Un nostro giornalista, Luigi Franco, si è fatto assumere in incognito da Amazon e ha lavorato quasi tre settimane (fino a che non è stato scoperto) nel magazzino di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Il suo lungo reportage sulle condizioni di lavoro e le storie dei lavoratori che ha conosciuto si trova sul mensile Fq MillenniuM attualmente in edicola. Una piccola anticipazione, pubblicata su ilfattoquotidiano.it, ha suscitato migliaia di condivisioni su Facebook e centinaia di commenti sul sito. Ne siamo felici, ma non vorremmo far cadere nel vuoto una critica ricorrente in quei commenti. Che suona più o meno così: “Non avete scoperto niente, si lavora con quei ritmi o peggio in qualunque fabbrica, per non parlare delle altre logistiche dove imperano lavoro nero e sfruttamento”. Conclusione: “Certo, siete giornalisti, che ne sapete di com’è duro il lavoro in fabbrica, o anche in un semplice ristorante?”.

In realtà sono aspetti di cui abbiamo discusso a lungo con Luigi Franco durante la sua “missione”. Quando, soprattutto nei primi giorni, ci raccontava di certi dolori articolari e soprattutto di una strana euforia adrenalinica che lo accompagnava la sera fino alla camera da letto, ci siamo appunto detti che probabilmente erano sensazioni non tanto diverse da quelle che provava un operaio alla catena di montaggio della Fiat, quando c’era. E così l’ossessione del ritmo, della produttività, sotto l’occhiuto controllo – tecnologico o meno – dei capi. Quanto alle porcherie che accadono in molte cooperative di logistica, alcune anche in odor di criminalità, Il Fatto Quotidiano e ilfattoquotidiano.it le hanno raccontate più volte.

Però abbiamo pensato che valesse la pena realizzare il reportage perché a essere “nuova” non è certo la catena di montaggio, ma Amazon in sé. La logistica è l’industria del terzo millennio e Amazon è un marchio globale che utilizziamo abitualmente per acquisti di ogni tipo. Descrivere come funziona dall’interno – abbiamo discusso con il direttore Peter Gomez – è per noi, e pensiamo per i lettori, un racconto giornalisticamente interessante. Non dimentichiamo che i luoghi di lavoro sono di solito del tutto inaccessibili alla stampa, peggio delle basi militari: entrarci, muoversi, osservare e parlare con i lavoratori senza il controllo dell’azienda è tutt’altro che facile. Quello di Luigi Franco è il primo racconto dall’interno di un magazzino di Amazon in Italia.

Si rimprovera – giustamente – ai giornalisti di occuparsi troppo spesso di temi lontani dalla “vita della gente”. Quando invece cercano di raccontarla, scatta il “ma che ne sapete voi”. Va bene, fa parte del gioco. Comunque la pensiate, per leggere tutto intero il bel reportage sul lavoro in Amazon basta andare in edicola muniti della modica cifra di 3,90 euro.

(Mario Portanova è coordinatore di redazione di Fq MillenniuM)

L'articolo Amazon, il nostro giornalista assunto in incognito e la ‘vera vita della gente’ proviene da Il Fatto Quotidiano.



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