Si vota. I catalani che intendono pronunciarsi sull’indipendenza della Regione hanno iniziato a entrare nei seggi presidiati dagli attivisti. Sotto la pioggia, le persone in fila aspettano il loro turno. Per considerare il voto valido basterà recarsi in qualsiasi seggio e portarsi la scheda stampata da casa e la carta d’identità. Una mossa resa nota stamane dal governo della Catalogna, per arginare l’offensiva di Madrid che sta cercando in tutto i modi di evitare il voto dopo la pronuncia della Corte Costituzionale spagnola che ha dichiarato illegale il referendum.

Agenti della polizia nazionale spagnola hanno avviato le operazioni per cercare di evitare il referendum in Catalogna, sospeso dalla Corte Costituzionale. Nella scuola Ramon Llull di Barcellona venti agenti cercano di entrare mentre dall’interno dell’istituto un centinaio di persone tentano di evitare l’ingresso della polizia.  Le pattuglie del Mossos poste a controllo dei seggi in Catalogna si sono limitate alla verifica senza chiudere i seggi nè sequestrare le urne. Dopo qualche minuto di controlli hanno lasciato i seggi tra gli applausi.

Le autorità catalane hanno programmato sulla carta più di 2.300 seggi elettorali per circa 5,3 milioni di elettori chiamati a votare dalle 9 alle 20. Secondo i sondaggi, non c’è sostegno maggioritario per l’indipendenza tra i catalani, ma la partecipazione è considerata critica: un numero elevato consentirebbe ai secessionisti di dichiarare di avere un mandato di indipendenza, mentre un numero basso potrebbe compromettere seriamente i tentativi di essere presi seriamente.

L'articolo Referendum Catalogna, si vota: file ai seggi e tensioni con la polizia nazionale proviene da Il Fatto Quotidiano.



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