Non si arresta la corsa di Sars Cov 2 negli Usa che doppiano la Cina per numero di casi. Secondo il calcolo della Johns Hopkins University, i casi confermati nel mondo sono 785.979: a guidare la classifica gli Stati Uniti, con 164.603 contagi, seguiti dall’Italia, con 101.739, poi la Spagna con 87.956. Quarta la Cina, con 82.240 casi, la metà di quelli degli Stati Uniti. Viene poi la Germania con 66.885, la Francia con 45.170, l’Iran con 41.495 e il Regno Unito con 22.454. Donald Trump – che ha dichiarato che se si riuscisse a limitare il numero dei morti a 100mila sarebbe un buon lavoro – ha spiegato che da Washington arriveranno in Italia 100 milioni di dollari di materiale sanitario, “oltre ai respiratori che gli Usa – ha ricordato – stanno già inviando al nostro Paese come alla Spagna e alla Francia “Giuseppe era molto contento”.
Intanto le misure draconiane adottate (in ordine sparso) in Europa potrebbero aver già evitato fino a 120.000 decessi in tutta Europa secondo la stima un report realizzato da un team dell’Imperial College di Londra guidato da Neil Ferguson e Samir Bhatt e diffuso dall’Oms Collaborating Centre for Infectious Disease Modelling. Secondo la ricerca, fino a 120.000 morti potrebbero essere già stati evitati in 11 paesi, tra cui Italia, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna. Inoltre la percentuale di persone già infettate dal virus oscillerebbe tra il 2 e il 12% della popolazione: 2,7% nel Regno Unito, solo 0,41% in Germania, 3% in Francia e 9,8% in Italia.
La Cina ha registrato ieri solo 48 nuovi casi di infezione da coronavirus, tutti importati. La Commissione sanitaria nazionale (Nhc), aggiornando il numero dei contagi di ritorno a 771, ha menzionato un ulteriore decesso nell’Hubei, la provincia epicentro della pandemia. I casi gravi continuano ad assottigliarsi, essendo scesi di 105 unità a 528. I contagi certi complessivi sono ora 81.518: 2.161 sono i pazienti in cura, 3.305 i decessi e 76.052 i dimessi dagli ospedali, pari a un tasso di guarigione del 93,2%.
Sembrava che il trend fosse in discesa, ma la Corea del Sud ha riportato ieri un rialzo di nuovi casi da Covid 19 a 125, dai 78 di domenica, a causa dei problemi nel tenere sotto controllo focolai interni e contagi importati. Secondo il Korea Centers for Disease Control and Prevention, le infezioni totali sono 9.786 e i decessi 162 (+4). Sono 15 i casi importati, 518 in totale. Seul ha varato una quarantena obbligatoria di 14 giorni per tutti gli arrivi, anche per i 530 sudcoreani attesi dall’Italia. I guariti sono adesso 5.408, mentre i pazienti in cura 4.275.
“L’epidemia è tutt’altro che finita in Asia e nel Pacifico. Questa sarà una battaglia a lungo termine e non possiamo abbassare la guardia” ha detto oggi Takeshi Kasai, direttore regionale dell’Oms per il Pacifico occidentale in un briefing in videoconferenza. “Anche nei paesi e nelle aree di questa regione in cui la curva dei contagi si è appiattita, continuano a comparire nuovi focolai i casi importati continuano a destare preoccupazione”, ha aggiunto il consigliere tecnico Matthew Griffith, citando Singapore e Corea del Sud.
Russia – Altre quattro persone positive al Covid-19 sono morte a Mosca. “Quattro pazienti a cui era stata precedentemente diagnosticata la polmonite e che sono risultati positivi al coronavirus sono morti a Mosca: avevano un’età compresa tra i 76 e gli 86 anni. Due di loro erano in ventilazione polmonare”, ha detto a Interfax la task force per il monitoraggio della situazione del coronavirus a Mosca. Tutti i pazienti avevano malattie croniche, comprese quelle cardiovascolari. Gli ultimi decessi hanno portato a 11 il numero complessivo di casi mortali tra i pazienti affetti da coronavirus a Mosca.
Israele – È salito da 16 a 18 il numero delle vittime in Israele per l’infezione da coronavirus. Il totale dei positivi è 4.831. Lo ha annunciato il ministero della sanità spiegando che i due ultimi decessi riguardano donne dai 48 ai 50 anni di età con “gravi malattie pregresse”. Del totale dei casi, la maggior parte è il lievi condizioni mentre 83 in gravi condizioni.
Giappone – Il governo sta esplorando la possibilità di decretare lo stato di emergenza a fronte dell’espansione dei casi, mentre continua a preoccupare l’impatto della pandemia sulla terza economia mondiale. Il canale pubblico Nhk rivela che la maggioranza dei membri della commissione di esperti istituita dall’esecutivo è a favore di una tale soluzione, molti dei quali preoccupati sulle implicazioni che il ritardo potrebbe comportare sull’andamento delle infezioni, in particolare a Tokyo. Ad oggi il numero delle infezioni di coronavirus in Giappone si assesta a 1.953 con 56 morti.
India – In India, ad una settimana dall’inizio del lockdown, si è registrato il maggiore incremento di casi di coronavirus portando il numero totale a 1.251, con 32 morti. Lo ha reso noto il ministero della Sanità, secondo quanto riportano i media internazionali. Intanto a New Delhi le autorità hanno deciso di convertire uno stadio da 60mila posti in una struttura per la quarantena per curare i pazienti Covid-19. In precedenza altre strutture sportive erano state trasformate per far fronte all’aumento dei casi. La Bbc rileva il sistema sanitario indiano potrebbe non disporre delle risorse necessarie per gestire la crisi: il paese ha otto medici su 10.000 persone rispetto ai 41 in Italia e ai 71 in Corea del Sud. E c’è anche scarsità di letti in isolamento, personale infermieristico e medici addestrati, ventilatori e letti di terapia intensiva.
Tunisia – La Tunisia registra altri 50 nuovi contagi che portano a 367 il totale dei casi confermati nel Paese. Lo rende noto in un comunicato il ministero della Sanità di Tunisi precisando che i decessi ufficiali sono ormai 10. Ieri intanto, al nono giorno di quarantena generale, si sono verificati momenti di tensione nei sobborghi popolari della capitale di Mnhila e Cité Ettadhamen con la gente scesa in strada a chiedere aiuti e maggiori autorizzazioni agli spostamenti, necessari per poter svolgere le attività lavorative in un paese caratterizzato da una forte economia sommersa.
L'articolo Coronavirus, gli Usa doppiano la Cina per numero di casi. Da Washington 100 milioni all’Italia. La Spagna sfiora i 90mila contagi proviene da Il Fatto Quotidiano.
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