“Le leggi ci sono, che piaccia o non piaccia”. Dal G20 di Osaka il premier Giuseppe Conte commenta il caso della Sea Watch, dopo l’attracco della nave nel porto di Lampedusa e l’arresto della capitana, Carola Rackete, da ieri sera ai domiciliari sull’isola siciliana. “Se le decisioni degli inquirenti sono esagerate – aggiunge il presidente del Consiglio – dovete chiederlo a loro, domandate ai magistrati. Da giurista, conoscendo i provvedimenti adottati, si prefiguravano responsabilità penali. Non voglio sostituirmi alla magistratura, a cui spetta applicare le leggi”.
Intanto arrivano le prime dichiarazioni dell’equipaggio della nave, composto da 16 persone provenienti dalla Germania, Olanda, Italia, Spagna e Francia. A cominciare dalla capitana. In un’intervista al Corriere della Sera, Carola Rackete, attraverso i suoi legali, ha raccontato: “La situazione era disperata. E il mio obiettivo era solo quello di portare a terra persone stremate e ridotte alla disperazione. Avevo paura. Da giorni facevamo i turni, anche di notte, per paura che qualcuno si potesse gettare in mare. E per loro, che non sanno nuotare, significa: suicidio. Temevo il peggio. C’erano stati atti di autolesionismo“.
“Poco dopo la mezzanotte la comandante ci ha riuniti per annunciarci che avremmo raggiunto il porto di Lampedusa perché i 40 migranti a bordo non potevano più continuare a stare in quelle condizioni”, racconta invece Oscar, studente tedesco di 23 anni che fa parte dell’equipaggio della Sea Watch, mentre spiega com’è avvenuta la decisione di forzare il blocco ed entrare nelle acque territoriali italiane. “La situazione – continua il ragazzo – stava sfuggendo di mano: dopo due settimane di attesa bisognava portare in sicurezza quelle persone che erano già sofferenti e non potevano continuare a restare sulla nave”.
Ieri la Guardia di Finanza ha accusato Sea Watch: le manovre della nave della ong hanno schiacciato la motovedetta delle fiamme gialle rischiando speronarli durante le manovre di attracco: “Non volevamo assolutamente fare del male ai finanzieri. La loro imbarcazione all’improvviso si è messa tra noi e la banchina per impedire l’attracco della nave. Io non ho sentito le comunicazioni a bordo con la finanza e non so cosa ha detto la comandante ma so che ci sono state delle incomprensioni. E so che Carola ha chiesto aiuto alla Guardia di Finanza. Posso dire che al cento per cento Carola non avrebbe mai messo in pericolo la vita dei finanzieri. In quel momento le premeva mettere in sicurezza la vita dei 40 migranti a bordo della Sea Watch. Siamo dispiaciuti per i finanzieri che si sono spaventati. Non era nostra intenzione fare del male a nessuno”. Sul fatto è intervenuto questa mattina anche l’avvocato della comandante della nave, Salvatore Tesoriero, che ha dichiarato: “Non c’è stato alcuno speronamento ma una manovra fatta in condizione di estrema difficoltà, senza alcuna volontà di uccidere. Una manovra nella quale ci si è avvicinato forse un po’ troppo alla barca della Gdf ma non c’è stato alcun contatto o volontà di speronare la nave”.
La Sea Watch 3 è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza dopo lo sbarco dei 42 migranti e si trova ora a circa 3 miglia da Lampedusa, in attesa di essere trasferita nel porto di Licata, in provincia di Agrigento. Oscar, che è ancora a bordo della nave, continua: “Siamo ancora sotto choc per quello che è accaduto la notte dello sbarco sul molo di Lampedusa. Non ci aspettavamo quelle reazioni scomposte da parte delle persone che stavano sulla banchina. Non capivamo cosa dicessero ma avevamo capito che erano insulti nei confronti di Carola, eravamo preoccupati per la nostra comandante. È stato terribile”. Parlando poi di Carola Rackete, racconta: “Siamo tutti molto orgogliosi di lei, è la donna più coraggiosa che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita. Siamo preoccupati per lei per le conseguenze a cui potrà andare incontro. Mi auguro che la giustizia italiana faccia il suo corso, sono molto fiducioso anche se siamo preoccupati per quello che potrà accadere”. La capitana della nave della ong tedesca rischia fino a 22 anni di carcere per resistenza o violenza contro nave da guerra e di tentato naufragio.
Matteo Salvini aveva parlato di “capitana fuorilegge” e di “nave pirata”. “Non abbiamo seguito quello che ha detto il ministro Salvini in questo giorni – conclude il 23enne tedesco – eravamo occupati a seguire i migranti a bordo. Io capisco che Salvini deve fare politica ma prima vengono le persone, e non si può fare politica sulle spalle dei più deboli. È sbagliato il punto di vista. Anche l’Europa deve fare la sua parte e deve aiutare l’Italia. Posso anche capire la reazione dell’Italia ma non è questa la soluzione”.
L'articolo Sea Watch, Conte: “Decisioni esagerate? Magistrati applicano legge, che piaccia o no’. Equipaggio: ‘Non volevamo far male’ proviene da Il Fatto Quotidiano.
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