Allarme rosso, allarme rosso: con questo si chiude il poker di post dedicati al “paradiso della passera”. Ne sono consapevole, se fossimo a teatro sentirei già i vostri “bu”, ma a questo bisognava arrivare: perché gli argomenti sono come gli ospiti, dopo qualche pubblicazione puzzano. E poi non voglio rimanere imprigionato in un solo argomento: già sono prigioniero del mio corpo, almeno mentalmente lasciatemi libero. Inoltre non si penetrerà in profondità nel peccaminoso – ora i mugugni aumentano d’intensità – e non seguirò le tracce di quel vecchio sporcaccione di Charles Bukowski: ora i “bu” si fanno assordanti.

Pertanto chi mi ama mi segua in questo tour nel quale faremo un passo indietro, per descrivere la struttura del postribolo e l’ambiente umano che la abita. Quindi non resta che fuggire in Svizzera, la patria del cioccolato, della puntualità e dove il peccato alloggia nelle case chiuse. Perché chi l’ha duro la vince…

Il “paradiso della passera” – Edificato sul finire del XX secolo, il bordello presenta uno stile architettonico semplice, ma fedele all’anonimato che intende richiamare. Esternamente non è altro che una palazzina come tante altre, che da fuori non dice niente, ma dentro di cose ne dice: cose che voi umani… A sua volta si trova in un’anonima periferia, tra concessionarie d’auto (tra cui il cavallino rampante), palestre e le immancabili multinazionali: il McDonald’s e l’Ikea. Ma tra cavalli, panini, mobili che si montano e muscoli che si gonfiano (che per la cronaca i miei sono come prugne rinsecchite), preferisco di gran lunga dare priorità al mio obelisco.

Il postribolo – Avvicinandovi, noterete che l’edificio è diviso tra il bar e le stanze del piacere. Anche in questo caso il locale sembra un banale disco bar – si paga l’ingresso, più le consumazioni extra -, con la sola differenza che al bancone si incontrano le prostitute. Una volta scelta la cortigiana, si esce dal bar in direzione del piacere, ovvero si raggiunge l’ingresso della palazzina. La separazione tra il bar/paradiso e le stanze è necessaria poiché le ragazze non sono costrette a presentarsi al bar: della stanza pagano l’affitto e facilmente diventa anche la loro “casa”. Al fisco contribuiscono versando quotidianamente una cifra stabilita dalle autorità e per poter esercitare devono registrarsi alla polizia. Mentre, ovviamente, traggono profitto dalle loro prestazioni di piacere (anche in questo caso gli extra si pagano, ma non vanno confusi con quelli di cui sopra), invece il postribolo ne trae dal bar e dal cospicuo affitto delle stanze.

Le cortigiane – Loro sì che ti fanno sentire in paradiso: belle da farti girare la testa ma, come raccontato nell’ultimo post, molte rimanevano distaccate e alla fine la loro bellezza risultava illusoria. Di provenienza dell’Est Europa e del Sud America (ma si trovavano anche italiane), le ragazze hanno tra i 20 e i 35 anni e seguono la moda che definirei “minimal tropicale”, nel senso che utilizzano poco tessuto: generalmente “vestono” con mutandine, reggiseno e con un pareo trasparente. Altre vestitino corto, che più corto non si può. Qualcuna con i leggins, ma tutte concordano sulle scarpette tacco 12 da indossare. E poi c’era lei, miss Castità: pantaloni e maglietta accollata, da gridare allo scandalo! Tanto per intenderci è come se una suora si presentasse nuda in convento. Ora comprendete la gravità?

I clienti – La medaglia d’oro va a quel signore che accompagnava il figlio diciottenne alla sua prima esperienza sessuale: un genio! Però non ho capito se poi ne beneficiava anche lui: ma di certo il figlio era un po’, come dire, imbarazzato. Tuttavia a colpirmi davvero erano coloro che cercavano di apparire brillanti dinanzi alla cortigiana, come se stessero facendo colpo con una ragazza incontrata al bar. Ed è in questi casi che mi sentivo un pesce fuor d’acqua e d’un tratto apparivo io quello normale: e questo è davvero il colmo! La questione mi dava sempre da riflettere sui veri bisogni di queste persone, che per trovare appagamento ricorrono consapevolmente alle illusioni, quando le ragazze vendono solamente il proprio corpo. In piena riflessione ecco che la mia mente cominciava ad annebbiarsi: con tutto quel ben di Dio davanti agli occhi, il sangue stava rapidamente migrando dal cervello al pisello.

E con questo non mi resta altro che augurarvi un buon Natale e un orgasmico 2019, tanto per rimanere in tema: del vostro inviato al paradiso della passera è tutto, a voi studio.

L'articolo Sesso e disabilità, ultimo atto. Dal vostro inviato nel ‘paradiso della passera’ è tutto proviene da Il Fatto Quotidiano.



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