“Diamo la cittadinanza a questo ragazzo“. Dalle pagine del Corriere della Sera, il vicepremier Luigi Di Maio ribadisce ancora una volta la volontà sua e del Movimento 5 Stelle di accogliere la richiesta di Ramy Shehata, il ragazzino di origine egiziana che ha sventato l’attacco al bus di San Donato milanese, e concedergli la cittadinanza italiana per meriti. Parole che suonano come una replica al suo omologo Matteo Salvini, che prima si era detto favorevole a concederla e poi aveva fatto sapere invece che “non ci sono gli elementi per concederla” a causa dei “numerosi precedenti penali” di un parente del ragazzino egiziano che nel frattempo è diventato per tutti un “eroe”. Il ministro dell’Interno ha poi escluso che si parlerà di Ius soli in Consiglio dei ministri e sottolineando di non capire “la necessità di fare scorciatoie, visto che l’Italia è il Paese europeo che concede più cittadinanze con la normativa vigente”. Anche Di Maio ha tenuto a rassicurare che “lo ius soli non è in agenda”: “Se ne parla poi perché? Perché ho chiesto la cittadinanza per meriti speciali, che è previsto dalla legge italiana, per il bambino eroe di origini egiziane che ha salvato i suoi compagni chiamando i carabinieri. Trovo assurdo che il Pd strumentalizzi un fatto del genere per ritirare dentro un punto che, ripeto, non è in agenda”, ha spiegato Di Maio. Una posizione che trova d’accordo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Credo si debba riconoscere un merito e dare un riconoscimento importante a un bambino che è stato capace di essere forte e di evitare una tragedia. Bisogna dare la cittadinanza a Ramy“, ha detto intervenendo a Circo Massimo.
Nell’intervista al Corriere, Di Maio è tornato a parlare anche dell’esito del voto in Basilicata:”Il centrodestra è un fantasma, vince ma non esiste. Del resto quel che è accaduto in Basilicata è indicativo, parliamoci chiaro: vince un candidato di Berlusconi e tutti fanno festa. Contenti loro. Per quanto mi riguarda: noi corriamo con la nostra lista, altri fanno le ammucchiate. Piuttosto che governare insieme a Berlusconi, il M5S se ne va all’opposizione. Sono scelte di campo. Noi siamo autonomi, con qualche difetto come tutti, ma non abbiamo bisogno di Berlusconi“. “Non capisco cosa si pretende – continua Di Maio -. Sappiamo che correndo con una unica lista è molto complesso vincere in una Regione. Dopo di che, diciamola tutta: vogliamo correre alla pari? Bene, non vediamo l’ora. Modifichiamo la legge elettorale per le Regionali, diamo il premio solo alla lista e non alle coalizioni, poi vediamo se le cose cambiano”. Alla domanda su che cosa farà il M5s ora che la discussione sulla riforma su Rousseau si è conclusa, Di Maio assicura: “Ora porteremo avanti questa evoluzione. Cresceremo ancora di più, già in occasione delle Europee”. “
L'articolo Cittadinanza a Ramy, Lega e M5s divisi. Di Maio e Bonafede: “Diamogliela”. Ma per Salvini: “Non ci sono i presupposti” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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