Ha già trovato una nuova famiglia il piccolo Enea, il neonato lasciato dalla madre alla Culla per la Vita del Policlinico di Milano la mattina di Pasqua. "Il tribunale", ha fatto sapere il Policlinico", affiderà il bimbo a una famiglia che si era già resa disponibile ed era stata valutata idonea per accogliere un bambino abbandonato". Domenica insieme al piccolo era  stata trovata nella Culla anche una lettera firmata dalla madre, dove racconta che il bimbo "è super sano, tutti gli esami fatti in ospedale sono ok", insieme a parole di affetto. Ma nonostante la legge permetta il parto in ospedale in anonimato, con la possibilità di dare alla luce un bambino e non riconoscerlo, c'è chi in queste ore ha lanciato appelli alla madre del piccolo Enea per chiederle di tornare sui suoi passi: è il caso del conduttore Ezio Greggio, che - tra non poche polemiche - si è rivolto direttamente alla donna pubblicando un video su Instagram: "Lancio un appello per trovare e convincere la mamma di Enea, bimbo abbandonato nel giorno di Pasqua  alla Mangiagalli di Milano", dice nel filmato. "Il bimbo è bellissimo, sta bene, e con altri amici siamo pronti a dare una mano alla mamma di Enea: torna alla Mangiagalli e ti prometto che non sarai sola", sono le parole di Greggio che si firma "Zio Ezio". "Avere un bambino è una grande fortuna. Ci metteremo in tanti a darti una mano. Mamma di Enea, torna sui tuoi passi, domani, stasera, stanotte, torna all’ospedale Mangiagalli, prendi il tuo bambino che è bellissimo e si merita di avere la mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene ma non è la mamma vera".

Sui social le critiche a Greggio: "Rispetto per la scelta di quella donna"

Sui social, sotto il video postato da Greggio, sono tanti i commenti di critica al video del conduttore, che secondo molti si sarebbe permesso di giudicare una scelta estremamente delicata e personale, quella della madre del neonato, lasciandolo peraltro in un posto sicuro, messo a disposizione dalla legge. "A cosa serve la culla della vita se poi non si rispetta la privacy di chi decide per qualsiasi motivo di lasciare il neonato? Che assurdità", scrive un'utente. "Allora i bambini adottati quindi sono costretti ad accontentarsi di un amore di Serie B?", scrive un altro. "Perché non rispettare la decisione, magari anche sofferta, di questa donna? Doveva sentirsi tutelata e invece media e social stanno facendo la caccia all’identità. Avete pensato come si possa sentire", osserva un altro lettore. Per qualcun altro il suo messaggio è "scorretto e offensivo".
Questa mattina il conduttore ha replicato alle critiche con un nuovo post su Instagram: ''Rispondo con questo messaggio - scrive - col Professor Mosca abbiamo deciso di lanciare entrambi degli appelli per un solo motivo: la mamma di Enea ha lasciato nella 'culla per la vita' della Mangiagalli non solo il bimbo ma anche una lettera struggente e piena d’amore, in cui una mamma in difficoltà abbandona il suo bambino tanto amato, sperando che la sua vita sia meglio di quella che le può offrire lei''.

Il professore: "Nella Culla cure immediate e anonimato per i genitori"

Enea è il terzo bimbo che viene affidato alla Culla per la Vita da quando è stata attivata nel 2007. Il piccolo è ora accudito dagli specialisti della Neonatologia alla Clinica Mangiagalli del Policlinico, dove sta ha seguito i controlli di routine. "E' una cosa che pochi sanno - ha spiegato Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano - ma in ospedale si può partorire in anonimato, per la sicurezza di mamma e bambino. Inoltre esistono le Culle per la Vita: la nostra si trova all'ingresso della Clinica Mangiagalli e permette di accogliere in totale sicurezza un bimbo che i suoi genitori non possono purtroppo tenere con sé. È' una decisione drammatica, ma la Culla consente di affidare il piccolo ad una struttura dove gli sono garantite cure immediate e che preserva l'assoluto anonimato per i genitori". "Occasioni simili sottolineano come il sistema della Culla per la Vita sia fondamentale - conclude Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia Intensiva Neonatale del Policlinico di Milano - perché ci permette di accogliere il bimbo e di aiutare la mamma nella sua drammatica scelta, in tutta sicurezza. Vivo però questo evento anche come una sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà".



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