Napoli merita di nuovo gli onori della cronaca per un’altra vicenda non proprio edificante e che, vista da lontano, può sembrare difficile da comprendere, come del resto accade a molte delle vicende di questa “strana” e straordinaria città che è Napoli. Grande bellezza e grande decadimento. Una cartolina mozzafiato se guardata da lontano, un complicato groviglio se guardato da vicino. A volte il groviglio si fa farsa, equivoco, mezza verità e mezza bugia, come in questa storia di ordinaria napoletanità.

Più ci penso e più questa vicenda mi ricorda certe scene della Corte borbonica di Napoli prima dell’avvento della rivoluzione del 1799 così come descritte ne Il resto di niente, il bellissimo romanzo storico di Enzo Striano sulla vita di Eleonora Pimentel Fonseca. I fatti sono raccontati in diverse notizie di stampa e quindi qua li riassumo rapidamente, ma si possono trovare facilmente tutti i dettagli con una veloce googolata.

Rimessi a posto i conti dell’Anm, l’azienda comunale dei trasporti, il sindaco, Luigi De Magistris, annuncia un allungamento degli orari notturni nel week end di metropolitana e funicolare. Per i lavoratori c’è anche un piccolo straordinario (circa 4 euro all’ora), ma inferiore a quello solitamente concesso ai lavoratori in questi casi di prolungamento dell’orario (15 euro all’ora). Anche per il capodanno è previsto un turno straordinario alle stesse condizioni economiche. I sindacati, abituati dal sindaco in questi anni a ottenere tutto quello che volevano, di fronte a un’offerta così poco allettante dal punto di vista economico e alla indisponibilità del sindaco ad addivenire a più miti consigli, hanno interrotto le trattative avviate per chiedere uno straordinario più cospicuo.

Dopo qualche ora, con una strana coincidenza, i lavoratori del turno pomeridiano – guarda caso poco prima dell’ora di pranzo, quando ormai era quasi impossibile trovare sostituti – hanno annunciato di essere in malattia inviando i loro certificati medici. Così il Comune, di fronte all’indisponibilità degli altri lavoratori a coprire il turno pomeridiano, è stato costretto a interrompere il servizio. Il contratto di lavoro prevede, infatti, che la disponibilità a sostituire un collega malato sia concessa dal lavoratore non di turno solo su base volontaria e quindi, nulla ha potuto il Comune per obbligare gli altri lavoratori a sostituire quelli in malattia. L’episodio si ripete da un po’ con una strana regolarità: certificati prima dell’ora di pranzo e indisponibilità alla sostituzione da parte degli altri lavoratori.

Risultato: per tre giorni, in un momento in cui comincia a sentirsi l’aria del Natale e il turismo comincia a riprendere fiato, la funicolare di Napoli resta bloccata per tre pomeriggi. Napoli è anche la città dei presepi e di via San Gregorio Armeno che in questo periodo rinasce ogni anno. A quel punto, il sindaco dà in escandescenze e annuncia una “linea durissima” verso i lavoratori che si sono dichiarati malati, se si scoprisse che non lo sono.

Fin qui i fatti, ma cosa ci dicono questi fatti. Innanzitutto, il sindaco ha ragione ad arrabbiarsi per le strane coincidenze che accadono fra i lavoratori della Funicolare di Napoli. In realtà, si tratta probabilmente di un malcostume al quale, del resto, la città non è nuova. Anzi , si tratterebbe della punta di un iceberg. Pare che in tutti gli uffici pubblici della città sia molto frequente trovare la saracinesca abbassata, ad esempio, in occasione di partite importanti del Napoli, anche quando sono giocate durante giornate o orari lavorativi. Forza Napoli sempre, recita il tifoso e di fronte alla chiusura dell’ufficio pubblico per motivazioni così importanti come la necessità di guardare la partita non sa arrabbiarsi. Il Napoli viene prima di tutto.

Se volete, quella dei lavoratori che si danno malati per non fare il turno di notte è l’altra faccia della stessa medaglia che spinge gli utenti che prendono i mezzi pubblici a non pagare il biglietto poiché è giusto così, visto che non gli piace il servizio offerto. Ne abbiamo parlato qualche giorno fa su queste colonne. È una strana forma di “protesta” di fronte alla quale il grande economista tedesco, Albert O. Hirschman, autore di un fortunato libro (Lealtà, defezione e protesta), forse resterebbe un tantinello interdetto, ma chissà.

Di fronte a questi comportamenti, occorrerebbe davvero prendere la frusta. Al prossimo rinnovo andrebbe innanzitutto resa obbligatoria la sostituzione dei turnisti in caso di malattia. Si capisce, poi, che non è facile di fronte a certificati medici controfirmati da professionisti obiettare ai lavoratori malati, ma non dovrebbe essere difficile verificare le condizioni effettive di salute di questi lavoratori e verificare se si è trattato davvero di una strana coincidenza oppure di un comportamento truffaldino e impenitente nei confronti della collettività. Come abbiamo detto nel nostro precedente editoriale, la carota piace di più se offerta con un bel bastone in mano. Inoltre, i lavoratori scontano anche un comportamento quanto meno ondivago da parte del sindaco che nei mesi scorsi tendeva a usare solo la carezza e ora sembra arrabbiato più che per il gesto in se, per la scarsa riconoscenza dimostrata da lavoratori e sindacati nei confronti delle sue richieste. Finora, i sindacati dell’Anm gli avevano risparmiato scioperi e altre difficoltà proprio per la politica delle carezze continue da parte del sindaco che ha accettato supinamente ogni richiesta dei sindacati. Si rischia di non fare paura e di avere una minaccia poco credibile, se si prende la frusta dopo aver usato a lungo solo la carezza.

L'articolo Napoli, personale Anm in malattia. Colpa del malcostume (ma anche di De Magistris) proviene da Il Fatto Quotidiano.



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