Non era mai accaduto che una nave italiana riportasse in Libia i migranti soccorsi nel Mediterraneo. Ma ora c’è un precedente. Perché lunedì la Asso Ventotto, vascello di supporto a una piattaforma petrolifera dell’Eni, ha recuperato 108 persone a bordo di un gommone nel Mediterraneo riaccompagnandoli nel porto di Tripoli. Il gommone in difficoltà, come ricostruisce il deputato di Leu Nicola Fratoianni, era stato segnalato dal Centro di coordinamento e soccorso di Roma della Guardia Costiera. Poi, secondo il racconto del parlamentare che ‘avverte’ di “avere le prove”, è stato il caos, tra mancante risposte dell’Italia e della Libia con il vascello battente bandiera italiana che nel corso di una comunicazione radio, spiega Fratoianni, ha ammesso di “seguire le disposizioni di Eni”. Ilfattoquotidiano.it ha chiesto a Eni di fornire una propria versione, ma l’azienda si è limitata a dire che “sono in corso verifiche”.

La ricostruzione/1 – Secondo il deputato di Leu le autorità italiane erano informate fin dall’inizio dell’intera operazione di soccorso in quanto “la prima segnalazione di un gommone in difficoltà era partita proprio dal Imrcc di Roma“. “È stato un respingimento collettivo”, ribadisce ricostruendo attraverso le comunicazioni radio quanto avvenuto. “Sul sistema Navtex (il sistema utilizzato dalle navi su cui circolano i messaggi di soccorso, ndr) abbiamo ricevuto un messaggio rilanciato da Imrcc Malta ma proveniente da Imrcc Roma in cui si segnalava un gommone blu in difficoltà in area libica”, spiega sottolineando che subito dopo aver ricevuto l’allarme Open Arms, a bordo della quale è imbarcato, si è mossa verso l’area indicata. “Poco dopo – aggiunge – il Colibrì, un aereo da ricerca francese, dà comunicazione a tutti, dunque all’Italia, a Malta e ai libici di altri due gommoni bianchi in difficoltà a nord di Sabratha, nei pressi di una piattaforma petrolifera”. Da Open Arms a quel punto contattano Imrcc Roma, “con un mail e per telefono, due volte, ma non riceviamo alcuna indicazione. E comunichiamo anche ai libici – aggiunge Fratoianni – ma a 3 dei 4 numeri non risponde nessuno mentre l’ultimo chi prende la chiamata parla solo arabo. Poco dopo ci mandano una mail dicendoci che sarebbero intervenuti loro”. Dalla nave della Ong partono le imbarcazioni veloci per la ricerca dei gommoni, ma non trovano nulla. Poco dopo entra in scena Asso Ventotto.

La ricostruzione/2 – “Apprendiamo che ha recuperato 108 migranti (in realtà, preciseranno più tardi, sono 101, tra cui 5 donne e 5 bambini) – dice Fratoianni – Contattiamo l’equipaggio che conferma il recupero, spiegandoci di essere stati loro ad avvistare il gommone ad un miglio e mezzo dalla piattaforma e di aver avuto indicazione di riportali a Tripoli“. E da chi arriva questa indicazione? “La prima risposta è ‘dai libici’ – sottolinea Fratoianni – ma subito dopo si contraddicono e affermano: ‘Stiamo seguendo le indicazioni della piattaforma per cui lavoriamo’. Vale a dire dall’Eni”. Il deputato sostiene inoltre di essere “praticamente certo” che Asso Ventotto abbia sbarcato i migranti direttamente nel porto di Tripoli. “Ad un certo punto abbiamo intercettato una comunicazione radio – spiega – tra un certo ‘mister Ceci’, probabilmente qualcuno a bordo della piattaforma, e Asso Ventotto. L’uomo chiedeva se durante la notte il rimorchiatore sarebbe stato ‘alla via’, vale a dire in navigazione, e l’equipaggio risponde: ‘Non credo, penso che saremo in porto'”.

Salvini: “Male informati” – Un ruolo italiano nella vicenda viene negato da Matteo Salvini con un post su Facebook: “Male informati”, scrive il ministro dell’Interno. Mentre l’Unhcr ha comunicato di aver iniziato a raccogliere “informazioni” sul caso perché la “Libia non è un porto sicuro” e il trasbordo a Tripoli “potrebbe comportare una violazione del diritto internazionale”. La Guardia costiera italiana “non ha coordinato e partecipato a nessuna di queste operazioni, come falsamente dichiarato da una ong straniera e da un parlamentare di sinistra male informato”, ribatte Salvini. “La Guardia Costiera libica nelle ultime ore ha salvato e riportato a terra 611 immigrati – ha scritto il capo del Viminale in un post su Facebook – Le ong protestano e gli scafisti perdono i loro affari? Bene, noi andiamo avanti così!”.

Unhcr: “Possibile violazione diritto internazionale” – Il caso era stato segnalato nella tarda serata di lunedì da Fratoianni: “Abbiamo appreso che uno dei gommoni segnalati oggi dalla Guardia Costiera italiana, con 108 persone a bordo nel Mediterraneo, è stato soccorso dalla nave Asso Ventotto, battente bandiera italiana, che si sta dirigendo verso Tripoli”. “Non sappiamo ancora se questa operazione avviene su indicazione della Guardia Costiera italiana (fatto poi confermato da Repubblica, ndr) – scriveva Fratoianni – ma se così fosse si tratterebbe di un precedente gravissimo, un vero e proprio respingimento collettivo di cui l’Italia ed il comandante della nave risponderanno davanti ad un tribunale. Il diritto internazionale prevede che le persone salvate in mare debbano essere portate in un porto sicuro e quelli libici, nonostante la mistificazione della realtà da parte del governo italiano, non possono essere considerati tali”. Anche l’Unhcr, attraverso il suo profilo ufficiale di Twitter, ha spiegato di aver acquisito “informazioni” e che se il racconto fosse confermato sono “possibili violazioni del diritto internazionale”.

Fico aveva detto: “Porti libici non sicuri” – Sulla questione della sicurezza dei porti libici, nelle scorse settimane, si era espresso anche il Consiglio d’Europa attraverso uno dei suoi portavoce ribadendo che “nessuna nave europea può riportare migranti in Libia perché contrario ai nostri principi”. E nelle stesse ore del soccorso della Asso Ventotto, il presidente della Camera, Roberto Fico, incontrando in piazza i manifestanti delle “Mani Rosse” aveva spiegato che “La Libia non è un luogo sicuro, i migranti non possono stare in luoghi dove manca la tutela dei diritti umani“.

L'articolo Migranti, nave italiana Asso 28 riporta in Libia 108 migranti. Fratoianni: “L’ordine è partito da Eni, ci sono le comunicazioni” proviene da Il Fatto Quotidiano.



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