Nessuna risposta alla lettera inviata il 27 agosto al premier Giuseppe Conte e al ministro Luigi Di Maio. Il parere del ministero dell’Ambiente atteso nel pomeriggio, ma sul quale non ci sono ancora certezze. Quindi la decisione, arrivata sulla spinta dei dipendenti dell’impianto di Taranto: i lavoratori dell’Ilva sciopereranno l’11 settembre perché il governo M5s-Lega non ha accolto la richiesta di un incontro urgente per conoscere qual è, nelle intenzioni dell’esecutivo, il futuro delle acciaierie a un mese dall’esaurimento della cassa, secondo le stime dei commissari straordinari. Lo sciopero – il primo contro l’attuale governo – è stato indetto da tutte le sigle sindacali, compresa la Fiom-Cgil, l’ultima a dare l’ok secondo quanto risulta a Ilfattoquotidiano.it.

Si complica, quindi, l’affaire del siderurgico per il ministero dello Sviluppo Economico dopo i pareri richiesti ad Anac e Avvocatura di Stato, entrambe concordi nell’evidenziare che la gara per l’assegnazione vinta da ArcelorMittal è stata viziata, ma non ci sono gli estremi per annullarla. Sulla scorta delle due pronunce, Di Maio aveva parlato di “delitto perfetto” e ha affidato al ministero guidato da Sergio Costa un’ulteriore verifica delle scadenze intermedie del piano ambientale, prorogate a gara in corso. La risposta è attesa nel pomeriggio – secondo indiscrezioni è prevista una stretta sui tempi per la realizzazione di diverse opere – ma i sindacati hanno deciso di giocare d’anticipo.

Il nodo occupazionale, infatti, al di là della ok definitivo del governo all’ingresso di ArcelorMittal negli stabilimenti, resta lontano da una soluzione. Il colosso franco-indiano, pur sottolineando di non aver “chiuso le porte”, resta fermo sulle posizioni messe nere sul bianco nel contratto: 10.500 assunzioni. I metalmeccanici di Fiom, Uilm, Fim-Cisl e Usb rivendicano invece tutele e garanzie per tutti gli attuali dipendenti (13.700) alla fine del piano industriale e hanno più volte ricordato come il “tempo stringe”.

Tra incentivi all’esodo e pensionamenti, ballano circa 1.500 posti di lavoro. Su quelli bisognerà trovare una sintesi nel tavolo ministeriale. I segretari nazionali Marco Bentivogli, Francesca Re David, Rocco Palombella e Sergio Bellavita lo richiedono immediatamente e non hanno intenzione di parlare con ArcelorMittal senza l’intermediazione del governo. E, attendendo da Di Maio il giorno del primo faccia a faccia, hanno deciso di incrociare le braccia.

L'articolo Ilva, sciopero nazionale l’11 settembre. I sindacati al governo: “Attendiamo notizie dal 6 agosto, ci convochi” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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