È uscito dal coma, vuole tornare in Russia ed è convinto che dietro a quanto gli è successo non possa che esserci Putin. Alexey Navalny, dissidente russo avvelenato con l’agente nervino Novichok, in un’intervista alla rivista tedesca Der Spiegel chiarisce che la sua intenzione è quella di tornare in Russia perché “il mio compito è ora restare senza paura. E io non ho paura“. Quanto all’avvelenamento, invece, dice: “Io affermo che c’è Putin dietro questo crimine, non ho altre versioni di quel che è successo. Non senti dolore, ma sai che stai morendo“, ha raccontato parlando del momento in cui il veleno ha iniziato a fare effetto. L’intervista integrale uscirà nelle prossime ore.

Sul suo caso è tornato anche il segretario di Stato americano Mike Pompeo, chiedendo di nuovo una “spiegazione” alla Russia, che ha un comportamento “aggressivo e destabilizzante nel mondo”. Il Cremlino, nonostante le richieste della comunità internazionale, ha puntualizzato che su quanto accaduto al dissidente non sarà avviata alcuna indagine indipendente e, a differenza di quanto riscontrato dai medici tedeschi, ha spiegato che non è stata rilevata alcuna traccia di veleno.

Il ricovero e le tensioni internazionaliNavalny è stato dimesso dal policlinico di Berlino il 23 settembre, dopo 32 giorni di ricovero, 24 dei quali in terapia intensiva. Il laboratorio specializzato dell’esercito tedesco ha rilevato la presenza dell’agente nervino Novichok nel suo corpo, e l’avvelenamento, attraverso una sostanza la cui natura non fa che aumentare i sospetti sul Cremlino, è stata confermata anche da tossicologi francesi e svedesi. Tutti tasselli di una vicenda, che inaspriscono la tensione fra Mosca e l’occidente, in vista di un incontro fra i partner Ue, i quali dovranno stabilire una reazione comune nei confronti dello zar. Sul tavolo ci sono altre sanzioni, e la possibile sospensione del progetto Nord Stream 2.

Se l’avversario di Putin è sottoposto a elevate misure di protezione a Berlino, dove trascorrerà probabilmente ancora alcune settimane per riprendersi dall’attentato e dagli effetti di medio tempo della sostanza tossica ingerita in Russia, il suo braccio destro, Leonid Volkov, ha rilasciato un’intervista all’emittente RTL, per riferire delle sue condizioni. “Le guarigione è davvero più veloce delle attese, e questa è chiaramente una buona notizia. I medici sono molto soddisfatti”, ha affermato, pur ribadendo che eventuali conseguenze di lungo periodo non possano ancora essere escluse. Volkov si è soffermato anche sul regime di sicurezza adottato nella capitale tedesca: “Personalmente non penso possa accadere un nuovo attentato a Berlino. Ma è chiaro che l’addetto alla sua sicurezza personale abbia un’altra opinione: Navalny viene sorvegliato in modo piuttosto stretto”.

L'articolo Alexey Navalny: “Dietro al mio avvelenamento c’è Putin. Tornerò in Russia, non ho paura” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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