Ancora una volta, migliaia di persone sono scese in piazza nelle principali città degli Stati Uniti per protestare contro la morte del 46enne afroamericano George Flyod a Minneapolis per mano della polizia. L’ondata di malcontento non accenna a placarsi, tanto che venticinque città in 16 Stati, riferisce la Cnn, hanno imposto un coprifuoco mentre la Guardia Nazionale è stata inviata in circa dodici Stat e nel Distretto di Columbia, oltre che ovviamente lungo il perimetro della blindatissima Casa Bianca, dove centinaia di manifestanti si sono dati il secondo appuntamento. Gli agenti hanno usato lo spray urticante per disperdere la folla, ma i dimostranti hanno resistito e alcuni di loro hanno rimosso le barricate e lanciato frammenti di asfalto. È stato dato alle fiamme anche un bidone della spazzatura.

Una troupe di Fox News è stata presa di mira da un gruppo di dimostranti che hanno circondato il reporter Leland Vittert mentre era in diretta e lo hanno inseguito ostilmente mentre si allontanava con i suoi collaboratori, usando pugni e lanciando oggetti, tanto che la telecamera si è rotta dopo che uno dei manifestanti ha tentato di afferrarla. Tensioni e scontri con la polizia anche a New York, dove in molti sono scesi in strada partecipando a marce organizzate a Harlem, Brooklyn, Queens e nelle vicinanze delle Trump Tower. I dimostranti hanno occupato strade, bloccato il traffico e preso di mira le auto della polizia con graffiti.

A Indianapolis c’è stata la seconda vittima degli scontri: un uomo è morto durante una manifestazione di protesta nel centro della città. La polizia fa sapere che sono in corso le indagini su “sparatorie multiple” avvenute durante il corteo. A Minneapolis, città da cui è iniziato tutto, gli agenti in assetto antisommossa hanno fronteggiato per la prima volta i manifestanti che sfidavano il coprifuoco lanciando lacrimogeni e granate stordenti per tenerli lontani dalla caserma di polizia numero 5, dopo che nei giorni scorsi era stata data alle fiamme la caserma numero 3, quella in cui lavorava l’ormai ex agente della polizia Derek Chauvin, ora in carcere con l’accusa dell’omicidio di Floyd.

“La morte di Floyd è stata una grande tragedia. Non doveva succedere. Ha gettato tutta la nazione nell’orrore, nella rabbia e nel dolore. Ho espresso alla famiglia di George Loyd il dolore di tutta la nazione”, ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump a Cape Canaveral, che pur difendendo “il diritto a manifestare pacificamete, ha tuttavia avvertito che “la mia amministrazione fermerà la violenza di massa. Coloro che accampano scuse o giustificazioni per la violenza non aiutano gli oppressi”. L’inquilino della Casa Bianca ha promesso che “non permetterà ad orde arrabbiate di dominare“.

Intanto l’Ap fa sapere che dall’inizio delle proteste la polizia ha già arrestato quasi 1400 persone in 17 città statunitensi, decine delle quali solo a Minneapolis, città fulcro delle rivolte per la morte di Floyd.

L'articolo George Floyd, altra notte di proteste: Casa Bianca blindata, scatta il coprifuoco in 25 città degli Usa. A Indianapolis la seconda vittima degli scontri: un uomo è morto in una sparatoria proviene da Il Fatto Quotidiano.



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