Sta creando polemiche e reazioni di dissenso la sentenza con cui il Tribunale di L'Aquila, in sede civile, ha giudicato parzialmente responsabili della loro morte alcune delle vittime causate dal crollo di un edificio in cui – il 6 aprile 2009 – persero la vita 24 persone. Per i giudici, i comportamenti imprudenti di parte degli abitanti della palazzina in via Campo di Fossa hanno determinato “al 30%” la loro morte: nella sentenza emessa lo scorso 12 ottobre, la magistratura dell’Aquila spiega che sarebbero dovuti uscire di casa dopo la seconda scossa che quella notte colpì la città in meno di due ore. I parenti di alcune vittime morte nel crollo della palazzina avevano citato in giudizio i Ministeri dell'Interno e delle Infrastrutture, il Comune dell'Aquila e gli eredi del costruttore dello stabile. Il Tribunale – riconoscendo la corresponsabilità delle vittime del 30% - ha deciso di decurtare della stessa misura il risarcimento danni stabilito alle famiglie delle vittime. Così, davanti alla sede del Consiglio regionale d’Abruzzo, oggi si sono riunite circa 800 persone per la manifestazione “Le vittime non hanno colpa”. La sentenza del giudice che si è occupato del caso, Monica Croci, è stata definita "scandalosa" e un “provvedimento che getta fango sulle vittime e incertezza sui vivi". 



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