C’è la possibilità, per chi lo vorrà, di accedere alle linee di credito del Mes con l’unica condizione – almeno nell’immediato – di usarle per le spese sanitarie e di prevenzione. Ma l’Italia non intende farlo, come ha chiarito ieri il ministro Roberto Gualtieri. In compenso, nelle conclusioni adottate giovedì sera dall’Eurogruppo non compare alcun riferimento a titoli di debito comuni. Non si parla insomma di eurobond né di coronabond.
Riferimento al Recovery fund senza cifre e senza le fonti di finanziamento – Il punto di caduta per arrivare a un accordo tra i 19 ministri delle Finanze dell’Eurozona è stato di inserire nel testo finale l’avvio dei lavori su un Fondo per la ripresa (Recovery fund) che somiglia allo strumento temporaneo proposto dalla Francia e al Recovery and Reinvestment Plan chiesto dal premier italiano Giuseppe Conte. Ma non si parla di cifre e, soprattutto, su come finanziarlo i Paesi restano spaccati: la palla torna ai leader europei, che si rivedranno dopo Pasqua. “Alcuni sono dell’opinione che si dovrebbe arrivarci attraverso l’emissione di debito comune, altri Stati hanno detto che dovrebbero essere trovate strade alternative“, ha spiegato il presidente dell’Eurogruppo Mario Centeno, alla fine del vertice. Resta in salita, quindi, la trattativa per arrivare al risultato auspicato dal governo italiano.
Secondo Gualtieri ora gli eurobond sono perlomeno “sul tavolo”. Il falco olandese Wopke Hoekstra non concorda: “La maggioranza dell’Eurogruppo è contro. Il testo è deliberatamente vago“, ha chiosato in conferenza stampa dopo la riunione. “Ciascuno può leggervi quello che vuole. Ma penso che sia anche importante non illudersi: anche con intenzioni ottimistiche, non si può leggere nulla che sia legato alla mutualizzazione del debito qui. E, in ogni modo, il testo è molto chiaro: è una cosa” di cui parleranno “i primi ministri”.
Mes senza condizioni per spese sanitarie fino a fine emergenza – Sull’altro tasto dolente del negoziato, l’uso del fondo salva Stati, si è arrivati invece a un compromesso che non si discosta molto dalle ipotesi emerse durante il precedente Eurogruppo, il 24 marzo. Le linee di credito attivabili per l’emergenza si fermano al 2% del pil del Paese e vengono ribattezzate Pandemic credit line ma restano basate “sulle linee di credito a condizionalità rafforzata Eccl esistenti”, come si legge nel comunicato finale. L’unico requisito sarà che il Paese che le chiede si impegni a usarle “per supportare il finanziamento dei costi diretti e indiretti della sanità e della prevenzione correlati al Covid 19″.
Dopo la crisi chi lo chiede si impegna a “rafforzare i fondamentali” – Tuttavia dopo la crisi “i Paesi membri resteranno impegnati a rafforzare i fondamentali economici e finanziari, in linea con le cornici di coordinamento e sorveglianza economica e fiscale della Ue, inclusa la flessibilità applicata dalle istituzioni”. Rimane dunque, come chiedeva il ministro olandese Hoekstra, il riferimento alle condizioni da rispettare una volta finita l’epidemia.

Tesoro: “L’Italia non ha deciso di fare ricorso al Mes, è facoltativo” – “Il Mes già esiste essendo un accordo raggiunto e firmato nel 2012”, ha ricordato il Tesoro giovedì notte per rispondere alle polemiche partite dalla Lega. “Oggi l’eurogruppo ha proposto la creazione di una nuova linea di credito per le spese per cure e prevenzione sanitaria legate al Covid-19 senza alcuna condizionalità e attivabile da qualsiasi paese membro che lo voglia”. Ma “è bene chiarire che oggi l’Italia non ha deciso di fare ricorso al Mes“, che “sarà naturalmente facoltativo“, ma “ha solo concorso a definire un rapporto che prevede la possibilità di istituire quattro nuovi strumenti per affrontare la crisi del Covid-19”. Accanto al Mes e al Fondo per la ripresa ci sono infatti, come noto dalla settimana scorsa, un nuovo fondo di garanzia della Bei per favorire il credito alle imprese e il programma Sure di riassicurazione per la disoccupazione della Commissione Europea. Starà ora al Consiglio europeo prendere le decisioni su questo pacchetto di proposte.

L'articolo Eurogruppo, nelle conclusioni non c’è riferimento ai coronabond. Centeno: “Paesi divisi”. Ministro olandese: “La maggioranza è contro” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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