Con una collezione di dipinti, litografie, linoleografie, acquetinte, acqueforti, ceramiche, puntesecche, la Fondazione Federico II porta in Sicilia un corpus di opere in grado di raccontare sia l'artista che l'uomo attraverso le tante sfaccettature di uno dei massimi artisti del XX secolo e tra i più grandi di tutti i tempi. Dalle opere, in prestito dal Kunstmuseum di Munster, dal Museo Picasso di Antibes, dal Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, dalla Galleria La Nuova Pesa di Roma oltre da collezioni private, emerge un mosaico che presenta il genio di Picasso in tutta la sua mutevolezza, ma anche con tutte le sue contraddizioni. A proposito della profonda impronta autobiografica della sua arte, lui stesso disse: “L'opera che si dipinge è una sorta di diario da tenere”. Nel caso dello spagnolo, uomo e opera sono inseparabili.
Il progetto si colloca sulla scia del cinquantesimo anniversario dalla morte del Maestro avvenuta l'8 aprile 1973. "Con questa mostra la Fondazione fa un altro passo avanti nell’ambizioso obiettivo di porre Palazzo Reale in rete con le più prestigiose istituzioni artistiche pubbliche e private, spingendo sullo sviluppo di relazioni internazionali che consentano scambi di conoscenza, partenariati, arricchimenti reciproci, coproduzioni di qualità" dice il presidente della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno . "La mostra non vuole essere un semplice omaggio al Maestro, cerca piuttosto di fornire impulsi che consentano un approccio critico e contemporaneo all'artista che è stato elevato all'Olimpo del genio”.
Nella sala Duca di Montalto di Palazzo Reale, il magnifico edificio che ospita il Parlamento regionale, tra i piu’ antichi al mondo, oltre ad una galleria di capolavori, la proiezione di tre video. Uno di questi è un messaggio di Olivier Widmaier Picasso, Presidente del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster, nonché figlio di Maya Picasso e nipote del Maestro, che dice: " Questa mostra ha l’obiettivo di offrire al grande pubblico palermitano e anche ai visitatori di tutto il mondo una presentazione inesauribile del talento di mio nonno. Non si tratta di un approccio generalista, in cui il visitatore rischia di perdersi ma di un sottile equilibrio delle opere presentate. Picasso osservava la cultura italiana, che alimentò il suo periodo neorealista dopo il cubismo e prima del suo stesso surrealismo. Palermo è quindi una tappa per ricordare il più grande artista della modernità e anche un po' il nonno di tutti noi”.
In sala anche la proiezione di una video-intervista a Markus Müller, Direttore del Kunstmuseum Pablo Picasso di Münster e curatore della mostra. “Nell’arte del XX secolo Picasso è considerato un grande rivoluzionario e distruttore di tradizioni. Di norma, però, le sue opere non nascono dal nulla, ma sono esplorazioni creative di temi e motivi familiari della storia dell’arte. In realtà il grande Picasso era il maestro del riciclo creativo. Picasso descrisse così al suo gallerista Kahnweiler l’arte di ricavare qualcosa di nuovo da qualcosa di vecchio: 'fondamentalmente, ci sono pochissimi temi pittorici. Tutto il mondo li ripete. Venere e Cupido diventano la Vergine e il Bambino e poi la Madre e il Bambino, ma rimane sempre lo stesso tema'”. Il terzo video presente in mostra è un video-documento storico di grande impatto con scene originali di Picasso a lavoro, gentilmente concesse dalla Mediateca di Bologna.
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