Da oggi uno studente su tre tornerà a fare lezione da casa. Il diffondersi delle varianti nelle fasce d’età più giovani ha fatto allarmare i governatori che si sono affrettati a firmare ordinanze per chiudere le classi. Chiusure che riguardano circa un milione e 800mila studenti delle superiori, 800mila bambini della scuola dell’infanzia e primaria, quasi mezzo milione di alunni delle medie: in totale 3 milioni di studenti in dad, secondo la valutazione di Tuttoscuola. Intanto anche il Comitato tecnico scientifico ha invertito la marcia rispetto al passato. Dopo tre riunioni tenute nella giornata di sabato sono uscite queste indicazioni comunicate alla presidenza del Consiglio in vista del nuovo Dpcm: lezioni a distanza in tutte le scuole nelle zone rosse regionali o in quelle locali ma anche in quei paesi o in quelle città dove si registra il superamento di una determinata soglia di incidenza, al di là del colore.

Una situazione che secondo ambienti del Cts è “complessa”, perché ci sono nella comunità scientifica pareri discordanti sull’impatto che hanno le scuole nella trasmissione del virus. Se da una parte è ormai palese che le varianti hanno effetti sui ragazzi, dall’altra non è ancora stato dimostrato che la scuola è il luogo di trasmissione. Nelle aule mancano campionamenti, indagini. C’è chi all’interno del Cts commenta: “Quanti ragazzi in età scolare c’erano alla Darsena sabato sera? Avete mai visto scene simili tra i banchi? Se la prendono con le scuole inutilmente. Il problema è che se un bambino si ammala vanno fatti i test a tutti”. Per il momento l’ipotesi sul tavolo di Mario Draghi è questa: nelle zone rosse o nei luoghi dove ci sono soglie alte di contagio, le scuole di ogni ordine e grado andranno chiuse. Per le zone arancioni o gialle, invece, resterebbero attivi i protocolli in uso: didattica in presenza al 50% (si può arrivare fino al 75%) per le superiori. Primarie e medie in presenza. Ma poi ci sono le ordinanze regionali, con i governatori che sulle scuole scelgono spesso la linea più dura.

Ecco, quindi, la mappa delle scuole chiuse:
Piemonte: dopo un mese in giallo, da lunedì si torna in arancione. Non cambierà nulla dall’infanzia fino alle medie. Dad al 50% per le superiori. Scuole chiuse in sette comuni della Valle Vigezzo, compresi gli asili, fino al 5 marzo. Niente lezioni anche a Cavour, in provincia di Torino, fino al 5 marzo.

Lombardia: scatta la zona arancione. A Brescia e nella sua provincia ma anche nei comuni di Viadanica, Predore, Adrara San Martino, Sarnico, Villongo, Castelli Calepio, Credaro, Gandosso (BG) e Soncino (CR) tutte le scuole chiuse fino al 2 marzo. Proroga della zona rossa fino al 3 marzo nei Comuni di Bollate (Milano), Viggiù (Varese) e Mede (Pavia). Da segnalare che nella città di Brescia da mercoledì nidi e asili saranno aperti per i figli del personale sanitario.

Alto Adige: scuole superiori e Università chiuse fino al 14 marzo.

Liguria: fino al 5 marzo scuole (dalla primaria) chiuse nei Comuni di Sanremo, Ventimiglia, Bordighera e in 31 comuni del Ponente.

Emilia-Romagna: in arancione scuro Bologna e provincia, con scuole chiuse fino al 5 marzo. Stesso discorso per i Comuni che fanno capo all’Ausl di Imola (Castel San Pietro, Medicina, Mordano, Castel Guelfo, Dozza, Casalfiumanese, Fontanelice, Borgo Tossignano, Castel del Rio) e quelli dell’Ausl Romagna (Bagnara di Romagna, Conselice, Massa Lombarda e Riolo Terme, in provincia di Ravenna). Aperte solo le scuole per l’infanzia 0-3 anni, il resto tutti in Dad.

Toscana: nelle province di Siena e Pistoia e a Cecina scuole chiuse fino al 6 marzo. Ad Arezzo da domani al 13 marzo primarie, secondarie di primo e secondo grado passano in dad. A Castiglion Fiorentino, Lucignano e Marciano della Chiana fino al 7 marzo lezioni online. A Follonica (in provincia di Grosseto) fino al 6 marzo.

Umbria: solo per la provincia di Perugia, tornano in presenza i servizi educativi della scuola dell’infanzia 0-36 mesi, statali e paritarie, mentre sono sospesi i servizi educativi della scuola dell’infanzia (3-6 anni). Rimane in vigore la didattica a distanza per gli studenti delle scuole primarie e secondario di primo e secondo grado. Solo per la provincia di Terni, invece, “le attività didattiche delle scuole secondarie di secondo grado, statali e paritarie, sono svolte in presenza nella misura del 50% della popolazione studentesca. Dai servizi per l’infanzia alla terza media rimane la didattica in presenza.

Marche: dad estesa a tutta l’area fino al 6 marzo per le superiori. Ancona e Macerata anche per seconda e terza media.

Abruzzo: scuole chiuse e lezioni online in tutta la Regione, eccetto asili nido e scuole dell’infanzia.

Molise e Basilicata: scuole chiuse (dalla seconda media in poi) in tutta la Regione.

Lazio: nei Comuni di Carpineto, Colleferro, Torrice, Monterosi, Monte San Giovanni Campano e Roccagorga non ci sarà nessuno in aula per due settimane.

Campania: tutte le scuole (compresi nidi e infanzia) chiuse fino a domenica 14 marzo.

Puglia: didattica a distanza fino al 14 marzo per permettere la vaccinazione del personale scolastico. In sei comuni del barese la dad sarà fino all’8 marzo.

Calabria: sospensione delle lezioni in presenza nei comuni di San Marco Argentano, Spezzano Sila e Castrolibero, in provincia di Cosenza.

Sicilia: scuole (dalle elementari in su) chiuse ad Enna fino al 13 marzo.

Sardegna: aule deserte (dalla seconda media in poi) a La Maddalena dalla seconda media in poi.

L'articolo Scuola, la mappa delle chiusure: in attesa del nuovo Dpcm uno studente su tre già torna alla didattica a distanza proviene da Il Fatto Quotidiano.



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