Tre brevi schede scritte a mano: l'insieme dei testamenti olografi di Gianni Agnelli, punto di partenza della battaglia ingaggiata dalla figlia Margherita sull'eredità paterna, era tutto qui. I fogli furono letti a Torino il 24 febbraio 2003, esattamente un mese dopo la morte dell'Avvocato, nello studio del notaio Ettore Morone: nei giorni scorsi la procura ha incaricato la guardia di finanza di visitarne la sede legale. Ma non per recuperare quelle carte, il cui contenuto è conosciuto da tempo. L'obiettivo dei pubblici ministeri è ricostruire la parte del patrimonio che, al netto di vari passaggi di proprietà e di quote societarie, rimase nelle mani della moglie di Agnelli, Marella Caracciolo, morta il 23 febbraio 2019 a 92 anni dopo una lunga lotta con il parkinson, per capire se e quante tasse avrebbe dovuto pagare in Italia. Ed è per questo che sono alla caccia degli originali di almeno 14 documenti, datati fra il 2004 e il 2018. 



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