Aveva tentato di difendersi dicendo che avrebbe voluto toccare la schiena e non il sedere della collega e che quello sul "sedere giovanile" di un'altra sua subordinata fosse un apprezzamento espresso in un ambito "cameratesco", mentre lei faceva le fotocopie, senza intenzioni di mortificarla. La Cassazione Civile, sezione Lavoro, ha però respinto nei giorni scorsi il ricorso del capo del personale di una Fondazione che opera nell'ambito del mondo del teatro palermitano contro il licenziamento per giusta causa disposto dal suo datore di lavoro per avere "tenuto un comportamento offensivo nei confronti delle due lavoratrici". La Suprema Corte ha accolto in pieno la tesi della Corte d'Appello sull'"eclatante offensività delle condotte contestate perché una mano sul fondoschiena o l'invito a mostrare il 'sedere giovanile' non possono certo considerarsi rispettosi della dignità della persona e della professionalità delle due lavoratrici, non avvezze a ricevere simili, sgradite attenzioni che infatti avevano in loro suscitato imbarazzo e umiliazione mentre erano intente a disimpegnare i compiti a loro affidati".



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