Hanno contestato la versione della vittima e spiegato che il rapporto sessuale era consenziente e non si è trattato di stupro. Francesco ChiricozziRiccardo Licci, i due militanti di CasaPound – che ieri sono stati espulsi dal movimento di estrema destra – hanno risposto alle domande del gip durante gli interrogatori di garanzia, dopo essere stati sottoposti ieri a misure cautelari per la violenza sessuale avvenuta la notte del 12 aprile al pub Old Manners. Il giudice ha ora cinque giorni di tempo per decidere se convalidare o meno l’ordinanza di custodia in carcere.

Sono stati incastrati dai video girati col cellulare dagli stessi arrestati, che testimoniano gli abusi nei confronti di una 36enne anche lei simpatizzante di destra. Filmati che, ha spiegato il procuratore capo di Viterbo Paolo Auriemma, “ci hanno dato elementi di prova sufficienti”. Inoltre, ha specificato che “gli elementi di prova sono solidi” e ha parlato di “aggressività” verso la vittima visto che si contestano “anche “le lesioni oltre che la violenza sessuale”. Per quanto riguarda le indagini il procuratore sottolinea la “rapidità coniugata all’essenzialità” – che ha portato agli arresti – oltre al rispetto della vittima. Per gli avvocati dei due però (Marco Mazzatosta, avvocato di Licci, insieme a Giovanni Labate, legale di Francesco Chiricozzi e a Domenico Gorziglia, difensore di entrambi), gli arrestati “non hanno filmato tutto” e “i filmati non sono esplicativi di tutto quello che è successo”.

“I nostri assistiti – hanno proseguito – non sono i mostri che vengono descritti. Sono addolorati per quello che è avvenuto. Sicuramente hanno valutato in maniera errata una situazione”, dicono gli avvocati, ribadendo che la ricostruzione degli accusati “è divergente da quella proposta dalla procura. Abbiamo dato spunti probatori alla procura e ora aspettiamo con fiducia la decisione”, aggiungono i difensori, secondo cui la 36enne nella denuncia ha fornito “una versione generica e confusa”. A fronte dei referti medici che attestano le violenze, il legale ha poi aggiunto che “possono essere giudicati con la versione che abbiamo dato oggi”.

In seguito Mazzatosta ha anche sottolineato che le “lesioni non sono compatibili solo con un’eventuale violenza, sono lesioni compatibili anche con un rapporto ad esempio su una superficie rigida”.  Pur ammettendo che “ci sono delle prove che c’è stato un rapporto”, i legali hanno aggiunto: “Sicuramente vi è stata una situazione particolare, con due ragazzi di 19 e 20 anni che hanno avuto un rapporto che hanno interpretato come consenziente da parte della persona offesa per una serie di tanti elementi che oggi non possiamo spiegare perché le indagini sono in corso”.

L'articolo Stupro a Viterbo, i legali dei due arrestati: “Rapporto consenziente”. Procura: “Solidi elementi di prova” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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