Vecchi complici e nomi nuovi lungo la caccia a Matteo Messina Denaro. Da alcune ore la Polizia di Stato sta eseguendo delle perquisizioni nei confronti di 20 indagati, accusati di proteggere l’ultimo ricercato di Cosa Nostra, in fuga dal 1993. Un’operazione che sta rivoltando come un calzino la valle del Belìce, roccaforte del latitante di Castelvetrano e di un esercito di favoreggiatori arrestati in questi decenni. La Squadra Mobile di Trapani sta operando in collaborazione con il Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo e del procuratore aggiunto Paolo Guido, a capo del pool che indaga sulle province di Agrigento e Trapani. Sul posto elicotteri del Reparto Volo di Palermo, pattuglie munite di apparecchiature speciali e unità cinofile.
Le perquisizioni si stanno allungando fino al palermitano, con particolare riferimento a Roccamena, luogo di riferimento nella storia di Cosa Nostra, in cui era custodito un cimitero di mafia svelato negli ultimi anni. Tra i nominativi dei venti perquisiti c’è l’ex consigliere comunale di Castelvetrano, Calogero Giambalvo, recentemente assolto dall’accusa di associazione mafiosa, ma condannato per estorsione dal Tribunale di Trapani. Gli agenti stanno perquisendo anche le abitazioni di alcuni familiari di Giambalvo, che si trovano proprio a Roccamena. Perquisizioni anche a Santa Margherita del Belice, in cui è stato controllato Giovanni Campo, figlio di Pietro Campo, l’uomo che Messina Denaro avrebbe incontrato nel 2009, facendosi immortalare dalle videocamere degli investigatori e rilanciato ieri sera dal Tg2. Perquisita anche la casa di Lorenzo Catalanotto, arrestato dieci anni fa dalla Squadra Mobile di Trapani ne blitz Golem 2 e finito anche nel circuito di trasmissione dei pizzini tra il latitante ed il professore Antonio Vaccarino. “E’ arrivato Renzo dei promessi Sposi”, diceva l’ex sindaco, alias Svetonio, comunicando con il Sisde i dettagli della sua corrispondenza con Messina Denaro, che si firmava Alessio.
Gli approfondimenti stanno riguardando anche Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna, Santa Ninfa, Mazara del Vallo. Luoghi che rievocano la storia dei Messina Denaro, dal vecchio don Ciccio morto da latitante nel 1998, al figlio Matteo, imprendibile anche per i reparti specializzati delle forze dell’ordine. A Partanna, ad esempio, è stata perquisita l’abitazione di Nicola Pandolfo, parente degli Accardo, storica famiglia della mafia partannese, e che negli anni scorsi era stato intercettato mentre incontrava uno degli ultimi eredi, Nicola ‘il venezuelano’, arrestato nell’aprile 2018. L’elenco completo degli indagati è: Salvatore La Cascia 1979, Giuseppe Giambalvo 1945, Pietro Giambalvo 1938, Isidoro Cammarata 1960, Filippo Mangione 1964, Nicola Pandolfo 1964, Laura Bonafede 1967, Cataldo La Rosa 1965, Giovanni Campo 1990, Piero Guzzardo 1978, Filippo Messina 1951, Giovanni Furnari 1946, Pasquale Zinnanti 1966, Lorenzo Catalanotto 1980, Antonio Trinceri 1965, Tommaso Tumbarello 1967, Antimo Dell’Aquila 1959, Rosario Scalia 1975, Calogero Giambalvo 1976, Alessandro Messina 1982.
L'articolo Messina Denaro, maxi-blitz in Sicilia: decine di perquisizioni in corso nella valle del Belice per cercare il boss latitante di Cosa Nostra proviene da Il Fatto Quotidiano.
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