“Mi hanno rovinato la vita sul niente perché sono calabrese, perché sono di Cutro. Io ho vinto un Mondiale e sono orgoglioso di essere calabrese. Noi non abbiamo fatto niente perché con la ‘ndrangheta non c’entriamo niente. Sto soffrendo come un cane per la mia famiglia e i miei bambini senza aver fatto niente”. Così Vincenzo Iaquinta fuori dal tribunale di Reggio Emilia dopo la condanna a 2 anni nel processo di ‘ndrangheta, Aemilia. Accanto a lui, il padre, condannato a 19 anni.

Video Facebook/Angelo Forgione

L'articolo Processo Aemilia, Iaquinta furibondo dopo la sentenza: “Condannato perché calabrese. Soffro come un cane” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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