Si chiamano Mind sports Olympiad (Mso), sono nate nel 1997 e si svolgono annualmente in agosto a Londra. Si tratta di una manifestazione unica nel suo genere, alla quale io partecipo sempre molto volentieri e nella quale mi è anche capitato di prendermi qualche bella soddisfazione.
Funziona così: la partecipazione è libera e per otto giorni giochi – mattino, pomeriggio e sera – a tutto quello che ti è possibile giocare, dagli scacchi al backgammon, dai coloni di Catan a Mastermind, da poker a Entropy e via via con i vari classici, i nuovi astratti e i moderni Eurogames (i giochi di tavoliere in scatola); ma anche prove mentali, come calcolo mentale, pensiero creativo, memoria e via discorrendo. Complessivamente nell’edizione terminata qualche giorno fa c’erano ben 75 tornei fra cui scegliere, lunghi una, due o tre sessioni di gioco.
La cosa più interessante e davvero caratterizzante è il meta-gioco, la super-combinata del Pentamind. In pratica (con gli adeguati vincoli) vengono considerati i cinque migliori risultati di ogni concorrente e stilata una classifica con uno speciale sistema di punteggio. Un po’ come nell’atletica (decathlon), ma il bello è che qui ognuno sceglie le specialità che vuole.
Il titolo di Pentamind world champion quest’anno è andato all’inglese di origine indiana (è nato nell’Uttar Pradesh) Ankush Kahndelwahl, capace di battere grandi maestri a scacchi, di giocare a bridge a livello delle nazionali, di vivere di poker, di vincere i tornei di Agricola e di Triolet e di imparare i segreti di qualsiasi gioco con incredibile velocità. Al posto d’onore per pochissimi punti l’estone Andre Kuusk, anche lui un grande campione dall’eclettismo sconfinato.
L’Italia si è comportata bene, portando a casa undici ori, nove argenti e tre bronzi, e la performance più bella è arrivata a sorpresa: il 19enne Andrea Muzii ha vinto tre ori nelle tre gare di Memoria (maratona, naturale e velocità) aggiudicandosi nove delle dieci prove in programma. Tra le altre cose ha memorizzato un intero mazzo di carte mescolato casualmente in 24 secondi; in cinque minuti ha ricordato una sequenza di 504 cifre; ha infine stabilito il nuovo record europeo memorizzando 394 immagini in cinque minuti. Come se non bastasse è pure campione di cubo di Rubik, che risolve in circa dieci secondi. Grandissimo! Guardatelo in azione in questo impressionante video.
La storia delle Mso comincia, dicevo, nel 1997, con una grande manifestazione alla Royal festival Hall, in riva al Tamigi. Fondatori tre grandi personaggi: Raymond Keene, grande maestro e columnist di scacchi; David Levy, esperto di scacchi e intelligenza artificiale, celebre per la sua scommessa del 1968 secondo la quale, ancora per dieci anni, sarebbe stato in grado di battere qualunque macchina a scacchi: ce la fece, ma fu l’ultima volta. Tony Buzan, celebre esperto di memoria e ideatore del mind mapping. L’idea base era di fare del 21esimo secolo il secolo delle discipline della mente, così come quello precedente aveva conosciuto lo sviluppo degli sport.
I primi anni sono stati l’era di Demis Hassabis, forse il più grande giocatore di tutti i tempi, che ha vinto il Pentamind per ben cinque volte. Sto parlando di quello stesso Hassabis che ha creato l’incredibile algoritmo AlphaZero e dirige Deep Mind, la più importante azienda di Ai del mondo. Di lui ho già avuto occasione di parlare nel 2016 qui su Il Fatto Quotidiano e quando penso che l’ho conosciuto ventenne nel 1997 e che siamo diventati amici… ancora mi prende un senso di vertigine, perché io credo che Demis sia una speranza per il mondo intero.
Da quel lontano 1997 le Mso hanno avuto alterne fortune e ora da qualche anno sono gestite da Etan Ilfeld, un eclettico imprenditore realmente appassionato del mondo dei giochi. Le Mso non hanno ancora conosciuto la notorietà mondiale che mi piacerebbe avessero e io penso sarebbe ora di fare un salto di qualità: una federazione mondiale di eclettici e flessibili multi-giocatori, assieme ad adeguate risorse imprenditoriali, potrebbero davvero trasformare una meravigliosa idea da una manifestazione di nicchia a un potentissimo volano per allenare non solo il corpo, ma anche la mente di milioni e milioni di persone.
E chissà che i sapiens non imparino a pensare in modo un po’ più lungimirante e smettano di segare il fragile ramo su cui stanno precariamente seduti.
L'articolo Olimpiadi dei giochi mentali: un evento unico e sconosciuto che merita un salto di qualità proviene da Il Fatto Quotidiano.
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