Caro Draghi,

Lei ha fatto un grande servizio all’Europa e all’Italia quando dirigeva la Bce e riuscì a realizzare l’emissione di 50 miliardi di euro al mese per comprare i debiti degli Stati membri dell’Unione Europea. Così più di 500 miliardi di debito pubblico italiano sono stati comprati dalla banca dell’Unione Europea e sostanzialmente tolti dal mercato, congelati. Se Lei non ci fosse riuscito oggi il nostro spread sui titoli tedeschi sarebbe insostenibilmente alto e gli italiani pagherebbero interessi salatissimi.

Bene! Bravo! Però si sarà reso conto che l’Unione Europea non ha gestito adeguatamente la comunicazione di questa azione geniale. Era una grande occasione per dimostrare ai cittadini europei i vantaggi dell’Ue e cosa l’Europa unita stava realizzando per il loro futuro. Il risultato di questa incapacità di raccontare ha fatto sì che in Italia la Lega e gli altri sovranisti abbiano potuto continuare a ripetere che l’Europa si prendeva dagli italiani molto più di quanto dava, che noi eravamo fregati dall’euro, eccetera eccetera. Balle grandi come grattacieli visto che l’Europa si è comprata circa un quarto del nostro debito, mica bruscolini!

Si sarà anche reso conto che M5S e Pd non sono capaci di raccontare quel che di buono sono riusciti a concretizzare. È una mancanza che viene da lontano e sta dietro alle molte vittorie della destra. Non sono capaci di trasmettere la scintilla del loro sogno. Ne hanno dato splendido esempio con il bonus casa 110%, una legge scritta per permettere anche alle famiglie a basso reddito di migliorare la sicurezza antisismica, tagliare di netto i costi energetici e quindi aumentare la loro capacità d’acquisto, risparmiando denaro su riscaldamento ed elettricità. Ma una ricerca del governo uscente valuta che solo il 10% delle famiglie a basso reddito riuscirà a ottenere il bonus casa, il 35% dei finanziamenti andrà a chi è già ricco.

Il motivo è ovvio: chi ha basso reddito ha generalmente minor capacità di destreggiarsi con burocrazia e professionisti. Se invece hai un cugino commercialista o uno zio ingegnere non hai problemi. Così in Italia tutti i finanziamenti pubblici, da quelli per le start up a quelli agricoli, vanno a chi ha maggiori strumenti culturali.

Sarebbe fondamentale che la comunicazione del governo raggiungesse queste persone, che non ci si limitasse a conferenze stampa e alla pubblicazione delle faq sui siti ministeriali. Bisogna andare a parlare di persona con queste persone. In Francia lo hanno capito e hanno creato una flotta di pulmini arancioni che girano per quartieri periferici e paesi per incontrare i cittadini, aiutarli a compilare le domande e mettere insieme i documenti necessari.

Sogno che il suo governo intraprenda questa strada e non solo cerchi la comunicazione diretta, ma coinvolga quelli che nel marketing vengono chiamati opinion leader. E di certo i migliori opinion leader che possono parlare con tutti gli italiani sono gli studenti. Riuscire a spiegare nelle scuole superiori le opportunità che questo governo offrirà ai cittadini e chiedere agli studenti di diventare comunicatori verso le loro famiglie li entusiasmerebbe. Li toglierebbe dalla noia di una didattica astratta, lontana dalla realtà e permetterebbe di conquistare la stima dei loro genitori, con ovvia ricaduta positiva sulla loro autostima e passione per la conoscenza.

Avere un’idea diversa della comunicazione, uscire dai canali consueti, generalmente peraltro mal usati dai progressisti italiani, darebbe al governo quel sostegno diffuso, necessario per portare avanti grandi cambiamenti. La politica potrebbe uscire dalla sua torre d’avorio e andare per strada. Aggiungo che ho scritto tante volte che mi pareva demenziale che di fronte alla pandemia il governo Conte non avesse organizzato una comunicazione diretta verso gli studenti, con videolezioni per loro e corsi di aggiornamento per gli insegnanti…

Se avessero utilizzato le ore di scienze per capire cosa è un virus, come si diffonde, come si può evitare il contagio avremmo oggi più rispetto per le regole e meno morti. Invece Pd e 5S sono rimasti barricati nelle loro conferenze stampa, convinti che sparando tweet parlassero col mondo.

Lei ha la possibilità di prendersi la rivincita per la comunicazione insufficiente sul bene che ha fatto agli italiani e al contempo riformare gli strumenti e i modi della comunicazione tra istituzione e cittadini in Italia. Credo che convincere l’Ue che convenisse a tutti abbassare il peso dei debiti dei singoli stati sia stato molto più difficile e stressante… Allora non basterà uno sgambetto per farla cadere.

L'articolo Caro Draghi, stavolta non si faccia fregare dalla comunicazione! proviene da Il Fatto Quotidiano.



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