L’emergenza Covid rischia di riuscire dove il terrorismo degli anni Settanta-Ottanta ha fallito? Il Viminale fa sapere che sale l’allerta sul rischio di tensioni sociali. La Procura Generale di Napoli ritiene che i disordini che hanno ferito la città non possano essere considerati episodi isolati. Che vi possano essere infiltrate frange terroristiche. Sono due analisi che lanciano un grido d’allarme inquietante. Siamo di fronte ad una nuova strategia della tensione? E se la risposta è sì, siamo in grado di individuarne regia e scopi? Sappiamo tutti come siamo arrivati fino a qui, dove ora regnano paura e disorientamento.
La pandemia ha messo in crisi i diritti fondamentali dell’uomo insieme e contro quello più importante: la salute. Una bomba sociale purtroppo non nuova, ma di potenza senza precedenti. Su quale terreno si gioca questa complicatissima partita? Ha un nome che accomuna tutti, governo ed opposizione: propaganda. “La sua definizione è concettualmente illuminante: la propaganda è l’attività di disseminazione di idee ed informazioni con lo scopo di indurre a specifici atteggiamenti ed azioni ovvero il conscio, metodico e pianificato utilizzo di tecniche di persuasione per raggiungere obiettivi atti a beneficiare coloro che organizzano il processo. In antitesi alla propaganda dovrebbe essere la pura e semplice esposizione dei fatti nella loro completezza ovvero la descrizione della realtà nella sua interezza”.
Mentre i disordini si registrano anche a Milano, Torino, Trieste ed altre città del paese non c’è nessuno, tra governo ed opposizione, che faccia autocritica. Tutto in nome della propaganda alla ricerca dell’effimero giornaliero consenso del comune sentire che viene a tutti i costi inseguito anche a scapito di ogni parvenza di senso dello Stato. Tutto ciò crea disorientamento che viene enfatizzato dalla ricerca esasperata dello slogan che alimenti il tifo e mortifichi l’idea politica consapevole. Se balbetta l’azione di governo quella dell’opposizione cede alla lusinga della comunicazione ignorante e distruttiva che però ha facile presa nella rabbia sempre più potente della moltitudine di persone che stanno vivendo difficoltà drammatiche.
È giusto preoccuparsi di quanto sta accadendo nelle piazze delle nostre città così come è doveroso porsi il problema della possibile esistenza della regia di qualcuno dietro questi fenomeni di rabbia sociale. Credo tuttavia che sia altrettanto giusto e doveroso fare tutti autocritica, abbandonando la via della propaganda nella ricerca di quella della onesta verità, prima che sia troppo tardi. Prima che l’emergenza Covid riesca in ciò che non è riuscito fino ad oggi il terrorismo e, cioè, a destabilizzare e minare le fondamenta della nostra fragile democrazia.
La risposta a questa crisi non può essere soltanto quella della repressione esattamente come la risposta alle rivolte delle carceri italiane non può essere l’intervento violento e criminale delle squadre di agenti della Penitenziaria a Santa Maria Capua Vetere. Abbiamo disperato bisogno di onesta verità e, quindi, di coesione politica nel perseguimento del bene comune. Il Covid non è né di destra né di sinistra. Uccide e terrorizza. Combatterlo richiede solo razionalità, amore per il prossimo e senso di appartenenza alla nostra comunità. Non tifo ed odio. Se non lo capiamo tutti, informazione compresa, saranno dolori.
L'articolo Manifestazioni, è necessaria l’autocritica. Prima che il Covid riesca dove il terrorismo ha fallito proviene da Il Fatto Quotidiano.
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