Una carriera nel segno dell’Antimafia. Sarà Dino Petralia, già procuratore generale a Reggio Calabria e prima ancora procuratore aggiunto a Palermo, a guidare il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria dopo le dimissioni di Francesco Basentini, arrivate dopo le polemiche sulle scarcerazioni di boss e per la gestione delle rivolte nella carceri. Un’altra mossa politica chiara del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, dopo la scelta di Roberto Tartaglia, già pm antimafia, alla poltrona di vice.
La disastrosa gestione delle rivolte carcerarie dei mesi scorsi, dietro le quali c’è l’ombra della regia della criminalità organizzata e soprattutto, la circolare del 21 marzo legata all’emergenza coronavirus – raccontata da ilfattoquotidiano.it – che ha spinto gli avvocati dei boss a chiedere gli arresti domiciliari per rischio contagio, come dimostrano le intercettazioni in carcere pubblicate dal Fatto, e la gestione del caso del boss dei Casalesi Pasquale Zagaria, sono stati gli errori gravi che hanno portato alle dimissioni un direttore del Dap che è stato sempre ritenuto inadeguato da chi in quell’ufficio delicatissimo, ci lavora da anni.
Ora con l’arrivo di Dino Petralia e Tartaglia si intende dare un nuovo corso. Petralia, 67 anni, siciliano, ha lavorato a Trapani ed è stato procuratore di Sciacca. Prima ancora era stato in servizio come giudice istruttore, nel 2006 diventa consigliere del Csm. Tre anni viene nominato procuratore generale a Reggio Calabria. Avrebbe voluto occupare la poltrona di capo della procura di Torino, dopo il pensionamento di Armando Spataro, ma “sdegnato” perché il suo nome era comparso in qualche conversazione dello scandalo delle nomine al Csm, aveva ritirato la domanda.
L'articolo Carceri, Bonafede sceglie Dino Petralia come nuovo direttore del Dap. Sarà un vertice antimafia insieme al vice Roberto Tartaglia proviene da Il Fatto Quotidiano.
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