In pieno periodo festivo ci sono volumi che risplendono di una luce particolare e che indagano universi e microcosmi di enorme impatto emotivo. Se volete deliziarvi con un piacevole tuffo nel passato allora posate il vostro sguardo sulla pittura di Pieter Bruegel il Vecchio. Il prezioso lavoro di Larry Silver pubblicato da Giunti è l’approdo di un cinquantennio di impegno e ricerca, ma il risultato è un’opera omnia che affronta l’artista in tutte le sue sfaccettature.
Ci sono dipinti più diffusi nella conoscenza degli appassionati e altri più “nascosti”, misteriosi; sono scene natalizie quasi per eccellenza tra il fiabesco e la vita, durissima, quotidiana dell’epoca. La capacità di Bruegel è proprio quella di sublimare la realtà delle cose, senza trucchi; ma al tempo stesso un fascino pervade l’intera osservazione. Tutto è dettaglio e simbologia; anzi è proprio il particolare il protagonista della scena con accorgimenti minuziosi che la rendono piena di significati, oltre quelli consueti.
Il lettore che sfoglierà le grandi pagine avrà il privilegio di inquadrature in primo piano che donano anche alle opere di piccole dimensioni una forza quasi travolgente. Si può sentire il vento che spira o il freddo spesso insopportabile. Odori, anche nauseabondi, e sapori semplici di una cucina contadina senza pretese ma con tutta la sostanza per nutrire corpi indeboliti sebbene spesso con una gioiosità naturale. Tutta l’opera è ricolma di attenzioni come ricami preziosi e questo consente di avere una visione di insieme grazie alla “voce narrante” che ci accompagna per locande o per farci assistere ad avvenimenti che hanno segnato la storia reale e surreale.
La potenza evocativa di ciascun dipinto o incisione è assolutamente unica. L’artista fiammingo ci conduce sempre in un contesto interpretato a meraviglia attraverso la rielaborazione di vicende osservate da uno speciale punto di vista ma con un denominatore comune: fermare la vita che scorre. Infatti ogni accadimento non sembra sconvolgere il pittore, il quale continua a rappresentare il “paesaggio” con sublime naturalità. E allora ecco la Caduta di Icaro tra la sostanziale “indifferenza” dei presenti, al punto da chiedersi quale sia il vero soggetto rilevante dell’opera. E ancora la locanda della “Corona Verde” al centro del Censimento di Betlemme che vede, invece, Maria e Giuseppe defilati, quasi prestati alla scena. Ecco, questo è il grande incanto di Bruegel: ribaltare ogni spirito di osservazione. Sono le piccole cose ad essere grandi. Come grande è questo libro (Bruegel, 464 pagine, dimensione: 275×325) dall’impronta quasi monumentale.
Questa mirabile edizione italiana arriva proprio a 450 anni dalla morte (1569) di Pieter Bruegel il Vecchio, con mostre e altre iniziative non solo in Belgio, patria dell’artista, ma anche a Vienna e in tutte le altre città che ospitano sue opere in tutto il mondo. Giova ricordare che Bruegel è uno dei maggiori artisti del Cinquecento, un grande interprete della tendenza nordeuropea venata di follia visionaria e simbolica (sulla scia di Bosch) e di adesione a temi popolareschi, ma anche di profonde riflessioni sui temi della vita e della morte, e fortemente collegata ai rivolgimenti politici e religiosi che caratterizzarono il secolo dei grandi imperi e della Riforma protestante.
L'articolo Bruegel osservava la realtà da un punto di vista speciale. Perché sono le piccole cose a essere grandi proviene da Il Fatto Quotidiano.
from Il Fatto Quotidiano https://ift.tt/2ZJrQFd
via IFTTT https://ift.tt/eA8V8J
Post A Comment:
0 comments so far,add yours