Anticonformista, controcorrente, un'intellettuale e scrittrice sempre sorprendente. Michela Murgia, scomparsa ieri all'età di 51 anni, aveva affrontato a testa alta la malattia che l'ha portata via troppo presto postando un video, diventato subito virale, sui suoi canali social in cui si rasava i capelli per limitare gli effetti della terapia a cui doveva sottoporsi. Dopo aver rivelato di avere un "carcinoma renale al quarto stadio", dal quale "non si torna indietro", la giornalista aveva pubblicato il video. Un po’ tesa all’inizio, ma in gran parte sorridente, con ironia scriveva: “Stamattina la sardità dei miei capelli ha ceduto ed è caduto il primo ciuffo". E ancora: "Con l’ultimo barlume del taglio abbiamo girato i lanci social di Tre ciotole", il nuovo libro in uscita il prossimo 16 maggio. "Poi abbiamo fatto questo. Sembra una festa, lo so, ma con gli amici, mio figlio e il sole di fuori, che cos’altro poteva essere?”, aveva concluso Murgia.

La malattia

Tre Ciotole si apre proprio con la diagnosi di una malattia incurabile: si tratta a tutti gli effetti del racconto "pedissequo di quello che mi sta succedendo", aveva detto la scrittrice nell'intervista al Corriere della Sera con cui aveva parlato per la prima volta al pubblico del tumore che l'aveva colpita. Il cancro, aveva aggiunto, "è una malattia molto gentile" che "può crescere per anni senza farsene accorgere". La scrittrice aveva anche fatto sapere di aver intrapreso "un'immunoterapia a base di biofarmaci" che, senza attaccare la malattia, "stimola la risposta del sistema immunitario". L'obiettivo, aveva detto, "non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti". Purtroppo non è stato così.



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