presso la chiesa di Santa Maria Delle Grazie in Afragola si celebrerà la funzione religiosa. Addio al mio grande Eroe“.

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Sydney resta in lockdown almeno fino al 28 agosto con tanto di militari spiegati nelle strade, ma le stesse misure di confinamento sono state stabilite anche per lo stato australiano del Queensland, dove si trova Brisbane, al fine di contenere la diffusione della variante Delta che sta preoccupando tutto il Paese. Il blocco, ha avvertito il vice primo ministro dello stato, Steven Miles, entrerà in vigore dalle 16 (ora locale) e interesserà undici aree governative per tre giorni, tra cui Brisbane, la terza città più grande del Paese.

Questo nuovo lockdown, che sarà il “più severo” applicato nello Stato, impone ai residenti di poter uscire di casa solo per quattro motivi: l’acquisto di prodotti di base, il lavoro, le cure mediche o l’attività sportiva nel raggio di dieci chilometri dall’abitazione. Inoltre, le attività considerate “non essenziali”, come gli alberghi o i luoghi di intrattenimento, dovranno rimanere chiusi.

Nello specifico, le aree del Queensland che rimarranno in lockdown sono Brisbane, Ipswich, Logan City, Moreton Bay, Redlands, Sunshine Coast, Gold Coast, Somerset, Noosa, Lockyer Valley e Scenic Rim. La città di Brisbane si unisce così al lockdown che è già in atto a Sydney, capitale dello stato del New South Wales, epicentro dell’epidemia australiana. Proprio a Sydney centinaia di poliziotti sono pronti a rispondere alle manifestazioni contro il confinamento, dopo le proteste dello scorso fine settimana, in cui sono state arrestate più di 80 persone.

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Se c’è una cosa certa quando si parla di montagna è che non ci si improvvisa escursionisti. Soprattutto quando c’è di mezzo un ghiacciaio, con crepacci e seracchi spesso invisibili ma estremamente pericolosi e temperature rigide anche in estate. Ecco perché il Soccorso Alpino valdostano ha diffuso la foto di un escursionista sulla via normale del Breithorn, nel massiccio del Monte Rosa, a quota 4.000 metri, in pantaloncini corti ed equipaggiato in modo inadeguato per quelle altitudini. “In caso di caduta in crepaccio, a questa persona ha pochissime possibilità di sopravvivenza. Oltre alle conseguenze dovute alla caduta e allo sfregamento contro il ghiaccio, la permanenza nel crepaccio, con tale equipaggiamento, non consente la necessaria protezione dal freddo e l’ipotermia severa, che può verificarsi in tempi molto brevi, può portare alla morte”, le parole del direttore del Cnsas valdostano, Paolo Comune. “Purtroppo – aggiunge – nonostante i numerosi appelli alla prudenza, questi comportamenti sono molto frequenti. Per questo motivo torniamo a ribadire l’assoluta necessità di muoversi, in montagna, con attrezzatura e abbigliamento adeguati, con le opportune conoscenze del territorio e con la massima prudenza”. Allarmismo? No. Regole base per vivere al meglio la montagna.

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Con l’aumento dei contagi in Italia, complice la variante Delta, crescono anche i timori per alcune aree del Paese che potrebbero dover lasciare la zona bianca. A rischio Sardegna, Sicilia e Lazio. I parametri per i colori sono cambiati con il provvedimento del 22 luglio, ma questo non esclude che prossimamente in alcune aree tornino le restrizioni. Ecco tutto quello che c'è da sapere



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Dopo quarti di finale e semifinale entusiasmanti, a Mauro Nespoli non riesce l’impresa nella finalissima del tiro con l’arco alla Olimpiadi di Tokyo 2021. Il tiratore italiano è stato costretto a cedere al turco Mete Gazos, autore di una grande rimonta, che ha conquistato l’oro con il punteggio di 6-4 ((26-29, 28-28, 27-26, 29-29, 29-26). Decisivo il quinto e ultimo set, con l’azzurro che ha commesso un errore determinante che ha compromesso la vittoria finale, ma nulla toglie alla grande prestazione di Nespoli. Per l’azzurro (oro nella gara a squadre a Londra del 2012) l’argento conquistato ai giochi nipponici rappresenta il punto più alto della sua carriera.

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Catania brucia per il caldo e il soffocante vento africano e per le fiamme che alimentano diversi incendi. La zona maggiormente colpita è quella nel rione Fossa Creta dove diverse famiglie sono state costrette a lasciare le loro case. Chiuso al traffico l’asse dei servizi e bloccato l’accesso anche ad alcune strade. Un rogo ha distrutto lo stabilimento balneare Le Capannine del lungomare della Plaia.

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Centocinquanta persone bloccate dagli incendi due zone marinare di Catania sono state salvate da mezzi navali e personale della Capitaneria di porto. Per fuggire alle fiamme sono si sono recate sulla spiaggia dove sono state soccorse dalla guardia costiera prima con dei gommoni e poi trasbordate su motovedette. Sul posto anche un rimorchiatore e una mezzo navale della Guardia di finanza. Le persone soccorse sono dei villaggi Primosole e Azzurro. Alcuni di loro hanno perso la casa e saranno ospitati nel Palazzetto dello sport di piazza Spedini messo a disposizione dal Comune. Gli interventi sono stati coordinati dalla prefettura.

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Un’altra notte piena di atleti italiani in gara e a caccia di podio, con l’ormai consueto bilancio dolceamaro che ha accompagnato la nostra spedizione piena di medaglie, ma spesso a pochissimo da ori che non riescono ad arrivare. A portare a casa l’argento è Mauro Nespoli che sale sul podio dopo la gara individuale nel tiro con l’arco. L’azzurro è stato sconfitto in finale dal sorprendente turco Mete Gazoz per 6-4. Medaglia d’oro alla Turchia e bronzo al giapponese Takaharu Furukawa, che ha battuto il cinese di Taipei Tang Chih-Chun per 7-3 nella finalina di consolazione.

Simona Quadarella era chiamata prima di tutto a dimostrare di cambiare registro dopo la delusione nei 1500 stile libero. E ci è riuscita alla grande, come solo le campionesse vere sanno fare. Ha ottenuto un bronzo negli 800 sl che è il massimo possibile in una vasca in cui c’era la più grande di tutte, Katie Ledecky e la più in forma di tutte, l’australiana Ariarne Titmus, argento oggi e oro nei 200 e 400 sl. Lei stessa a fine gara ha detto di aver messo in gara veleno e cervello, quello che ci vuole quando sei all’angolo e devi rialzarti. Intanto la nazionale italiana del basket batte la Nigeria 80-71 e si qualifica per i quarti.

L’altro bronzo di giornata arriva dal pugilato, da Irma Testa nella categoria 57 kg. La sua semifinale è divisa in due parti molto diverse. Nel primo round l’avversaria di Irma, la filippina Neshty Petecio, molto più bassa della pugile italiana, non attacca e Irma la tiene a distanza con colpi di sbarramento premiati dai giudici. Dal secondo round invece Petecio inizia a entrare sotto la guardia della Testa e a sferrare colpi con maggiore energia e velocità. Non sono colpi molto precisi o potenti, ma arrivano in gran numero rispetto ai pochi colpi che la pugile di Torre Annunziata riesce a sferrare. Da quel momento i giudici premiano l’atteggiamento più aggressivo della Petecio e Irma non riesce più a entrare nel match, perdendo per 4-1. Anche se l’incontro lascia un po’ di amaro in bocca, non si può dimenticare come sia un altro bel bronzo vinto da una ragazza ancora giovane, che ha affrontato nel suo cammino olimpico tutte avversarie molto forti. Insomma Irma si è sudata questo bronzo, come ha sempre fatto con tutto nella vita.

Oltre le medaglie siamo arrivati quarti nella staffetta mista del nuoto, con il record italiano di Thomas Ceccon nei 100 dorso della prima frazione in 52.23. Ceccon insieme a Martinenghi, Di Liddo e Federica Pellegrini hanno nuotato tutti al loro meglio possibile in questo momento e per questo non ci si può troppo rammaricare per la medaglia di legno. Nella seconda semifinale dei 50 metri stile libero, Lorenzo Zazzeri riesce a entrare in finale olimpica con un crono di 21.75. È una finale con i padroni della velocità come Manadou, Fratus, Dressel e Proud ed è bello vedere Zazzeri sfidarli con il settimo tempo di entrata.

Il Comitato Olimpico Internazionale, accogliendo la richiesta avanzata dal Presidente del Coni, Giovanni Malagò, subito dopo il terzo posto nel 4 senza di canottaggio ottenuto da Matteo Castaldo, Marco Di Costanzo, Matteo Lodo e Giuseppe Vicino, ha deciso di assegnare anche a Bruno Rosetti il bronzo. L’azzurro era stato fermato dalla positività al Covid a poche ore dalla finale conquistata insieme ai compagni. L’ufficialità – si legge in una nota – è arrivata attraverso il Direttore Sport del Cio, Kit McConnell, che ha recepito l’istanza, considerandola fondata, in ragione della complessità del momento vissuto e del contributo offerto dal canottiere per il raggiungimento della finale da parte dell’imbarcazione.

Le sciabolatrici hanno raggiunto prima la semifinale, battendo la Cina per 45-41 con buone prove di Rossella Gregorio, Irene Vecchi e Martina Criscio, per poi essere spazzate via dalla Francia che nella semifinale raggiunge il 30-14. Per il terzultimo assalto entra la nostra riserva, Michela Battiston, quasi per dare anche a lei la possibilità successivamente di lottare per una medaglia di bronzo e invece recupera con un assalto da 18-5, portando la sfida sul 35-32. Purtroppo però Irene Vecchi e Rossella Gregorio non riescono a recuperare ancora e l’Italia perde 45-39 e ora dovranno giocarsi il bronzo contro la Corea.

Nella seconda giornata di atletica leggera altre buone sensazioni dai nostri atleti. Linda Olivieri eguaglia subito il suo personale nei 400 ostacoli, raggiungendo la semifinale, a cui accede anche Yadisleidis Pedroso con il tempo di ripescaggio di 55.57. A fallire il 5.30 di entrata è Claudio Stecchi, nel salto con l’asta. Ma Claudio si è operato al ginocchio a inizio stagione e non ha mai recuperato.
Luminosa Bogliolo è terza nella sua batteria e qualificata alla semifinale, mentre il risultato più bello è di Daisy Osakue, capace con il secondo lancio di eguagliare il record italiano di Agnese Maffeis, che nel 1996 lanciò il disco a 63.66. Raggiunge anche lei la finale e si mette in scia di parecchi compagni di squadra i quali proprio nel momento più importante, in una gara olimpica, migliorano i loro standard. Mauro Nespoli regola con un netto 6-0 il brasiliano Marcus D’Almeida agli ottavi dell’individuale del tiro con l’arco e accede ai quarti di finale.

La delusione più grande di giornata arriva invece dal Trap misto. Per settimane prima dei Giochi si è parlato della strana situazione in cui si sarebbero trovati a Tokyo i nostri due migliori tiratori, Jessica Rossi e Mauro De Filippis, sposati e poi separati. Dovevano sparare insieme per cercare di vincere una medaglia d’oro alla loro portata. Non si sa se questo abbia inciso ma i due sono stati disastrosi, mai veramente in lizza per il passaggio del turno per una delle due sfide per le medaglie. In particolare Jessica Rossi, la peggiore di tutti i partecipanti alla gara, ha colpito 67 piattelli su 75. La dodicesima posizione della coppia più attesa fa molto male, mentre ancora una volta San Marino può stupire. Insieme alla medaglia di bronzo dell’individuale, Alessandra Perilli, ha sparato alla grande anche Gian Marco Betti e sono entrati nella finale per l’oro contro la coppia spagnola, Galvez-Fernandez. Per il Titano ci sarà di nuovo una medaglia, che potrebbe anche essere del metallo più prezioso.

Al di là degli italiani, da sottolineare nei 100 farfalla uomini la vittoria con record del mondo in 49.45 di Caleb Dressel. Il nuotatore americano si candida fortemente a essere la faccia del nuoto in questa Olimpiade, in quanto ha vinto 100 stile libero e 100 farfalla, come solo Mark Spitz a Monaco 1972 prima di lui.

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Asia Argento è Asia Argento. Se deve annunciare un disco, non sceglie certamente degli scatti ‘classici’. Così, vestita solo di una tutina di pizzo e slip neri, Asia è appesa al soffitto con delle corde. Si tratta dello shibari, una disciplina giapponese nata come pratica sessuale BDSM. Le foto, pubblicate su Instagram, hanno scatenato i commentatori.

Come si capisce chiaramente dalla didascalia degli scatti, tutto a che fare con l’uscita del suo nuovo singolo e poi del disco, probabilmente nel mese di settembre. Non si sa bene con chi collaborerà ma dai tag nel post si può intuire qualcosa. Figurano DJ Gruff e Vera Gemma.

E se in molti hanno messo in evidenza la sensualità e la forza delle immagini, complimentandosi con Asia per “esprimere un’arte poco conosciuta in Italia”, qualcun altro invece le ha definite “diseducative“.

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“Salgono incidenza e Rt, che si fissa a 1.57, quindi ben al di sopra dell’unità. Per fortuna il carico sugli ospedali resta basso. La variante Delta è ormai dominante, bisogna mantenere comportamenti prudenti e correre a vaccinarsi“. Così il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, commentando i dati del monitoraggio regionale sul Covid.

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“Lei è Sanne, la mia fidanzata”, la campionessa olimpionica Lucilla Boari, bronzo nel tiro con l’arco, si commuove per il videomessaggio della fidanzata Sanne durante una conferenza stampa .

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Immersa nei i boschi di Zeist, la sede della KNVB (la Federcalcio olandese) è introdotta da un giardino nel quale sono posizionate le statue dei grandi del calcio arancione. Undici giocatori scelti da Johan Cruijff nell’ambito dell’iniziativa Oranje-elftal van de Eeuw (la Squadra olandese del Secolo) lanciata dal quotidiano De Telegraaf e che, oltre al citato Cruijff, includono Edwin van der Sar, Ruud Gullit, Marco van Basten, Frank Rijkaard, Ruud Krol, Johan Neeskens, Wim van Hanegem, Faas Wilkes, Abe Lenstra e Piet Keizer. A questi è stato affiancato l’allenatore del secolo, ovvero Rinus Michels. Anni dopo, in occasione del 125esimo anniversario della KNVB, un sondaggio aperto a tutti, lanciato dalla stessa Federazione, su quale avrebbe dovuto essere la statua da affiancare a quelle già presenti, ha visto la vittoria di Dennis Bergkamp. In tempi recenti, il numero dei manufatti è incrementato di un’ulteriore unità, introducendo nell’olimpo arancione Sarina Wiegman, l’attuale commissario tecnico della nazionale olandese femminile.

La scelta della Wiegman va oltre il valore meramente simbolico nel quale calcio maschile e femminile assumono pari dignità, ma è una logica conseguenza di un movimento che nei Paesi Bassi è cresciuto in maniera sensibile. Nessuna disciplina sportiva in Olanda nel biennio 2017-19 vanta un incremento percentuale come il calcio femminile, sia in termini di praticanti, sia di spettatori, sia di sponsorizzazioni. La principale forza di traino del movimento è rappresentato dalle Oranje Leeuwinnen (Leonesse), questo il soprannome della nazionale, che sotto la guida della Wiegman ha raggiunto risultati mai nemmeno sfiorati nelle gestione precedenti: campionessa d’Europa nel 2017, vice-campionesse del Mondo nel 2019 (sconfitte in finale dagli Stati Uniti) alla seconda partecipazione in assoluto alla fase finale del Mondiale, prima partecipazione ai Giochi Olimpici.

L’11 aprile 2001 l’allora c.t. della nazionale olandese maschile Louis van Gaal fu invitato a Hoogeveen per assistere a una partita delle Leeuwinnen, nella quale si sarebbe festeggiata la 100esima partita in nazionale della Wiegman. Van Gaal aveva da poco redatto un Masterplan sullo sviluppo e sulle prospettive del calcio nei Paesi Bassi, con diverse pagine dedicate al calcio femminile. Le olandesi persero il match 3-0 contro la Danimarca. A fine gare Van Gaal chiese alla Wiegman, ormai agli sgoccioli di una carriera all’insegna della vita da mediana, che cosa avrebbe fatto una volta chiusa l’attività agonistica. “Diventerò allenatrice”, fu la risposta. “Non per farne una professione, ma per contribuire con le mie idee a far crescere il movimento”.

La Wiegman ha fatto di più: ha cambiato il movimento, portandolo a una dimensione mai conosciuta prima. Ovviamente non ha costruito da zero, beneficiando del lavoro pionieristico fatto anno prima da Vera Pauw, ma da quando nel 2017 si è seduta sulla panchina della nazionale femminile, ha trasformato le potenzialità in realtà, assemblando il talento delle proprie giocatrici (alcune, come Lieke Martens e Vivianne Miedema, di altissimo spessore internazionale) in un contesto tattico solido e strutturato in cui la squadra viene sempre prima del singolo. Un approccio sistemico alla Van Gaal, con il quale condivide anche lo stesso piglio nell’affrontare i big dello spogliatoio quando non si conformano alle direttive. Soprattutto, però, il successo della Wiegman è l’aver creato delle icone femminili in uno sport tipicamente maschile. “Sapere che ragazzine e ragazzini”, ha dichiarato, “hanno nelle loro camere il poster di Lieke Martens accanto a quello di Memphis Depay, e che indicano le nostre giocatrici come modelli da imitare, rappresenta un successo che va oltre quello puramente sportivo”.

Quando nel 2017 le Oranje Leeuwinnen si laurearono campionesse d’Europa, nello staff della Wiegman c’era Foppe de Haan, il tecnico che tra il 2006 e il 2007 condusse l’Olanda maschile under-21 ai suoi primi, e finora unici, successi nell’Europeo di categoria. Dopo quel successo le strade dei due si sono divise, ma anche senza la presenza di personaggi così importanti il rendimento dell’Olanda femminile non ha rilevato cedimenti, confermando la Wiegman – che accanto all’attività di allenatrice ha sempre conservato quella di insegnante – quale tecnico capace di attingere da più fonti per poi rielaborarle in uno stile proprio. I Giochi olimpici di Tokyo rappresentano la chiusura del cerchio, nonostante la sconfitta ai quarti di finale ancora contro gli Stati Uniti (ai calci di rigore). Da settembre inizierà una nuova era per tutti, in primis proprio per la Wiegman, che si trasferirà in Inghilterra per sostituire Phil Neville (già rimpiazzato in questi mesi da un traghettatore) quale c.t. della nazionale femminile, attesa nel 2022 da un campionato Europeo da disputare in casa.

L’Olanda rimane il paese in Europa dove le distanze tra calcio maschile e femminile sono, fatte le debite proporzioni, più ridotte. Dalla prossima stagione le società amatoriali potranno tesserare della calciatrici (è il primo stato al mondo ad aver introdotto questa regola) e, dal momento che la Coppa d’Olanda è una competizione aperta a squadre di qualsiasi livello, oltretutto con sorteggio integrale puro, potrebbe capitare che l’Ajax, il Psv Eindhoven o il Feyenoord si trovino di fronte una squadra mista. E poi c’è Sarina Wiegman, la donna che si è meritata, ottenendola, una statua per meriti sportivi accanto ai miti che hanno fatto conoscere il proprio paese in ogni parte del mondo.

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Si stava per esibire a San Benedetto del Tronto sulle note di Piazza Grande di Lucio Dalla quando, all’improvviso, un malore lo ha fatto accasciare a terra. Soccorso dai musicisti sul palco, Gaetano Curreri, cantante degli Stadio di 69 anni, è stato portato ieri notte in ospedale ad Ascoli, dove si trova ricoverato in terapia intensiva. Al momento le sue condizioni sono stabili.

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“Da anni un italiano residente a Caracas può votare per posta. Invece un residente a Palermo domiciliato a Torino per motivi di studio o lavoro deve tornare, investendo tempo e denaro, altrimenti non può votare”. Il paradosso sottolineato da Federico Anghelé, direttore dell’organizzazione non profit The Good Lobby, ripropone la questione del diritto di voto per chi è fuori sede in vista delle prossime elezioni regionali in Calabria e delle amministrative che interesseranno 1.300 Comuni. Tema ancor più attuale in tempi di Covid, con la necessità di limitare al minimo gli spostamenti.

Ai tentativi del Parlamento di trovare una soluzione, il ministero dell’Interno frappone problemi logistico-organizzativi “insormontabili”. Una posizione che Anghelé interpreta come “resistenze degli apparati burocratici. La volontà politica di riconoscere un diritto c’è, ma non si arriva mai al dunque”. E così l’Italia finisce in fondo alla classifica dei paesi Ue: secondo il report Fuori sede al voto: realtà in Europa, miraggio in Italia preparato da The Good Lobby e dal comitato Io voto fuori sede, solo Italia, Cipro e Malta non hanno previsto alcun sistema che tuteli in questo senso i cittadini in mobilità. Alle quasi 3 milioni di persone che secondo l’Istat vivono fuori dalla loro regione di residenza non resta che un’unica soluzione: “Ma spesso è impraticabile – dice Anghelé – visto che i costi di trasporto vengono rimborsati solo in modo parziale e gli impegni di lavoro o studio spesso sono un ostacolo alla possibilità di intraprendere un lungo viaggio”.

Eppure di soluzioni in giro per l’Europa ce ne sono, secondo l’analisi di The Good Lobby. La Spagna, per esempio, è uno dei Paesi dove si può votare per corrispondenza sia alle elezioni politiche, che a quelle regionali, comunali ed europee. Un metodo di voto che agli spagnoli sembra piacere: alle politiche di aprile 2019, riferisce il report, hanno votato per posta ben 1.362.500 persone, mentre alle consultazioni municipali di Madrid del 2021 le richieste di voto per posta sono state 235.696.

In Francia, fa notare The Good Lobby, si può addirittura votare per delega. In sostanza l’elettore assente sceglie una persona che voti al suo posto, rispettando le istruzioni date da chi delega. In tal caso l’elettore, spiega il report, deve “compilare un modulo online oppure cartaceo e presentarsi di persona davanti a un pubblico ufficiale. L’elettore non deve fornire alcuna certificazione per giustificare la propria assenza”. Il ballottaggio delle elezioni presidenziali del 2017 ha visto il 7% dei voti espressi per delega. Anche nel Regno Unito, in Polonia, Belgio, Paesi Bassi e Svezia ci sono sistemi analoghi di voto per procura. Sistemi, va però detto, che difficilmente potremmo importare: se delegassimo qualcuno a esprimere un voto secondo le nostre indicazioni, il nostro voto non sarebbe più segreto e si andrebbe a ledere un principio sancito dall’articolo 48 della Costituzione.

In Estonia si può votare a distanza grazie all’i-voting, cioè attraverso Internet. “Il voto elettronico con risultati vincolanti viene effettuato in Estonia dal 2005 – si legge nel report – L’i-voting è popolare soprattutto perché considerato efficiente e conveniente. Tuttavia, diversi osservatori internazionali sostengono che le tecnologie attuali sono ancora troppo vulnerabili e che organizzare elezioni generali tramite il voto elettronico porrebbe problemi di sicurezza informatica non trascurabili”. In ogni caso oggi un terzo dei voti in Estonia vengono espressi via Internet.

In Danimarca chi non può andare al proprio seggio il giorno del voto ha la possibilità di votare in un seggio diverso da tre settimane a due giorni prima delle elezioni. Alle Parlamentari del 2019 la procedura di voto anticipato è stata utilizzata nell’8,37% dei casi. Un sistema simile è presente in altri 11 Paesi europei, ma non ancora in Italia. Da noi solo proposte di legge, come quella del deputato del M5s Giuseppe Brescia, che prevede il voto nella prefettura dove si è domiciliati, o quella dell’ex ministra del Pd Marianna Madia che punta sul voto per corrispondenza e la sperimentazione del voto elettronico. Tutte idee ferme al palo per le resistenze del Viminale. “Così i cittadini che vivono, studiano o lavorano lontano dal proprio luogo di residenza – conclude Anghelé – vengono sistematicamente privati del loro diritto di voto”.

@gigi_gno

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Sesterzio moneta locale per Roma. C’è già un prototipo, con i volti noti della storia della Capitale, da Alberto Sordi alla Sora Lella, passando per Trilussa e Anna Magnani. È la proposta di uno dei candidati a sindaco di Roma. Perché tra i tanti concorrenti, piccoli e piccolissimi per peso elettorale e che stanno spuntando in vista del voto in autunno (tra le ipotesi più accreditate al momento c’è il 3 ottobre), c’è anche quello di un partito sconosciuto, Riconquistare l’Italia, che ha messo in campo Gilberto Trombetta. Quarantaquattro anni, giornalista. Per Trombetta si annuncia una corsa in salita ma anche una campagna elettorale che probabilmente farà discutere: per i temi, sempre al centro del confronto tra forze antagoniste in politica, e per le proposte. Appoggiato da Vox Italia e Italexit di Gianluigi Paragone, Trombetta – oltre a promettere una campagna elettorale alternativa a quella “dei partiti sia di destra che di sinistra che oggi governano”, fondata su socialismo, antieuropeismo e sovranismo “inteso come nella Costituzione e non nell’accezione poi utilizzata dalle destre che se ne sono appropriate”, ispirata “ai valori della Costituzione del 1948” – punta a portare nella Capitale una valuta locale, diversa dall’euro.

IL SESTERZIO – Trombetta ha scelto il sesterzio e il prototipo riporta già una sua eventuale investitura a sindaco di Roma con tanto di firma. Saranno banconote, niente monete per ora: un sesterzio vale un euro, dieci sesterzi dieci euro. La differenza è dove e come li si potrebbe utilizzare. Per pagare fornitori, nel caso delle imprese, servizi pubblici nel caso dei residenti, ma anche dei turisti, ottenere prestiti anche se si è in condizione di svantaggio economico. Il prototipo del sesterzio elaborato “è un esempio per ora, chiaramente”, precisa Trombetta. Che poi dice: “Per noi di Riconquistare l’Italia i problemi nascono da una impostazione liberale e liberista dell’economia. Oggi mancano partiti socialisti o neosocialisti e ne abbiamo fondato uno che ha l’aspirazione di essere democratico, per i lavoratori e per il popolo. Tuttavia rifiutiamo la polarizzazione a destra o a sinistra e ci proponiamo di creare una moneta locale alternativa perché, con i vincoli di bilancio, altrimenti, non si potrà mai fare nulla a Roma”.

OPERAZIONE SOUVENIR – Il sesterzio potrà essere all’antica maniera: in carta, formato banconota, ma anche al passo con i tempi, e quindi digitale, come una credit card. “Il meccanismo è simile a quello di un buono spesa – aggiunge Trombetta – con la differenza che gli euro potranno essere convertiti in sesterzi ma non i sesterzi in euro”. E con questo sistema ci sarebbe pure da metter su un tesoretto usando i sesterzi come souvenir. “L’abbiamo chiamata operazione souvenir – racconta il candidato –. Un turista che viene a Roma avrebbe lo stimolo di cambiare gli euro in sesterzi per avere, ad esempio, sconti su servizi come trasporti e musei. Quelli che gli avanzano” non essendo riconvertibili in euro “se li può portare via come souvenir e la nostra stima è che si crei un tesoretto di 3-400 milioni di euro l’anno dal turismo con l’operazione souvenir: soldi con cui si possono aiutare le fasce più disagiate, per esempio i disoccupati, considerato che la moneta la eroga direttamente l’ente locale”, così come i sussidi. Esempi del genere ci sono a Cosenza con il Bruzio, valuta in moneta metallica, e con il Sardex in Sardegna. “Infine, il sesterzio lo rende disponibile il Comune – conclude Trombetta –, e le imprese ci possono pagare un bonus ai dipendenti, seppur non lo stipendio, ma anche i fornitori”. Un’economia (e forse anche una città) parallela, quindi, che resterà invisibile ma farà discutere in attesa del voto d’autunno.

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“Una sorveglianza sproporzionata” rispetto all’obiettivo, a cui è stato dato via libera “senza avere una completa comprensione degli usi e degli abusi che possono derivare da un accesso capillare alle comunicazioni digitali”. Nonostante l’esperienza mostri che “non esistono casi di utilizzo di sorveglianza di massa con esito positivo nel prevenire fenomeni di abuso. Al contrario invece tutti i programmi di sorveglianza di massa sono stati utilizzati per abusare dei diritti dei cittadini”. Alberto Pelliccione è il numero uno di ReaQta, azienda di cybersecurity che sviluppa una piattaforma in Intelligenza artificiale utilizzata da grandi aziende e governi per identificare e tracciare operazioni di spionaggio ed attacchi informatici di alto profilo. In passato ha lavorato nel settore governativo su operazioni di intelligence, lawful interception ed anti-terrorismo in ambito cyber. Il suo giudizio sul nuovo regolamento Ue ChatControl, che apre la strada alla alla sorveglianza su email e chat da parte di sistemi di intelligenza artificiale con il fine dichiarato di combattere gli abusi sui minori online, è netto: sarà poco efficace nel raggiungere l’obiettivo e determina enormi rischi.

Qual è il suo giudizio sul regolamento Ue ChatControl?
ChatControl apre le porte a quello che rischia di diventare un ciclo pericoloso per il cittadino, dove aziende private si occupano di identificare, scrutinare e segnalare alle autorità, a loro discrezione, contenuti che possono rappresentare attività di abuso. L’impressione è che ChatControl sia stato approvato senza avere una completa comprensione degli usi e degli abusi possibili che possono derivare da un regolamento così ampio che consente un accesso capillare alle comunicazioni digitali.

I gestori privati dei servizi di comunicazione elettronica diventano con ChatControl una sorta di polizia giudiziaria, con mandato pubblico di sorvegliare tutti gli utenti per contrastare gli abusi sui minori. C’è il rischio che entrino in gioco i loro interessi privati, magari in ottica di profilazione degli utenti?
I gestori di servizi e piattaforme hanno vari interessi, da un lato c’è il desiderio di ridurre quanto possibile il fenomeno degli abusi, dall’altro c’è anche la spinta a proteggere il proprio brand. Nessuna azienda vuole essere associata ad attività di questo genere. Ma una volta concesso l’accesso al dato – come le conversazioni ed immagini scambiate tra gli utenti – cosa avviene dopo non è dato sapersi. La profilazione è solo uno degli scenari possibili e non va dimenticato che di tutti i contenuti ispezionati, la quasi totalità sarà completamente legittima, seppure di carattere estremamente privato, e nulla avrà a che vedere con abusi e pur tuttavia saranno finiti sotto lo scrutinio di un numero imprecisato di soggetti.

I detrattori di ChatControl insistono sul problema dei falsi positivi, col rischio che persino psicologi o avvocati che tutelano casi di abuso sui minori possano finire col trovarsi in qualche database come pedofili solo perché hanno acquisito prove dalle vittime. E’ un pericolo reale?
Certamente lo è, ci sono già stati numerosi falsi positivi prima di ChatControl e quando si attiva un programma di sorveglianza di massa è legittimo pensare che ce ne saranno in quantità importanti. Come faranno i sistemi, e le persone dietro a questi sistemi, a decidere quando c’è un abuso? Come si farà a discriminare le attività di abuso da quelle di supporto ad una vittima? Sono domande a cui ChatControl non risponde ed in compenso autorizza una sorveglianza sproporzionata. Il rischio è che un falso positivo faccia finire un innocente in un database dal quale uscire potrebbe costare tempo, denaro e ripercussioni di ogni genere. Gli scenari possibili sono tanti, forse troppi per giustificare un intervento di sorveglianza cosi pesante.

Il monitoraggio delle nostre attività online è già ad un livello molto più avanzato rispetto alla consapevolezza della popolazione a riguardo?
Varie piattaforme di uso comune, tra cui Gmail e Facebook per menzionarne due, effettuano già una serie di controlli per identificare questo genere di contenuti. La polizia federale svizzera ha riportato che l’86% dei “machine generated” report sono falsi positivi, un numero che solleva interrogativi importanti quando i numeri in ballo saliranno di 100 o più volte. Quanto autorizzato da ChatControl viene già fatto – in parte – da vari colossi ed ora questo potere viene semplicemente esteso a tutti i fornitori di servizi.

La messaggistica crittografata – pensiamo a Whatsapp o Signal – pare esclusa al momento dal regolamento ChatControl ma si parla di un testo di follow up che uscirà a breve. Come sarà possibile tecnicamente intercettare i contenuti crittografati?
Al momento queste applicazioni sono escluse ma molto probabilmente rientreranno all’interno di ChatControl 2.0. La cifratura end-to-end adottata da Whatsapp e Signal dovrebbe essere immune a tentativi di intrusione, anche se esistono vie traverse per renderlo possibile. WhatsApp consente la creazione di gruppi di utenti e la comunicazione nei gruppi è cifrata. Una possibile via sarebbe quella di rilasciare al pubblico una versione “ChatControl compliant” del proprio client con la capacità di trasformare ogni chat in un mini-gruppo tra due interlocutori ed un terzo ascoltatore invisibile. Stesso discorso per Signal anche se in questo caso la natura open source del progetto renderebbe l’intervento esterno più visibile, mentre WhatsApp, in teoria, potrebbe rilasciare l’aggiornamento in maniera silente.

ChatControl prelude ad un nuovo modo di leggere il rapporto tra tutela della privacy e esigenza di sorveglianza di massa a fini preventivi?
Quando la tutela della privacy viene affidata ad aziende private che diventano osservatori, archiviatori e giudici, è difficile vedere un regolamento del genere come un nuovo modello di tutela della privacy, al contrario sembra invece un modo di autorizzare la violazione della privacy su larga scala. Fino ad oggi non esistono casi di utilizzo di sorveglianza di massa che hanno avuto esito positivo nel prevenire fenomeni di abuso, al contrario invece sappiamo che tutti i programmi di sorveglianza di massa sono stati utilizzati per abusare di quelli che erano i diritti dei cittadini. La storia recente ci insegna due fatti importanti: non siamo bravi a gestire, proteggere ed utilizzare enormi volumi di dati sensibili e la sorveglianza mirata funziona molto meglio di quella di massa ma con potenziale di abuso molto più limitato.

Quanto saremo liberi di poter mantenere le attuali condizioni di privacy dei nostri servizi di comunicazione digitale, dopo l’entrata in vigore di ChatControl?
Lo saremo fintanto che continueremo ad utilizzare applicazioni capaci di cifratura end-to-end, ma dopo l’avvento di ChatControl 2.0 chi avrà il desiderio di discutere intimamente col proprio partner in un contesto esclusivo ed in assenza di terzi osservatori dovrà probabilmente fare i conti con una nuova realtà. Ma in gioco c’è molto di più e andrebbe aperto un dibattito su quanto sia davvero necessario scrutare nel dettaglio la vita di ognuno di noi al fine di prevenire un abuso, ma senza alcuna garanzia su dove finiranno quei dati, chi li guarderà, per quanto tempo saranno archiviati. Chi ci garantisce che domani quelle conversazioni intime non verranno utilizzate come arma di ricatto o utilizzate esse stesse per abusare dei soggetti? In un’epoca dove i furti di dati sono all’ordine del giorno, come sarà possibile garantire la riservatezza di queste conversazioni quando saranno sparpagliate su decine di gestori ed in balia di attacchi di ogni tipo? Vale davvero la pena attivare una sorveglianza su così ampia scala quando sappiamo che interventi mirati sono invece molto più efficaci?

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Design, configurazione meccanica e pedigree da mondiale rally sono gli elementi che rendono la Renault 5 Turbo un’icona automobilistica degli anni Ottanta. La stessa che ora riceve nuova linfa vitale grazie alla francese Legende Automobiles, che ha concepito un restomod – cioè un’operazione di restauro e contestuale aggiornamento della componentistica – che ottimizza tutti gli aspetti del progetto originale.

Ne scaturisce la Legende Turbo 3: la configurazione tecnica rimane la stessa, fatta di motore centrale (disposto dietro ai sedili anteriori e davanti l’asse posteriore) e trazione posteriore, ma tutto il resto viene implementato alla luce della tecnologia più moderna. La carrozzeria è completamente realizzata con la fibra di carbonio per ridurne al minimo il peso, mentre il powertrain si compone di un’unità termica turbo da oltre 400 CV di potenza, trasmessi al retrotreno tramite un cambio sequenziale a sei marce.

Il design non si discosta da quello della Renault 5 Turbo, ma appare più muscoloso e moderno per via dei parafanghi extralarge e dei gruppi ottici a led. In coda, invece, spiccano i due terminali di scarico affogati nel diffusore aerodinamico. Cresce pure la dimensione dei cerchi di lega, che arrivano a 17 pollici, verosimilmente per ospitare i dischi maggiorati di un impianto frenante ad alte prestazioni di ultima generazione.

All’interno, invece, l’architettura della plancia – foderata di tessuto tecnico – è conservata, anche se la strumentazione analogica lascia il posto a un pannello digitale. Inediti pure il volante, le bocchette dell’aria e i comandi del climatizzatore. Irrinunciabili, infine, i sedili sportivi con poggiatesta integrato e le cinture a 6 punti di ancoraggio. Al momento Legende Automobiles non ha specificato né prezzi né tiratura del veicolo. Ma, visto il genere, il listino sarà certamente ad appannaggio dei collezionisti più facoltosi.

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Secondo gli ultimi dati del report settimanale del commissario straordinario per l'emergenza Covid, sono 220.605 coloro che tra il personale scolastico non hanno fatto nemmeno una dose del vaccino. La scorsa settimana la percentuale era di poco superiore, 15,17% (222.132). Tra il personale sanitario è immunizzato il 93,91%



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In Italia aumentano i contagi a causa della variante Delta, ma l'occupazione dei posti letto per i pazienti Covid nei reparti di terapia intensiva e area medica rimane sotto la soglia critica, fissata dai nuovi parametri al 10% e 15%. Agenas rileva che questi due parametri, al momento, sono rispettivamente al 2 e al 3%. La pressione ospedaliera si concentra soprattutto al Sud



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Il ministero della Salute chiarisce con una circolare quali sono i contenuti che i certificati vaccinali o di guarigione di altri Paesi devono avere per poter viaggiare in Italia. La validità è la stessa prevista per la certificazione verde italiana. Accettate solo le somministrazioni con i quattro farmaci approvati dall'Ema



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Il report settimanale del commissario: non è vaccinato il 15% del personale scolastico e 4,6 milioni di over 50 non hanno ancora ricevuto la prima dose. La variante Delta prevalente al 95%, ora circola soprattutto tra i giovani. Oltre 6.600 nuovi contagi, in aumento i ricoveri. Verso la terza dose di vaccino per immunodepressi e fragili. Green pass: il Viminale annuncia più controlli



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La vera sconfitta -Tutti contro la Cartabia

Le figuracce su mafia e processi: Santa Marta si è giocata il Colle

Scorie – 5Stelle e Anm contro la Guardasigilli. Conte s’è rafforzato, ma con Salvini sarà duello sul Rdc: “Dobbiamo giocare di anticipo”

La mafia è maggioranza di

Siccome l’“informazione” ha visto un altro film, riepiloghiamo quello vero. Il Governo dei Migliori partorisce una “riforma della giustizia” che ammazza tutti i processi d’appello (stragi e omicidi esclusi) che non arrivino a sentenza entro 2 anni da quella di primo grado: “improcedibili”. Tutti i partiti tranne uno e tutti i giornali tranne uno dicono […]

Le norme

L’ultima beffa: solo “criteri stringenti” per riaprire indagini

Il blitz del forzista Zanettin

Al G20

“Gli esperti protestano? Fa nulla”

La gaffe di Draghi sulla protesta degli archeologi

di Leonardo Bison
Report

Allarme Usa: “Delta contagia come varicella”

Il Cdc americano

I verbali di Amara

“Loggia Ungheria”, indagato pure il capo dei pm milanesi

Il caso – Francesco Greco interrogato tre settimane fa dai colleghi di Brescia. L’accusa: “Omissione d’atti d’ufficio”. Iscrizione dovuta

di Urbano Croce e Antonio Massari
Elezioni suppletive

Il caso Mps inguaia Letta: ora a Siena rischia grosso

Regalo a Unicredit – È il candidato del partito che ha guidato la banca per anni e vuole succedere a Padoan, che prima l’ha nazionalizzata e adesso se la prende

Petrolio

Big oil: il trattato ingabbia-Stati, L’Italia può perdere 275 milioni

I colossi e le cause a chi riduce le fonti fossili

Il colloquio

“Mia sorella Daphne fu vittima dello Stato. Azzerare tutti i poteri”

Quando raggiungo al telefono Corinne Vella, la sorella di Daphne Caruana Galizia che, con il resto della famiglia, nei 4 anni da quell’autobomba esplosa il 16 ottobre 2017, mai ha smesso di cercare la verità sull’omicidio della giornalista, è ancora recentissima la lettura delle 437 pagine del rapporto dell’inchiesta pubblica su quell’assassinio. “È una conferma […]

Giravolte

Le mosche cocchiere: Pd, Lega, Iv, ministra, Di Maio

Hanno vinto tutti, stando alle dichiarazioni del giorno dopo e alle rassegne stampa: “Scudo di Di Maio e Giorgetti dietro la resa M5S” (Sole 24 Ore), “Di Maio convince Conte” (Repubblica), “Il sorriso di Draghi, la sponda di Giorgetti” (Corriere della Sera), “Draghi convince il M5S” (La Stampa). Eppure qualcosa non torna, perché fino a […]

In commissione

Casellati “molla” i piccoli tribunali dell’Abruzzo: chiusi nel 2022

Eper fortuna che lo scorso weekend Maria Elisabetta Alberti Casellati era stata accolta come una regina in Abruzzo dal presidente Marco Marsilio in persona: ieri però l’indice di popolarità della presidente del Senato in regione è precipitato dopo la sua decisione di stralciare per “estraneità della materia” dal decreto su Pa e giustizia, l’emendamento approvato […]

In piazza

Vittime in rivolta: “I nostri processi vanno in fumo, senza giustizia”

La protesta a Montecitorio delle vittime dei disastri colposi e dei reati a rischio incenerimento dalla riforma Cartabia ha il volto di Mario Sanna, presidente della Associazione “Il Sorriso di Filippo”, nata per ricordare il figlio Filippo Sanna, vittima del sisma di Amatrice. Mario Sanna ha ripetuto in piazza le parole pronunciate dal procuratore di […]

di Vin.Iur.
Covid-19

Il virus ha ricominciato a frenare. Ma il Sud rischia di tornare giallo

La quarta ondata

di Ste.Ca.
Mal di pancia

L’altra Lega (dei pro-vax) Zaia e Fedriga in rivolta

Aleggere gli ultimi fatti con gli occhi di chi sta fuori, potrebbe sembrare la solita messinscena del poliziotto buono e del poliziotto cattivo tra la Lega di governo (Giancarlo Giorgetti) e quella scesa in piazza con i no green pass – in prima fila c’erano Borghi, Siri e Bagnai – con il placet di Matteo […]

La ripresa

Balzo del Pil, ma mancano 470 mila posti

I dati Istat – Verso una crescita del 5% nel 2021. Ma i livelli pre-covid li rivedremo nel 2023

di Cdf
Germania

L’estate è finita, i Verdi recuperano con la scuola

Elezioni a settembre – Lunedì si torna in classe. Baerbock rilancia la campagna con la polemica sui filtri dell’aria e sale nei sondaggi. Laschet “troppo moderato”

Afghanistan

Gli Usa salvano i loro interpreti

Dopo il ritiro – Grande fuga: Roma nicchia sui collaboratori italiani. Profughi in Turchia

Il post-lockdown d’autore

Casa dolce casa: nido o cella?

Mode – In libreria, artisti e filosofi riflettono sull’abitare

Fenomeni

Famolo strano: piano in vetta, punk in chiesa, jazz sugli scogli

Dalla classica al pop, l’Italia della musica riparte con concerti all’aperto nei luoghi più suggestivi e insoliti: chi suona sul Gran Sasso e chi, invece, vista mare

Classici

Pavese, scrittore “manierista e datato: è rimasto un paesano”

Torna “Paesi tuoi” con una introduzione di Asor Rosa

di Renzo Paris

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Si sono rimessi insieme facendo avere un impennata di citazioni di Amici mai di Venditti. Sono ancora belli, famosi, senza dubbio ricchi e parrebbero anche innamorati. Il mondo del gossip giubila per Jennifer Lopez e Ben Affleck di nuovo fidanzati. Noi pure, qui nella redazione di FQMagazine, nonostante siamo disillusi e poco amanti del pettegolezzo (ce ne occupiamo perché è uno sporco lavoro che qualcuno deve pur fare), tifiamo per i due, anche perché finalmente le pagine dei rotocalchi sono in balia di due cinquantenni e questo ci fa nutrire speranze per un futuro fatto di ritorni di fiamma e nuove vite. In ogni caso, i due sono a Capri in vacanza. Tra le tante cose che Ben e Jen non hanno (immaginiamo, non saranno perfetti) c’è il buon gusto. I ‘Bennifer’ (così li chiamano nel roseo mondo del gossip fin dai primi duemila, potete farlo anche voi a casa: vi chiamate, per esempio, Sara e Alessandro? Potete essere i Sarandr) si godono il mare a bordo di Valerie, un mega yacht battente bandiera Saint Vincent e Grenadine che cosa 110 milioni di euro. 85 metri, 9 cabine, spam, piscina, eliporto. Ora, va da sé che ognuno spende i propri soldi come vuole ma c’è da scommettere che si possa passare una bella vacanza anche in uno yacht di 40 metri, meno vistoso (e inquinante, anche se si tratta comunque di una ‘bomba a mano’ per il mare) e più difficile da ‘individuare’ per mantenere privacy. Che dire poi di una bella casa nascosta in Costiera o in un altro magico posto sul mare, in Italia, con un gommone da prendere al mattino per visitare le calette più belle? Bennifer, siamo felici per voi ma la classe non sta passando dalle parti di Valerie.

ps. Abbiamo dovuto tagliare l’immagine perché secondo le dimensioni previste dal magazine la nave è troppo lunga

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Stanno facendo il giro del mondo alcune immagini girate sulle strade di Lopburim in Thailandia, che mostrano uno scontra tra due gruppi di scimmie affamate, probabilmente per contendersi da mangiare. Non è la prima volta che accade da quando è iniziata l’epidemia da Covid19. Con le restrizioni imposte dal numero dei contagi, i turisti si sono ridotti sensibilmente. E le scimmie, che spesso ricevevano cibo proprio dai visitatori, fanno molta più fatica a sopravvivere

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L’indice Rt e l’incidenza fanno un altro balzo verso l’alto. Il nuovo monitoraggio settimanale del ministero della Salute-Iss, ora all’esame della Cabina di regia, segnala che il primo valore, che serve a capire la replicabilità del contagio, arriva a 1,57, rispetto all’1,26 della scorsa settimana. Aumenta inoltre l’incidenza settimanale di Covid a livello nazionale: i dati riferiti al periodo 19-15 luglio mostrano “evidenza di forte aumento dei casi diagnosticati in quasi tutte le Regioni” e aumenta “in maniera molto significativa” la trasmissione dell’infezione, “con quasi tutte le regioni e province autonome classificate a rischio epidemico moderato”, si legge nel monitoraggio. Il numero di casi per 100mila abitanti, che serve a percepire la circolazione del virus, sale da 41 a 58. I due parametri, indice Rt e incidenza, non sono più quelli determinanti per cambio di fascia delle Regioni e le relative restrizioni: i nuovi criteri decisi dal governo infatti attribuiscono più importazione alla percentuale di saturazione delle aree mediche e delle terapie intensive. I ricoveri sono in aumento, si legge nel monitoraggio, ma al momento nessuna Regione e Provincia autonoma supera la soglia critica di occupazione dei posti letto.

Il tasso di occupazione in intensiva è stabile al 2%, con un lieve aumento nel numero di ricoverati che passa da 165 (20/07/2021) a 189 (27/07/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche nazionale aumenta invece al 3% rispetto al 2% della scorsa settimana. Il numero di ricoverati in queste aree è in aumento da 1.194 a 1.611. Sono 20 – rispetto alle 19 della scorsa settimana – le Regioni e Province autonome classificate a rischio moderato e una solamente (Molise) a rischio basso questa settimana. Diciassette Regioni e Province autonome riportano inoltre allerte di resilienza.

Il monitoraggio settimanale evidenzia inoltre la necessità di accelerare i tempi per raggiungere una elevata copertura vaccinale ed il completamento dei cicli di vaccinazione per prevenire ulteriori recrudescenze di episodi di aumentata circolazione del virus sostenuta dalle varianti. La circolazione della variante Delta, infatti, è in aumento in Italia ed è ormai prevalente. Questa, si rileva, ha portato ad un aumento dei casi in Paesi con alta copertura vaccinale, pertanto è opportuno un capillare tracciamento e sequenziamento dei casi. “Sulla base dei dati e delle previsioni, della presenza di focolai causati dalla variante virale Delta in Italia e delle attuali coperture vaccinali, è opportuno mantenere elevata l’attenzione, così come applicare e rispettare misure e comportamenti per limitare l’ulteriore aumento della circolazione virale”, raccomanda il monitoraggio Iss.

La situazione negli ospedali Regione per Regione
Aumentano i ricoveri nei reparti di terapie intensiva e di area medica: in testa alla classifica si collocano le Regioni meridionali e il Lazio. Se il tasso di occupazione nazionale si mantiene infatti sotto la soglia critica sia per l’occupazione dei posti letto nelle terapie intensive (al 2,2%) sia nei reparti (al 2,9%), i valori salgono in alcuni territori. Con i nuovi parametri, infatti, la soglia critica che segna il passaggio alla zona gialla per le Regioni è fissata al 10% e 15% di occupazione rispettivamente per le intensive ed i reparti ordinari. Per i ricoveri in reparto i numeri più alti si segnalano in Sicilia (8%), Calabria (6,6%) e Campania (4,9%). Per le terapie intensive, invece, i maggiori tassi di occupazioni sono evidenziati in Sicilia (4,7%), Sardegna (4,2%) e Lazio (3,7%). Questi i tassi di occupazione nelle varie Regioni rispettivamente per le aree mediche e le terapie intensive, secondo i dati del monitoraggio settimanale:
Abruzzo 1,8% – 0,0%; Basilicata 3,8% – 0,0%; Calabria 6,6% – 3,3%; Campania 4,9% – 1,8%; Emilia-Romagna 2,5% – 1,2%; Friuli Venezia Giulia 0,8% – 1,1%; Lazio 4,0% – 3,7%; Liguria 2,1% – 2,8%; Lombardia 2,8% – 2,0%; Marche 1,3% – 1,9%; Molise 0,6% – 0,0%; Bolzano 2,6% – 0,0%; Trento 1,2% – 0,0%; Piemonte 1,2% – 0,5%; Puglia 2,8% – 2,2%; Sardegna 4,4% – 4,2%; Sicilia 8,0% – 4,7%; Toscana 2,2% – 3,3%; Umbria 1,8% – 2,1%; Valle d’Aosta 1,5% – 0,0%; Veneto 1,5% – 1,6%. ITALIA 2,9% – 2,2%.

L'articolo Monitoraggio Iss: salgono ancora l’Rt (1,57) e l’incidenza. “Ricoveri crescono, ma nessuna Regione sopra soglia critica” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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