In Italia le persone complessivamente risultate positive al coronavirus, compresi guariti e deceduti, sono 205.463. Di questi, 101.551 sono i contagiati attuali (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - GRAFICHE - COSA CAMBIA CON LA FASE 2 - DATE E CALENDARIO). Le persone guarite nelle ultime 24 ore sono 4.693, per un totale di 75.945: è l'aumento maggiore dall'inizio dell'emergenza. Il totale delle vittime è di 27.967, 285 in più. Continua il calo dei pazienti in terapia intensiva: sono 1.694, 101 in meno rispetto a ieri. Il dato è in calo per il ventiseiesimo giorno consecutivo. Dei pazienti attualmente positivi, 18.149 sono poi ricoverati con sintomi - 1.061 in meno rispetto a ieri - e 81.708 sono in isolamento domiciliare. I tamponi eseguiti sono 68.456 in più rispetto a ieri, per un totale di 1.979.217. Il numero complessivo di tamponi giornalieri include anche i tamponi fatti "in uscita", ovvero le persone che dopo la malattia o l'isolamento domiciliare vengono sottoposti a uno o più tamponi prima di poter essere definiti "guariti". Sono invece 1.354.901 le persone sottoposte al test, al netto di quanti tamponi abbiano fatto, 41.441 in più rispetto a ieri. Sono questi i dati del bollettino quotidiano della Protezione Civile sulla diffusione del contagio.

I dati regione per regione

Dai dati della Protezione civile emerge che le persone attualmente positive sono:

36.211 in Lombardia
9.563 in Emilia-Romagna
15.493 in Piemonte
8.147 in Veneto
5.584 in Toscana
3.551 in Liguria
3.210 nelle Marche
4.468 nel Lazio
2.773 in Campania
1.370 nella Provincia di Trento
2.949 in Puglia
1.170 in Friuli Venezia Giulia
2.157 in Sicilia
1.915 in Abruzzo
802 nella provincia di Bolzano
233 in Umbria
744 in Sardegna
740 in Calabria
89 in Valle d'Aosta
192 in Basilicata
190 in Molise

Le vittime

Quanto alle vittime, se ne registrano:

13.772 in Lombardia
3.551 in Emilia-Romagna
3.066 in Piemonte
1.459 in Veneto
842 in Toscana
1.167 in Liguria
906 nelle Marche
441 nel Lazio
359 in Campania
418 nella provincia di Trento
415 in Puglia
289 in Friuli Venezia Giulia
235 in Sicilia
320 in Abruzzo
275 nella provincia di Bolzano
67 in Umbria
116 in Sardegna
86 in Calabria
137 in Valle d'Aosta
25 in Basilicata
21 in Molise

Borrelli: "Nuova fase emergenza, stop conferenza stampa"

Quella di oggi è l'ultima conferenza stampa della Protezione Civile sull'emergenza coronavirus, ha annunciato il capo del Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli. "Come vedete dai dati - ha detto - ci avviamo verso una nuova fase dell'evoluzione dell'emergenza e quindi abbiamo deciso di interrompere qui la nostra conferenza stampa". "Non mancheremo di fornire aggiornamenti quotidiani - ha aggiunto Borrelli - come abbiamo sempre fatto".

"Rischi da trasporti? No, se rispettiamo regole"

"Ci dobbiamo preoccupare per l'inizio della fase due soprattutto per i trasporti? Assolutamente no - ha risposto Borrelli-. Serve grande senso civico dei nostri connazionali. Bisognerà muoversi in caso di reale esigenza e rispettare il distanziamento tra persone. Se tutti rispetteremo le regole di igiene ed eviteremo assembramenti riusciremo a governare la situazione".

Cts: "Dati molto confortanti"

"I dati di oggi sono molto confortanti, significa che stiamo andando nella direzione giusta", ha detto lo pneumologo del Gemelli e membro del Comitato tecnico-scientifico Luca Richeldi sottolineando che sei regioni non fanno registrare decessi e altre nove ne hanno meno di dieci. "Se guardiamo agli ultimi 15 giorni - ha aggiunto - abbiamo dimezzato il numero dei deceduti, raddoppiato quello dei guariti, ridotto della metà le terapie intensive e ridotto significativamente il numero dei ricoverati".

"Rapporto positivi/tamponi sotto 3%"

"Il sistema sta facendo più tamponi, testare le persone è cruciale per contenere l'epidemia. Il rapporto tra positivi e tamponi fatti è sceso sotto il 3 per cento, che è considerata una soglia cruciale", ha spiegato Richeldi sottolinenando che ciò significa che i tamponi sono sufficienti e il numero dei positivi è contenuto. Poi bisogna isolarli, mettere in quarantena i contatti. Ma la diffusione del virus è stata rallentata, la pressione sul sistema sanitario è ridotta e noi siamo più consapevoli e pronti alla sfida che ci attende nelle prossime settimane e nei prossimi mesi", ha aggiunto.

"Sicuramente ci saranno nuove zone rosse"

Le indicazioni generali a livello nazionale "sono indispensabili" ma "ci saranno sicuramente delle piccole variazioni e ci saranno sicuramente delle zone rosse" a livello locale, ha risposto Richeldi a chi gli chiedeva perché si è deciso di non utilizzare un approccio regionale per le riaperture. "E' una questione molto complessa - ha spiegato - Ci sono da tenere in considerazione vari aspetti legislativi, logistici e anche scientifici". Dunque gli aspetti generali sono fondamentali e poi devono esserci interventi a livello locale.



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