Segnali di ripresa, ma il prodotto interno lordo del primo trimestre resta ancora in negativo a causa della terza ondata e rispetto al febbraio 2020 sono 900mila i posti di lavoro persi. L’ultima fotografia del mercato del lavoro in Italia scattata dall’Istat segnala un’economia che non avanzata e una flebile avanzata dell’occupazione, già registrata a febbraio. Il pil nel primo trimestre 2021 fa segnare –1,4% sull’anno e -0,4% nel confronto sul trimestre precedente.
“Si riduce l’intensità del calo tendenziale del pil che passa dal 6,6% del trimestre precedente all’1,4%”, è il commento dell’Istat alla stima preliminare del periodo. La nuova contrazione, “di entità più contenuta” rispetto a quella registrata nel quarto trimestre del 2020, “risente, in particolare per il settore terziario, degli effetti economici delle misure adottate a contrasto dell’emergenza sanitaria”.
La variazione congiunturale – spiega Istat – è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, mentre i servizi nel loro complesso hanno registrato una diminuzione. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e un apporto negativo della componente estera netta. “La stima preliminare – specifica Istat – ha, come di consueto, natura provvisoria”.
Tra gennaio e marzo, segnala l’Istituto nazionale di statistica, si è registrata una perdita di 254mila occupati rispetto al trimestre precedente e il livello dell’occupazione è inferiore dell’1,1%. Sono aumentate sia le persone in cerca di occupazione (+2,4%, pari a +59mila) sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,0%, pari a +134mila unità). Tuttavia prosegue anche a marzo la lieve crescita dell’occupazione registrata a febbraio. Ciononostante, rispetto a febbraio 2020, ultimo mese prima della pandemia, gli occupati sono quasi 900mila in meno e il tasso di occupazione è più basso di 2 punti percentuali.
Nello stesso periodo, l’occupazione è diminuita per tutti i gruppi di popolazione, ma il calo risulta più marcato tra i dipendenti a termine (-9,4%), gli autonomi (-6,6%) e i lavoratori più giovani ( 6,5% tra gli under 35). Sempre rispetto a febbraio 2020, nonostante il numero di disoccupati risulti stabile, il tasso di disoccupazione aumenta di 0,4 punti e il numero di inattivi è ancora superiore di oltre 650mila unità, con il tasso di inattività più alto di 2 punti.
L'articolo Istat: “Pil ancora negativo nel primo trimestre. A marzo lieve crescita dell’occupazione, ma -900mila posti di lavoro da febbraio 2020” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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