Chiara Bucello e Ludovica Billi, due ragazze sorde dalla nascita, raccontano se stesse attraverso i social. Dal loro incontro è nato The Deaf Soul, una piattaforma dedicata all'informazione sul mondo della sordità. L'obiettivo è abbattere i pregiudizi e promuovere una società più attenta e inclusiva.

Si tende a pensare che la maggior parte delle persone sorde siano anche mute. È davvero così?

Ludovica: Come stabilito dalla legge 95 del 2006, il termine “sordomuto” è stato abolito dalla legge. Le persone sorde hanno un apparato fono-articolatorio intatto e quindi con la giusta terapia si può imparare a comunicare. 

 

Chiara: Certo, è necessario fare tanta logopedia.

 

Tutte le persone sorde conoscono la lingua dei segni? Tutte le persone sorde sanno comunicare guardando il labiale? Da che cosa dipende il fatto che una persona possa imparare una o l'altra forma comunicativa?

Chiara: Non tutti comunicano con la lingua dei segni. Per esempio io, avendo la famiglia udente, sono stata portata a comunicare verbalmente. Solo in un secondo momento mi è venuta la curiosità di imparare la lingua dei segni, non perché sono sorda ma per il gusto di aprirsi a tutte le persone sorde.

 

Quali sono le principali difficoltà legate alla disabilità uditiva che riscontrate nella vita di tutti i giorni? 

Chiara: Personalmente, la difficoltà più grande è soprattutto quando ti trovi con delle persone appena conosciute: quando scoprono che sono sorda cambiano atteggiamento, non sanno come comportarsi e scappano. Queste cose una volta mi ferivano molto, ora non più.

 

Ludovica: Poi ci sono anche difficoltà molto pratiche, per esempio quando devi prendere gli appuntamenti per le visite mediche e c’è questo famoso numero verde… come possiamo chiamare?

 

Quali sono invece le più grandi difficoltà che avete riscontrato da piccole?

Chiara: Quando ero piccola ho avuto difficoltà soprattutto a scuola, perché sono andata in scuole dove tutti i miei compagni erano udenti. Per ascoltare le maestre dovevo mettermi in prima fila e dovevo fare un sacco di domande perché non capivo. Poi io ho vissuto in Sicilia e sai, un’isola come la Sicilia è poco accessibile, mentre per esempio Milano l’ho trovata più accessibile a partire dai mezzi, come le metro, quindi qui non ho avuto molte difficoltà, fortunatamente.

 

Voi portate entrambe un impianto cocleare. Di che cosa si tratta?

Ludovica: L’impianto cocleare è un dispositivo medico elettronico in grado di ripristinare l’udito a persone affette da sordità grave o profonda.

 

Chiara: Ad esempio, io ho messo l’impianto cocleare in età adulta. Inizialmente, per un certo tempo, ho portato una protesi acustica, però poi il mio udito è ulteriormente peggiorato e ho dovuto mettere l’impianto cocleare… ebbene, mi ha cambiato la vita in maniera positiva.

Insieme avete realizzato un progetto molto bello e importante che si chiama The Deaf Soul: ci spiegate come nasce e di che cosa si tratta?

Ludovica: The Deaf Soul ha lo scopo di fare informazione sulla sordità a 360 gradi.

 

Chiara: Anche perché ci siamo accorte che su Instagram c'erano diverse pagine sulla disabilità uditiva, sulla lingua dei segni, ecc. ma mancava qualcosa che mettesse tutto insieme. Abbiamo quindi creato un’unica pagina Instagram dove si parla di tutto ciò che riguarda la sordità.

 

Ludovica: E lo facciamo con un linguaggio positivo, colorato e che coinvolge tutti.

Io e Chiara ci siamo conosciute su Instagram in piena pandemia e dalla nostra conoscenza abbiamo scoperto di avere tantissime cose in comune: siamo appassionate di grafica, siamo sorde, portiamo l'impianto cocleare...

 

Chiara: È stata una grande fortuna perché non è facile trovare una persona che ha gli stessi gusti, lo stesso stile. 

 

Ludovica: Eh già, l’unione fa la forza.

Pensate che la nostra società potrebbe fare di più per l'inclusione delle persone sorde? Se sì, quali sono gli aspetti su cui bisognerebbe fare maggiore attenzione?

Ludovica: Secondo me gli aspetti su cui bisogna fare maggiore attenzione hanno a che fare con la sensibilizzazione e l'informazione. Sarebbe importante che le persone sorde avessero migliori opportunità lavorative.

 

Chiara: Per me è importante dimostrare più empatia nei confronti delle persone sorde. Sapersi mettere in discussione, cambiare opinione, soprattutto non aver paura di fare domande a una persona sorda: anche le domande più stupide, le curiosità… non bisogna aver paura, a me fa piacere quando ricevo delle domande, perché è meglio che ci sia più informazione. 

 

Ludovica: Così evitiamo di far circolare idee sbagliate.

 

Chiara: Esatto!

In occasione del concerto dei Coldplay si è parlato molto di iniziative prese per rendere l'evento più inclusivo, per esempio con l'uso di zaini sonori per persone sorde. Pensate che iniziative di questo tipo dovrebbero essere presenti in tutti gli eventi?

Chiara: È stata una bella iniziativa, ma quel concerto non è stato completamente accessibile a tutte le persone sorde. Per che cosa? I sottotitoli! In quel caso, è vero, c’erano dei supporti vibranti che hanno aiutato a percepire a più persone la musica dei Coldplay, però mancavano i sottotitoli. Mi auguro che più avanti in tutti i concerti e in tutti gli eventi possano esserci dei display con i sottotitoli per poter seguire quello che sta accadendo. 

 

Ludovica: In altri paesi europei, ma anche in altri continenti, ci sono già concerti con i sottotitoli automatici. Questo sì che è davvero inclusivo!

 



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