L’orso M49, “latitante” da 9 mesi, è stato catturato sui monti di Tione, in Trentino, ed è stato trasportato nell’area faunistica di Casteller, a Sud di Trento, la stessa in cui l’animale era stato rinchiuso nel luglio 2019 e da cui era subito scappato. L’orso, come fa sapere la Provincia autonoma, è in buone condizioni. Nelle ultime settimane gli erano state attribuite diverse incursioni in abitazioni ed edifici della zona. La Lav, Lega anti-vivisezione, ne ha chiesto l’immediata liberazione e ha diffidato la Provincia di Trento. Intanto il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ha dichiarato di essersi già attivato "con tutti i canali possibili per trovare una nuova casa all'orso M49". (LA FOTO DELL'ORSO IN FUGA - MINISTRO COSTA: NON ABBATTETELO).

Il trasporto da sveglio e sotto controllo veterinario

L’animale, maschio e dal peso di circa 167 chilogrammi, è stato preso nella serata del 28 aprile dagli uomini del Corpo forestale del Trentino nella zona delle Giudicarie. La sua cattura è avvenuta con una “trappola tubo”. Come da prassi, l’orso è stato trasferito al Casteller sveglio e sotto il controllo di un veterinario. Arrivato a destinazione, è stato immesso in un’area con tana e recinto interno per consentire un suo inserimento nel centro faunistico, dove si trova anche l’esemplare femmina DJ3.

Costa: "Stiamo sondando parchi europei"

"Stiamo sondando parchi europei, contattando Paesi dove questo tipo di orso potrebbe vivere bene e senza rischi - ha scritto in un comunicato il ministro dell'Ambiente - attivando anche i canali diplomatici. L'obiettivo è regalare a questo orso, a cui vogliamo bene, la migliore casa possibile". "Dopo 289 giorni di libertà e dopo essere stato avvistato anche in Veneto, era ritornato in Trentino e ieri sera è stato catturato - ha spiegato Costa - Ci hanno assicurato che Papillon sta bene, è seguito h24 da un'equipe di tecnici della Provincia, ma immediatamente ho allertato l'Ispra, che con i propri esperti sta seguendo l'orso per garantire la massima attenzione in queste ore delicate".

"Credo che la cattura non sia una soluzione"

Il ministro ha poi ribadito il suo pensiero sulla vicenda chiedendo che l'animale non venga ammazzato "e credo che la cattura non sia assolutamente una soluzione. Ma è una scelta della Provincia autonoma di Trento a cui la legge assegna piena facoltà di azione. Non mi fa affatto piacere sapere che M49 abbia perso la sua libertà". Costa ha chiarito che l'orso è stato seguito "in queste settimane in tutti i suoi spostamenti, lo abbiamo visto sulla neve, mentre giocava, e nei boschi. Sappiamo che si è introdotto in baite vuote e non ha mai attaccato l'uomo", per questo il ministro auspica che "sia trattato bene, e ci stanno rassicurando su questo. Attualmente si trova nella zona di Casteller, da dove era fuggito, e per gradi sarà inserito nell'area faunistica".

La Provincia: “Pericoloso per l’uomo”

L’operazione è stata pianificata dopo che M49 si era reso protagonista, nelle scorse settimane, di un lungo spostamento che dal Trentino orientale lo aveva portato nelle sue aree d’origine, tra Trentino e Veneto. Durante questi movimenti l’animale ha effettuato numerose intrusioni in abitazioni, baite, rifugi e malghe “confermando il comportamento pericoloso per l’uomo già manifestato chiaramente l’anno precedente”, spiega la Provincia. Il presidente Maurizio Fugatti, che l’estate scorsa aveva emanato due ordinanze di cattura nei confronti dell’esemplare, ha informato dell’operazione il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, e l’Ispra.

Lav: “Sentenza inutilmente crudele”

Non è d’accordo con l’operazione la Lav, secondo cui l’animale “non ha mai costituito alcun pericolo per l’uomo” e ora invece “sarà condannato all’ergastolo solo per avere mangiato del cibo malamente custodito in alcune baite in alta quota”. Per Massimo Vitturi, responsabile Animali selvatici della Lav, M49 “ha dimostrato eccezionali capacità di adattamento e sopravvivenza, aspetti che ne fanno un individuo particolarmente dotato che dovrebbe essere per questo ancora più rispettato e accettato”. Per l’associazione la scelta della Provincia è “inutilmente crudele” e “colpisce che in un periodo in cui tutta la collettività è impegnata nel contrasto alla pandemia, Fugatti e la provincia di Trento abbiano trovato risorse, tempo e modo per imprigionare M49”. Infine, secondo la Lav Casteller non può assicurare una detenzione “compatibile con le caratteristiche etologiche di questo animale”, motivo per cui “saremo pronti a procedere contro la Provincia di Trento, per il reato di maltrattamento di animali”.

La vicenda

M49 era stato catturato il 15 luglio 2019 e portato al Casteller. Dopo poche ore era però riuscito a fuggire, scavalcando recinzioni elettrificate e un muro alto 4 metri. Inizialmente si era rifugiato sulla Marzola, la montagna sopra Trento. “Se si avvicinerà alle abitazioni dovrà essere abbattuto a vista”, aveva detto Fugatti, ma il ministro Costa aveva preso le parti dell’orso: “Non ammazzatelo, non merita di essere ucciso”. In questi mesi i forestali hanno sempre cercato di monitorare la posizione dell’animale, che nei giorni di Pasqua era stato segnalato sul monte Carega, tra le province di Vicenza, Verona e Trento, mentre negli ultimi giorni era tornato nell’area del parco Adamello Brenta, in Trentino.



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