“Cinque uomini sono entrati in casa nostra a Vinovo, mi chiedevano della cassaforte, ma noi non ce l’abbiamo. Non ci credevano, ma è davvero così. Allora hanno preso tutto ciò che potevano e sono andati via. Avevo paura per me, per mia moglie Roberta e ringraziavo il cielo che in casa non ci fossero i nostri figli. Erano a giocare a pallone, dovevano rientrare alle 8 accompagnati dal nonno e l’allenatore è stato il primo a insospettirsi perché non rispondevamo al telefono. Quando i rapinatori l’hanno capito hanno fatto in fretta, è stata la nostra fortuna”. Così l’ex calciatore della Juventus Claudio Marchisio, 33 anni, ha ricostruito in un’intervista al Corriere della Sera i terribili momenti vissuti martedì pomeriggio, quando cinque malviventi sono riusciti ad eludere i sistemi di sicurezza e entrare in casa sua per derubarlo, minacciando lui e la moglie con le pistole.
“È stata tosta, perché due pistole vere non le avevo mai viste e stavolta le avevamo puntate alla testa, ma siamo riusciti a restare lucidi“, ha raccontato Marchisio che solo il 3 ottobre scorso ha detto addio al calcio. Sulla rapina indaga la polizia scientifica che è al lavoro nella sua abitazione su alcune impronte, lasciate forse proprio dai malviventi. “Se entri nella casa di una persona per derubarla sei un delinquente. Se punti la pistola al volto di una donna sei un balordo. Se da una storia simile tutto quello che riesci a ricavarne è una battuta idiota o una discriminazione territoriale di qualsiasi tipo, sei un poveretto. A tutti gli altri un sentito grazie per la vostra vicinanza”, ha aggiunto l’ex calciatore spiegando di non aver voluto condividere niente sui social di quanto accaduto per evitare che la sua vicenda venga strumentalizzata.
“Stavolta è capitata a noi, per fortuna possiamo raccontarla, nessuno si è fatto male. Delle cose materiali mi importa meno, conta che stiamo tutti bene”. Ora, a mente fredda, ciò che gli rimane di questa brutta esperienza è “il ricordo dei momenti di paura, quando neppure sai cosa accada nel tuo corpo ma riesci a restare tranquillo, anche con una pistola puntata contro. Poi tanti altri pensieri che si rincorrono”, conclude Marchisio.
L'articolo Claudio Marchisio parla del furto: “Erano in cinque, ci hanno puntato le pistole alla testa. Chiedevano della cassaforte ma non l’abbiamo” proviene da Il Fatto Quotidiano.
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