Sulla regolarizzazione dei lavoratori in nero c’è “una condivisione di fondo. Ieri abbiamo avuto degli incontri. Riguarderà anche tanti italiani oltre che gli stranieri“. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, intervistata su Radio anch’io ha provato a far emergere un clima costruttivo su uno dei nodi al centro della trattativa interna alla maggioranza sul decreto maggio. Ma poco dopo lo scontro tra le posizioni di Italia Viva e del Movimento 5 stelle si è palesato: “Non è una battaglia strumentale per il consenso. Queste persone non votano. Se non passa, sarà un motivo di riflessione sulla mia permanenza al Governo. Non sono qui per fare tappezzeria“, è l’ultimatum arrivato dalla ministra renziana Teresa Bellanova (Iv), titolare delle Politiche Agricole. Mentre il capo politico dei Cinquestelle Vito Crimi ospite di 24 Mattino su Radio 24 ha ribadito: “Massima disponibilità all’emersione del lavoro nero, ma non accetto che vengano dati permessi di soggiorno temporaneo”.
Il confronto alla ricerca di una quadra proseguirà anche oggi, dopo gli incontri di ieri tra le stesse Lamorgese e Bellanova, con gli altri ministri competenti, Giuseppe Provenzano (Pd) e Nunzia Catalfo (M5s). La titolare del Viminale ha provato a rilanciare un’ipotesi di regolarizzazione che non coinvolga solo i braccianti agricoli (e non sia limitata agli stranieri) per trovare una soluzione che possa mettere d’accordo tutti. Ma poco dopo Bellanova, sempre ai microfoni di Radio Anch’io, ha rilanciato con le sue posizioni: “Puntiamo a concedere un permesso di soggiorno temporaneo per sei mesi, rinnovabile per altri sei, per le aziende e le famiglie che vogliono regolarizzare. Ci sarà anche un contributo per lo Stato, anche se non bisogna esagerare: si tratta di persone sfruttate per 3 euro l’ora facendo concorrenza sleale alle imprese che rispettano le regole”.
“Tra le persone – ha spiegato Bellanova – c’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro. Sono invece fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura”. La ministra di Italia Viva non si è espressa sulle stime che parlano di 600mila persone interessate da un provvedimento di emersione dal lavoro nero. “Non sono in grado di dirlo, si tratta di chi può avere un contratto. Partiamo dai lavoratori nei campi, altrimenti qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di far marcire i prodotti nei campi, e dalle badanti”, ha osservato.
“Emersione del lavoro nero e lotta al caporalato sono sempre stati i nostri cavalli di battaglia e continueremo a fare tutto ciò che serve ed è utile in questo senso, che siano italiani o stranieri: il tema non è la regolarizzazione degli immigrati irregolari ma l’emersione del lavoro nero“, ha commentato su Radio 24 il capo politico M5s Crimi. “Se su quello vogliamo lavorare, e una parte dei testi che ho letto vanno in quella direzione, ok. Ma se come ho potuto leggere c’è anche una parte di testo di intenzioni di fare una sanatoria modello Maroni, noi non ci stiamo”, ha ribadito Crimi.
La parole di Lamorgese andavano in questa direzione: “C’è la necessità di far emergere questi lavoratori non solo per garantire i diritti delle persone, ma anche per esigenze di sicurezza sanitaria che in questo momento sono necessarie. Stiamo lavorando e spero che nelle prossime ore si riesca ad arrivare a un testo definito“, ha spiegato a Radio anch’io. Pd, Iv e Leu spingono per inserire la misura nel ‘decreto maggio’, ma manca l’ok del M5s. Ieri il ministro per il Sud Provenzano ha ricordato che “c’è un tema in agricoltura, che è un’emergenza da risolvere non più procrastinabile: dai campi arrivano i cibi che consumiamo sulle nostre tavole, dobbiamo ora portare anche nei campi quei diritti negati a chi ci lavora”. Per Provenzano la misura dovrebbe riguardare anche colf e badanti, nonché i lavoratori italiani in nero. Catalfo vuole invece ‘paletti’ che restringano la platea dei possibili beneficiari.
L'articolo Migranti e lavoro nero, Bellanova: “Senza ok a regolarizzazioni, rifletto su dimissioni”. Crimi: “No a permessi di soggiorno temporaneo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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