Resta al momento irrisolto il caso di Liliana Resinovich, la 63enne trovata morta a Trieste lo scorso 5 gennaio. Le tracce del Dna trovate sul cordino che stringeva al collo della donna due sacchetti di nylon non appartengono infatti a nessuno dei tre uomini più vicini alla vittima. Non del marito Sebastiano Visintin, che si è sempre detto innocente; non dell’amico Claudio Sterpin, a casa del quale la donna era diretta il giorno in cui presumibilmente è morta; e neppure del vicino di casa, il carabiniere in pensione Salvatore Nasti.

 



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