Il 5 settembre saranno trascorsi dieci anni dall’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica, Salerno. Questo triste anniversario rappresenta un momento di denuncia e di riflessione su una delle vicende più oscure che siano avvenute dopo la stagione delle stragi e dei delitti eccellenti di magistrati, giuristi, uomini delle forze dell’ordine.

Se ci pensate, per ogni delitto dai più efferati, commessi dalle diverse mafie o dai gruppi terroristici, anche quando per molto tempo non si sono scovati gli esecutori o i mandanti, sono sempre stati chiari i moventi, da quei moventi si è poi risaliti fino ai colpevoli.

Attraverso indagini che hanno considerato tanti elementi, indizi, informazioni di collaboratori di giustizia, anche quando come adesso non sussistevano i mezzi tecnologici che permettono di risalire ai movimenti delle persone in determinati ambiti anche a distanza di tempo.

Addirittura oggi vengono alla luce, a quarant’anni di distanza, elementi sulla strage alla stazione di Bologna, sul tema della corresponsabilità di terroristi neri, massonerie, servizi segreti e personale dello Stato. Nel caso dell’omicidio di Angelo Vassallo tutto ciò non accaduto, almeno finora: si sono aperte numerose piste, sono stati coinvolti nelle indagini trafficanti di droga, ufficiali dei carabinieri, si sono adombrate ragioni anche di carattere politico. Ma non si è giunti ancora ad incriminare nessuno.

Sul delitto di Angelo è calato un velo di impalpabile nebbia. Come se quella notte del 5 settembre sulla strada che porta a casa sua, si fosse materializzato un fantasma, un’entità imperscrutabile e indefinibile che ha esploso nove colpi di pistola – uditi benissimo a centinaia di metri di distanza – e poi fosse svanito nel nulla, da dove era venuto.

Nemmeno il più abile serial killer avrebbe potuto commettere quest’omicidio senza lasciare una minima traccia, senza un possibile complice, senza mai far trapelare un dettaglio, senza commettere un errore, senza confidarsi nemmeno in punto di morte – se è morto.

Se non fosse per l’impegno dei familiari e del vasto mondo di amici del sindaco pescatore, il delitto sembrerebbe non essere mai veramente avvenuto; come una storia che si perde nel mare di Acciaroli, tra i racconti dei pescatori che tornando a riva portano il pesce e le plastiche raccolte per merito di Angelo.

In effetti quella dell’oblio è la sensazione più forte. Eppure c’è chi non s’è rassegnato, in primo luogo i fratelli, soprattutto Dario e Massimo che hanno promosso instancabilmente – con la Fondazione Angelo Vassallo – iniziative in tutt’Italia, raccogliendo la solidarietà e il sostegno di centinaia di sindaci, presidenti di Regione, di parlamentari di ogni orientamento. Addirittura dell’ambasciata americana in Italia che ha premiato con un riconoscimento internazionale il progetto di pulizia dei fondali marini, divenuto poi legge nazionale, ed oggi pratica diffusa. Non hanno rinunciato Antonio e Giusy – i figli di Angelo – e la moglie Angelina, che ogni anno alla scadenza dell’anniversario, nella chiesa di Acciaroli, rinnovano il loro dolore e la denuncia allo Stato per la mancanza della verità.

Non hanno rinunciato alla verità gli amici del mondo di Angelo: tra gli altri, l’avvocato Gerardo Spira che fu segretario comunale di Angelo sindaco, Peppino Cilento sindaco di San Mauro Cilento, grande cooperatore e animatore culturale, Erminio Signorelli, ex sindaco prima di Angelo, Luciano Schiavo e Ariana di Rienzo che furono tra i migliori amici del sindaco pescatore, l’attuale sindaco di Pollica Stefano Pisani e la vicesindaco Carla Ripoli che lo fu anche di Angelo.

Potrei nominarne anche molti altri che ho conosciuto in questi anni, in cui abbiamo sviluppato un intenso rapporto tra Bologna e la comunità di Pollica. Questo è il mondo autentico di Angelo Vassallo, il Cilento laborioso, colto, onesto, che abita uno dei luoghi più incantevoli d’Italia.

Quest’anno forse con il problema Covid non si potranno svolgere tutte le iniziative che si celebrano nell’anniversario, certamente però Dario non farà mancare la sua voce, soprattutto con il suo recente secondo libro La verità negata, chi ha ucciso Angelo Vassallo il sindaco pescatore (ed. Paper First), scritto con Vincenzo Iurillo, giornalista del Fatto Quotidiano che ha seguito costantemente la vicenda.

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