“Per convincermi a tenere il bambino mi ha fatto sentire il battito. Mi ha fatto vedere tutti gli organi, mi ha detto che era un maschietto, mi ha chiesto come lo volevo chiamare”. Era il 2022 quando Giulia, poco più che vent’enne e proveniente da un piccolo paese della Toscana, scoprì di essere incinta. “Non lo sapevo. Il mio medico mi aveva detto che i ritardi potevano essere determinati dal vaccino”. È stato il suo ginecologo, obiettore, a confermare la gravidanza e a cercare di convincerla a portarla a termine. 

“Sono stata male, sono stata veramente male in quei momenti. Non sapevo neanche cosa significasse obiettore, poi l’ho capito a mie spese”. La giovane ha quindi chiesto aiuto al medico di base. “Mi ha risposto solo ‘Io non ho mai avuto richieste di aiuto per abortire’”. Il tempo è passato e il termine dei 90 giorni entro i quali, per legge, è possibile ricorrere all’interruzione di gravidanza per motivi legati alla scelta o alla salute della donna, è scaduto. Il panico in Giulia è aumentato sempre di più.



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