Calcio Truccato. Il grande business della mafia (Minerva Edizioni, 15 euro) è il libro che chi ama questo sport non avrebbe mai voluto leggere, ma che è necessario per capire chi sono e come operano i veri nemici del gioco più popolare al mondo. Dopo aver pubblicato nel 2015 Game Over. Calcio truccato, ora basta, il vice Questore della Polizia ed esperta di match fixing, Daniela Giuffrè, e il giornalista Antonio Scuglia hanno deciso di tornare a parlare di calcio truccato e scommesse illegali con un libro non più rivolto agli addetti ai lavori, ma scritto per un pubblico più ampio: per tutti coloro che vogliono conoscere gli affari illeciti che gravitano intorno alla loro passione.
Così, in 154 pagine i due autori raccontano come una pratica tanto antica, quella delle scommesse sportive, sia stata gradualmente contagiata dal virus delle combine, della corruzione e della malavita organizzata che ha visto in essa un metodo relativamente poco rischioso per ottenere facili guadagni e riciclare denaro sporco. Questo libro ci porta fino in Asia, dove nascono e ancora oggi hanno base i principali network di scommesse illegali e i match fixer che, attraverso la loro solida rete di contatti, riescono a corrompere non solo calciatori, allenatori o arbitri, ma anche dirigenti dei club, personale di sicurezza negli stadi, membri delle federazioni e molti altri attori all’apparenza secondari.
Quella di combinare le partite, controllarne lo svolgimento minuto per minuto, è una tecnica che, senza voler mitizzare i criminali e le mafie che operano in questo mercato, è diventata un’arte grazie alla sempre più ampia offerta di scommesse dei bookmaker legali e illegali. Non è più sufficiente, raccontano Giuffrè e Scuglia, assicurarsi che una certa squadra esca vincente o perdente da un match. Oggi, per ottimizzare i guadagni, è importante sapere chi ha segnato, quando lo ha fatto, le reti complessive di una partita, i cartellini estratti dall’arbitro, i risultati a fine primo tempo o, nei casi più eclatanti, chi avrà l’onore di battere il calcio d’inizio o quali comportamenti terrà il determinato giocatore in campo o in panchina.
E per essere sicuri di poter gestire tutte queste possibilità di scommessa, i match fixer corrompono i giocatori economicamente, socialmente o psicologicamente più deboli, stringono accordi con le società e le federazioni, creano squadre di loro proprietà o le controllano attraverso sponsorizzazioni, riescono a interrompere match o a far aprire scommesse su partite in realtà mai giocate. Il giro d’affari coinvolge tutti, dalle prime categorie europee e mondiali fino al calcio dilettantistico. Una sfida che vede le forze dell’ordine sempre un passo indietro rispetto alle nuove tecniche studiate dai match fixer, in una “lunga partita tra guardie e ladri” che vale decine di miliardi di euro ogni anno.
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