“Gettiamo la spugna perché ci sentiamo circondate da un clima di sfiducia e di delegittimazione progressiva, da uno sguardo in cui non avvertiamo stima e credito per continuare la nostra collaborazione”. Con una lettera indirizzata a Papa Francesco la direttrice Lucetta Scaraffia e dieci donne della redazione di “donne chiesa mondo”, mensile femminile dell’Osservatore Romano, annunciano di abbandonare la collaborazione. A determinare la decisione l’arrivo del nuovo direttore Andrea Monda al vertice del quotidiano della Santa Sede e, aggiunge il Corriere della Sera, “il nuovo assetto della comunicazione vaticana”. Per parte sua Monda precisa che si tratta di una “libera e autonoma decisione della professoressa” e precisa che “da quando sono stato nominato direttore ho garantito alla professoressa Scaraffia e al gruppo di donne della redazione la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà”, sottolineando che la vita del mensile prosegue.
Scaraffia ha apertamente affrontato il tema delle suore violentate dai preti (“sono loro le nuove schiave della Chiesa”), ammesso peraltro anche da Papa Francesco. e denunciato la presenza di gay e pedofili all’interno della Chiesa che “si fanno preti perché hanno paura delle donne”. Nella lettera indirizzata a Bergoglio, che Scaraffia ringrazia e al quale ricorda i successi e i traguardi del mensile, Scaraffia scrive: “Fra le molte lettere che abbiamo ricevuto dalle lettrici, fra cui numerose consacrate, sono emersi anche casi e vissuti dolorosi che ci hanno riempite di indignazione e di sofferenza. Come ben sa – continua rivolgendosi al Pontefice -, non siamo state noi a parlare per prime, come forse avremmo dovuto, delle gravi denunce dello sfruttamento al quale numerose donne consacrate sono state e sono sottoposte (sia nel servizio subordinato sia nell’abuso sessuale) ma lo abbiamo raccontato dopo che i fatti erano emersi, anche grazie a molti media“. Scaraffia precisa: “Non abbiamo più potuto tacere: sarebbe stata ferita in modo grave la fiducia che tante donne avevano riposto in noi. Ora ci sembra che un’iniziativa vitale sia ridotta al silenzio e che si ritorni all’antiquato e arido costume della scelta dall’alto, sotto il diretto controllo maschile, di donne ritenute affidabili. Si scarta in questo modo un lavoro positivo e un inizio di rapporto franco e sincero, un’occasione di parresia, per tornare all’autoreferenzialità clericale. Proprio quando questa strada viene denunciata da Lei come infeconda”.
Monda: “A Scaraffia e allo staff ho sempre garantito autonomia” – Nel prendere atto della “libera e autonoma decisione della professoressa di interrompere la collaborazione e di considerare chiusa la sua direzione” del mensile, il direttore del quotidiano d’Oltretevere Andrea Monda precisa che “da quando sono stato nominato direttore ho garantito alla professoressa Scaraffia e al gruppo di donne della redazione la stessa totale autonomia e la stessa totale libertà che hanno caratterizzato l’inserto mensile da quando è nato, astenendomi dall’interferire in qualsiasi modo sulla fattura del supplemento mensile del giornale e limitandomi a offrire il mio doveroso contributo (nel suggerimento di temi e persone da evetualmente coinvolgere) alla libera valutazione della professoressa Scaraffia e della redazione del supplemento”. Nel ringraziare la storica per il lavoro svolto in questi anni, Monda spiega che “quanto al futuro del supplemento, posso assicurare che esso non era in discussione. E che dunque la sua storia non si interrompe ma continua. Senza clericalismi di alcun genere”. Monda annuncia per il prossimo 1 aprile una tavola rotonda a partire dalla pubblicazione di un saggio pubblicato da 17 teologhe e studiose di chiara fama, La voce delle donne (Paoline edizioni).
L'articolo Vaticano, Scaraffia lascia direzione del mensile dell’Osservatore Romano: “Circondate da clima di sfiducia, diretto controllo maschile” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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