Niente leader e probabilmente ancora niente nomi. A Montecitorio si apre il secondo giro di consultazioni convocato da Roberto Fico. Dopo aver ricevuto dal capo dello Stato l’incarico esplorativo per provare a ricucire l’alleanza di governo formata dal Pd, dal M5s, da Leu e da Italia viva – il partito che ha aperto la crisi – il presidente della Camera ha trascorso il week end incontrando le varie forze politiche. Dopo aver visto separatamente i rappresentanti dei vari partiti, la terza carica dello Stato ha deciso di radunarli tutti allo stesso tavolo alle 9 e 30. L’obiettivo è arrivare a un patto di legislatura per liberare la strada al Conte ter. Un percorso che vista la data massima di martedì – quando Fico dovrà tornare al Colle per riferire a Sergio Mattarella le sue conclusioni – appare ancora pieno di mine. Le incognite sono molteplici: dai punti da inserire all’interno del programma condiviso fino al nome del premier.

Tra sabato e domenica la maggioranza ha fatto quadrato attorno al nome di Giuseppe Conte. Dal Pd ai 5 stelle a Leu, passando per i gruppi minori – Europeisti, Centro democratico, Autonomie, dicono tutti la stessa cosa: ok al governo politico, va bene siglare un patto di legislatura, ma a guidare il governo deve essere Conte. Matteo Renzi, però, continua a giocare a carte coperte: ha chiesto prima di stilare un accordo programmatico e solo dopo parlare di nomi. Il timore è che solo dopo aver trovato la quadra sui temi, il leader d’Italia viva possa porre il veto su Conte: in quel caso saranno gli altri a passare per quelli che hanno fatto saltare il tavolo. Bruno Tabacci vede il bluff e dichiara: “Il programma va definito con Conte quando verrà incaricato, non prima, non funziona così”. Lo sostiene Loredana De Petris, capogruppo del Misto al Senato ed esponente di Leu: “Nel momento in cui si inizierà a discutere di temi, nello stesso istante bisognerà mettere sul tavolo il nome di Conte. Al presidente Fico lo abbiamo detto e lo diremo domani alle altre forze politiche: il programma non si può separare dal nome di chi dovrà attuarlo. E quel qualcuno è Conte”. La senatrice di Leu lo specifica perché in giornata i rumors su Mario Draghi si sono trasformati in notizie di stampa, con i quotidiani del gruppo Gedi che parlano addiritura di telefonate di Mattarella per preallertare l’ex presidente della Bce. Il Quirinale è stato costretto a intervenire per smentire categoricamente una notizia definita “destituita di fondamento”. Draghi, invece, tace.

Sull’argomento intendono tacere pure i renziani: annunciando la presenza al tavolo di Maria Elena Boschi e Davide Faraone – rispettivamente capogruppo alla Camera e al Senato – fanno sapere che Italia viva non intende ancora discutere della carica di premier. D’altra parte se è vero – come ipotizzano i maligni – che Renzi intenda giocarsi la carta del veto a Conte dopo aver trovato un accordo con gli altri partiti sul programma, è inevitabile che quel jolly vorrà calarlo personalmente. E lunedì alla Camera il leader d’Italia viva non si farà vedere. Non ci sarà neanche Nicola Zingaretti (per il Pd i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci e il vicesegretario Andreo Orlando) e neanche Vito Crimi (Davide Crippa ed Ettore Licheri rappresenteranno i 5 stelle). Non essendoci i leader, è improbabile che a Montecitorio si discuta di una eventuale permanenza di Conte a Palazzo Chigi. Sul tavolo, infatti, ci saranno “solo” i punti da inserire nel programma. Non che siano meno importanti: bisognerà capire che condizioni porranno – se ne porranno – i renziani sul Mes, sulla giustizia, sul reddito di cittadinanza. La strada per il Conte ter non è solo piena di mine: è pure strettissima.

CRONACA ORA PER ORA

L'articolo Consultazioni di Fico, la diretta – Alla Camera il tavolo sul programma con tutti i partiti di maggioranza (ma senza i leader) proviene da Il Fatto Quotidiano.



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