C’è più di un politico tra i 17 arresti eseguiti questa notte a Reggio Calabria dove la Direzione distrettuale antimafia ha colpito la cosca Libri. Fino alla conferenza stampa che si terrà in mattinata per illustrare i dettagli dell’operazione “Libro Nero”, la Procura tiene la massima riservatezza. Sappiamo già però che tra i politici arrestati ci sono il consigliere di Fratelli d’Italia Sandro Nicolò, finito in carcere, e il capogruppo al Consiglio regionale del Partito democratico Sebi Romeo, ai domiciliari. Tra gli indagati con gravi indizi di colpevolezza, ma a piede libero, c’è l’ex assessore regionale Demetrio Naccari Carlizzi, anche lui del Partito democratico e cognato dell’attuale sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.

Dodici in tutto ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal gip su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri e dei sostituti della Dda Stefano Musolino e Walter Ignazitto. Altri cinque indagati sono finiti ai domiciliari. La maggior parte degli arrestati, stando alle indagini della squadra mobile di Reggio, sono affiliati alla potente cosca Libri e accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, concorso esterno, estorsione, turbata libertà degli incanti, porto illegale in luogo pubblico di arma comune da sparo, con l’aggravate dell’agevolazione mafiosa, e tentata corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio.

La polizia ha eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di esponenti della ‘ndrangheta reggina. L’inchiesta “Libro nero”, condotta dalla Squadra Mobile del capoluogo reggino con il supporto dello Sco, ha consentito ai pm di ricostruire gli assetti e le dinamiche operative della cosca Libri, una delle più potenti articolazioni della ‘ndrangheta unitaria, che controlla nella città di Reggio Calabria i quartieri Cannavò, Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio e le frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vinco e Pavigliana.

Durante il blitz sono stati applicati i sigilli a beni per diversi milioni di euro. Tra i sequestri compaiono numerose società riconducibili agli appartenenti alla cosca, operanti nel settore edilizio, immobiliare e della ristorazione. La Dda è riuscita a svelare gli interessi economici e politici della cosca Libri che, secondo gli inquirenti, aveva a disposizione imprenditori e politici locali e regionali asserviti totalmente alle volontà della consorteria criminale in qualità di soggetti interni o concorrenti esterni.

In particolare è emerso che la cosca ha favorito, nel corso del tempo, alcuni imprenditori che potevano sembrare avulsi da qualsiasi contesto mafioso. In realtà avrebbero partecipato pienamente al contesto criminale cittadino. In cambio avrebbero goduto degli occulti finanziamenti e delle protezioni derivanti dalla cosca.

I Libri, infatti, sono stati capaci di infiltrarsi nelle dinamiche politico-elettorali di Reggio Calabria, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici. Le idee politiche, di destra o di sinistra, infatti, avrebbero lasciato lo spazio a un rapporto basato sul do ut des e destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso. L’inchiesta ha fotografato, in particolare, l’ascesa politica fino al Consiglio Regionale di un soggetto supportato, fin dagli inizi, dalla cosca Libri che ha condizionato le regionali del novembre 2014 quando i voti, in cambio di favori, sono stati dirottati verso un politico poi eletto.

L'articolo ‘Ndrangheta, 17 arresti a Reggio Calabria: colpita la cosca Libri. In carcere un consigliere regionale di Fdi, ai domiciliari capogruppo Pd proviene da Il Fatto Quotidiano.



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