Dei “turni per lettera”, in ordine alfabetico, per presentarsi allo sportello a fare domanda del reddito di cittadinanza. Domani, mercoledì 6 marzo, inizia ufficialmente l’iter per richiedere il beneficio introdotto dal governo gialloverde e le Poste, dove bisognerà recarsi per effettuare la richiesta, spiegano qual è il meccanismo pensato per far fronte “a un’operazione straordinaria”. Come ha illustrao l’ad di Postepay Marco Siracusano in audizione alla Camera, l’ordine alfabetico “è uno strumento pensato per dare un beneficio al cittadino, che può scaglionare la sua andata all’ufficio postale” senza “affollarsi il primo giorno”. Si tratta di una suddivisione in una decina di giorni che però è appunto “suggerita” per rendere più fluido l’afflusso. Una nota del ministero del Lavoro ricorda che oltre alle Poste è possibile fare richiesta nei Caf convenzionati e online, sul sito dedicato, per chi è in possesso di Spid, il Sistema Pubblico di Identità Digitale. Il comunicato ricorda che per “essere inseriti nel programma dal mese di aprile” si può presentare la domanda tra il 6 e il 31 marzo e che “non c’è un criterio temporale per l’ammissione della domanda”. Lunedì il coordinatore della Consulta dei Caf, Mauro Soldini, ha spiegato che le domande saranno trasmesse all’Inps per la verifica dei requisiti dal 25 marzo fino al 15 aprile. Il 26 aprile i cittadini riceveranno l’esito della richiesta: se sarà positivo, Poste invierà la comunicazione per il ritiro della carta dove verrà caricato l’importo e il pagamento avverrà dai primi di maggio.
Negli uffici postali i richiedenti troveranno “una locandina informativa” che comunica le modalità da seguire per presentare la domanda e un kit informativo, consultabile, che contiene copia della domanda per reddito e pensione di cittadinanza, informativa sull’utilizzo della card e informativa sulla privacy. Per quanto riguarda il trattamento dei dati, Siracusano ha ricordato che “viene effettuato per conto dei ministeri e con i massimi requisiti di sicurezza“. Il decreto prevede che i dati “siano messi a disposizione dei ministeri” e, con le modifiche introdotte al Senato, è stato previsto che “i dati relativi alla carta siano trasmessi privi dei dati dei titolari ma solo ai fini statistici per la movimentazione delle carte”.
“Ci sarà un impegno straordinario ma dal giorno 1 non si può escludere a priori che ci possano essere disfunzioni“, ha poi premesso Siracusano a Montecitorio, sottolineando comunque che gli uffici sono abituati “a gestire grandi flussi di persone” e che “i colleghi negli uffici sono stati formati e metteranno il massimo impegno”. Proprio per paura di affollamenti, a Roma è stata sensibilizzata l’attenzione delle forze dell’ordine attorno agli uffici postali.
Chiuso il capitolo domande, l’ad di Postepay ha spiegato anche il sistema automatico studiato per rifornire gli uffici postali delle card Rdc. “I 13mila uffici di Poste – ha detto – hanno ricevuto secondo una procedura automatica il fabbisogno iniziale che sarà integrato prima dell’inizio del rilascio con dati geo-referenziati che riflettono le domande raccolte dai singoli uffici”. Siracusano ha ricordato che “la carta è nominativa, riflette la posizione nominativa del beneficiario anche se la plastica è anonima”. L’attuale contratto in essere per la carta acquisti, sulla base del quale viene erogata anche la card del reddito, ha aggiunto, “ha validità 36 mesi dalla data di sottoscrizione del settembre 2017, con la possibilità per il committente di esercitare l’opzione di durata, per un ulteriore periodo massimo di 6 mesi”.
Il passaggio successivo da gestire per le Poste sarà poi la comunicazione formale dell’accettazione o del rifiuto della domanda da parte dell’Inps. “Abbiamo preparato una procedura” via “sms o mail” con l’indicazione “precisa di luogo e data in cui potrà recarsi” all’ufficio postale “per andare a ritirare la carta” che sarà consegnata insieme al Pin. Siracusano ha ricordato che il sì o il no “sono anticipati via sms o mail” e ha sottolineato che “il 97% degli italiani ha un cellulare, il 77% ha uno smartphone, oltre il 60% usa la mail” e che quindi “questo tipo di facilitazione nella ricezione anticipata del messaggio circa l’ok rientra ormai nei rapporti correnti” con la pubblica amministrazione. Siracusano ha ricordato anche che Poste si limita a ricevere e inoltrare le domande all’Inps che, verificati i requisiti, informa i cittadini dell’esito della pratica e invia a Poste il flusso degli esiti fornendo la lista dei beneficiari, gli importi da caricare sulla Card e i limiti di prelievo.
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